mercoledì 30 dicembre 2009

Le migliori letture del 2009 (uno speciale di Top Faiv!, se vi va)

Tendenzialmente, sono due gli stati d'animo in cui preferisco leggere: quando ho voglia di vivere e quando non ho voglia di vivere. Nel primo caso, leggo perchè mi diverto, imparo, creo astrusi collegamenti e associazioni mentali fra quello che sto leggendo e le più svariate cose. Nel secondo caso, mi rifugio nella lettura perchè reputo i libri le uniche cose - intellettualmente - oneste presenti sulla Terra, ma soprattutto leggo perchè, non avendo voglia di vivere, non ho altro da fare.

Dato che, come ho ripetuto fino alla nausea (giuro che non ne parlerò più), quest'anno mi sono ritrovato sia nell'uno che nell'altro caso, ho letto parecchio. Motivazion per cui [scusate, mi scappa la divagazione: non sentite anche voi come "motivazion per cui" riempie la bocca? E' una espressione che mi garba molto, anche se, opino, credo che sia sbagliata. Ho opinato. Opino e divago, ebbene sì. Ma quando scappa scappa, che volete fa'] non ricordo tutto quello che le mie pupille hanno assorbito. Però alcune le ricordo, e penso che sia perchè queste alcune sono quelle che più mi sono piaciute.




Il mio nuovo mito.














Un mito vecchio, ma sempre attuale. Anche quando parla del passato. (anche perchè, qui da noi, il presente è uguale al passato)








Divertente, appassionato, bizzarro e intelligente. Ho deciso che dovrò applicarmi in quest'arte, per sembrare ancora più colto.









Una scoperta.
Capolavoro!









Vecchi ricordi....ma ancora grande tecnica, da riscoprire. Un giorno o l'altro lo analizzerò come si deve.







Oh, a me i fumetti vecchi, scritti dai grandi vecchi, conquistano sempre: danno proprio l'idea del mistero, dell'avventura, della polvere....affascinanti. Quest'anno, poi, m'è presa la fissa di Buzzelli. (no, davvero: io sono uno che si prende le fisse per ogni cosa, ma Buzzelli è ormai parte di me)






L'ultimo colpo e La casa dorata di Samarcanda su tutte. Ma anche Petra Cherie...
Da dire pure che la collana della Gazzetta si sta riprendendo, dopo un inizio deludente.








Il mattone a cui ho dedicato pure una video-rubrica. Beh, che c'è da dire? L'unica cosa brutta è che, per rileggerlo, dovrò riprenderlo in mano....preparo già l'ingessatura.































Riuscirò a trovare gli altri 3 libri e a finire la trilogia? Spero di sì, odio lasciare le cose a due quinti.




E poi il resto:
American Psycho, Il giorno della civetta, il Dylan Dog gigante n.18, La storia del topo cattivo, e altro....

Insomma, un buon 2009. Che il 2010 sia altrettanto buono!
(un augurio ad una cosa astratta...chi l'avrebbe mai detto che un giorno avrei fatto cose del genere? Eh, come dicono i francesi, le témp chànge..o una roba così)

lunedì 28 dicembre 2009

W i Bonettoni! (che son d'essai)

Premetto che, riguardo ai mitici cine-panettoni, il mio pensiero non è precisamente lo stesso del Governo. La mia idea di tali film è press'a poco questa:



Bene: ciò che dovevamo premettere l'abbiamo premettuto (non ci manca la goliardia), passiamo al resto (niente mancia).

Se ci sono i cine-panettoni, non ci saranno anche i Bonelli-panettoni, per caso? Beh, non so se sia proprio per caso, o se c'entra qualcosa il fatto che dovevo scrivere il post, il punto è che i Bonelli-panettoni esistono eccome. Ecchiveli qua:

Tex - "Sparatoria nel deserto": Tex e Carson cavalcano nel deserto, quando, all'improvviso, incappano in una banda di mascalzones che tratta male una famiglia di Apache. Tex e Carson, con qualche pistolettata e alcune scazzottate, salvano gli indiani, per poi festeggiare con due bistecche alte due dita e una montagna di patatine fritte. Alla fine, augurano "buon Natale" ammiccando ai lettori.

Zagor - "Morte!": Zagor e Cico preparano l'albero di Natale, quando vengono informati di una terribile notizia: il vampiro Rakosi è ancora vivo e sta preparando la sua atroce vendetta nei confronti di Zagor! Alcune scazzottate più tardi, Zagor e Cico sconfiggono Rakosi e tornano a Darkwood, ma scoprono che l'albero se l'è pappato un orso golosone. Mentre Cico capitombola sbadatamente, Zagor sghignazza e augura "buon Natale" ammiccando ai lettori.

Dylan Dog - "Il delitto di Johnnie": una serie di omicidi scuote Londra, proprio nei giorni dei preparativi del Natale. Chiamato ad indagare da un'affascinante donna divorziata un po' stressata, a cui hanno ucciso l'ex-marito a cui teneva ancora, Dylan indaga, non prima di un piccolo siparietto con Groucho in cui si scherza sul Natale e sul divorzio. Dopo alcune indagini, Dylan scopre che il colpevole era nientemeno che il figlio Johnnie, posseduto, però, da un potente demone.

