giovedì 16 febbraio 2012

ZIO BERLUSCONE E IL CENTOCINQUANTENARIO (+ UNO) BILLIONAIRIO

Un anno orsono, di questi tempi, una parte del Paese fremeva per i festeggiamenti dei 150 anni del nostro amato Stato. Più che altro sperava che il 17 Marzo si sarebbe stati a casa, ma c'era anche qualcuno che teneva davvero all'ideale rappresentato dal tricolore; purtroppo per quella parte, un'altra sarebbe riuscita ad impedire la savoiarda celebrazione.
Passato un anno, siamo quasi a 151 e tutto pare cambiato. Almeno formalmente. L'Italia è stata momentamenamente data in subaffitto all'Europa, gente del nord, che non ama gli sfarzi, le vacuità, la vita mondana. Se deve riunirsi in albergo, va in Olanda, dove la privacy è sacra, o in iSvizzera, dove costa meno e tutti si fanno gli affari propri.
Una direzione esattamente opposta a quella che conduce al patriottismo e all'orgoglioso autonomismo. Eppure i verdi vestiti sono biliosi lo stesso. Se non possono maneggiare in prima persona, per loro 'gli è tutto da rifare, non li aggrada nulla.
Infatti, per cambiare la Costituzione farebbero di tutto: l'importante è che faccia comodo a loro. La verità è che mirano a farsi invitare nell'albergo di cui sopra, ma, non riuscendoci (inette vittime dell'antimeridionalismo), si accontentano di quel che passa in convento.

Già, alla monacale via sta volgendosi il nostro Paese, sempre più morigerato. Non parco, altrimenti non c'é spazio per il nuovo ipermercato, ma pazienza. Accontentarsi di poco è il segreto d'ogni ordine religioso che si rispetti; d'ogni ordine religioso che miri ad aprire missioni in terre appartenenti a culture diverse, onde renderle sempre meno diverse, unendole sotto un unico, fraterno, abbraccio.

L'amore, però, non è semplice. È litigarello, altrimenti non è bello.
L'Italia che lavora non ha bisogno di parole, recita un noto spot. E chi non si parla alla lunga non si conosce e non può amarsi.
D'altro canto, l'Italia che non lavora non campa, o se campa viene denigrata e svilita, e chi non è amato di rado riesce ad amare.

In tutto questo si sente la mancanza di zio Berluscone. Lui avrebbe detto che tutto va bene, avrebbe rassicurato gli animi come lui solo sa fare. Quella parte del Paese che lo ama, non tema: per il centocinquantenario (+ due) saremo tornati al passato. Come sempre.
Il nazionalismo fondato sul Billionaire è un placebo di rara qualità.