Nathan Never - "Il mistero della persona scomparsa": una persona viene rapita, ma fa in tempo a lasciare una piccola traccia della sua scomparsa: poco prima di essere portata via dal commando di uomini col volto coperto, brucia l'albero di Natale e da fuoco all'intera casa. La cognata della suocera dello sventurato tapino (che è anche la maggiore azionista di una casa farmaceutica molto nota) chiede all'Agenzia Alfa di investire i propri migliori uomini nell'indagine. Nathan e Branko, così, indagano, per poi scoprire che dietro a tutto si celava una complessa macchinazione ordita proprio dalla maggiore azionista di una nota casa farmaceutica. Nathan e Branko, come regalo di Natale (a pronunciare l'irriverente battuta è Branko), si portano via un po' di cose che utilizzeranno, forse, chissà, in qualche storia futura.

Martin Mystère - "Le gioie del Natale": quando Martin afferma di essere preoccupato dal suo precoce invecchiamento, Diana gli rimprovera di ripetersi. Al chè Java ringhia e - meno male che c'è lui - addobba l'albero. Martin ne approfitta per riempire alcune lacune all'ignaro neanderthaliano, e spiega che l'usanza di addobbare l'albero deriva dal rito dedicato al dio frigio Attis....ma, sul più bello, ecco un nuovo mystero piombare come all'improvviso sulle vite di Martin e dei suoi amici. Un professore, recentemente salito alla ribalta delle cronache per aver rinvenuto una misteriosa stele a Myra, è stato ucciso. Mystère capisce subito che Myra è la città natale di San Nicola, da molti erroneamente associato a Babbo Natale, e si reca in Turchia per risolvere il mystero. Mystère e Java si scontrano anche col segretario del professore (e suo assassino) e riescono a decrittare la stele, ma il segretario muore nella frana della grotta che aveva scelto per uccidere i due eroi. Così non scoprirà mai che la stele riportava una scritta davvero impossibile:"vivi il lato Coca-Cola della vita", un augurio di Nicola alle generazioni future. Ammiccando ai lettori, i nostri brindano con la nota bevanda e augurano a tutti i lettori "buon Natale".

Dampyr - "Nebbia sulla Manica": Harlan, Tesla e Kurjak stanno percorrendo il tunnel sotto la Manica, quando alcuni vampiri, da sempre appollaiati a testa in giù, li aggrediscono. Facendo sfoggio di un accattivante bretone, Kurjak distrae i vampiri e Harlan e Tesla li uccidono tutti. Giunti in Inghilterra, i 3 si augureranno "buon Natale" in una bettola di un paesino di campagna.

Julia - "Freddo Natale": un uomo vestito da Babbo Natale, che fa il mendicante in strada, muore. Sulle prime il colpevole sembra il padre banchiere, che non voleva che il figlio finisse in quelle condizioni; ma poi, osservando per bene i comportamenti dei personaggi, Julia si rende conto che il giovane (di trentasette anni) è morto per overdose di sonniferi.

Però è d'essai.

Mi piacerebbe moltissimo che il Ministro Bondi leggesse questo blog: esso, infatti, è già un blog d'essai* - non foss'altro perchè non lo legge nessuno -, ma non dispiacerebbe al suo autore godere di sgravi fiscali e fondi speciali (non perchè gli servano, nullafacente com'è, ma per il gusto di avere qualche privilegio); e questo può accadere solo sotto l'egida del Ministro Bondi e dei suoi sottoposti.

Quale altro Ministero (sineddoche per "Governo") direbbe che "Natale a Beverly Hill's" è un film d'essai? Nessuno dotato di buon senso, e quindi solo questo. Ora, il nostro blog è senza dubbio di interesse culturale: 1)è specchio della società contemporanea (ci scrivo le mie cose, e io sono abbastanza vivo, hic et nunc); 2)ha una comicità che capiscono realmente solo in pochi, come i film dei Vanzina; 3)usa le sineddochi, il che vuol dire che una certa cultura sottesa c'è.
Capito, Ministro? Legga questo post e mi dedichi una poesia. (Le raccomando, però, di non leggere gli altri post, sennò mi chiude il blog...ora, in pochi va bene, w l'essai, ma non vorrei ritrovarmi a leggermi da solo, in gattabuia).

* come, da oggi, è ben visibile nell'occhiello in alto. Un sentito ringraziamento alla redazione, cioè a me, che appena se ne è resa conto, ha provveduto a sventolare sotto gli occhi di tutti il prezioso riconoscimento.

venerdì 25 dicembre 2009

Letterina a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,

se sei un esperto di calligrafia come quella tipa mora che fino a qualche anno fa si vedeva in tivù e, leggendo come scrive la gente, diceva delle cose su questa gente e, oh, ci prendeva sempre (ma secondo me era tutto preparato), se sai fare anche tu queste cose, beh, non fa niente, perchè tanto ti sto scrivendo sul pc portatile, e dal pc portatile non puoi di certo riconoscere la mia calligrafia. Però, se ti avessi scritto a penna (e su carta), forse mi avresti riconosciuto. Infatti mi sembra di averti già scritto, una volta. Mi pare che andavo all'asilo, o in prima elementare, e qualcuno mi aveva costretto a scrivere una letterina a te per chiederti di portarmi dei regali. Lo feci, e tu evidentemente la leggesti, e mi portasti i regali, mascherandoti da collega dell'ufficio di mio padre. Poi, però, non ti ho più scritto. Un po' perchè sai come vanno le cose, il lavoro, lo studio, si ha poco tempo e ci si perde di vista; un po' perchè, ti rivelo, ho scoperto quasi subito che non esistevi (e immagino non esisti tuttora). A parte un anno, in cui tutti i miei parenti, e persino alcuni che non erano parenti, si erano messi d'accordo per farmi credere che il sacco dei regali l'avessi portato tu, facendolo comparire magicamente in un modo che, dopo 15 anni, ancora non ho capito, a parte quell'anno, io lo sapevo che i regali me li compravano i miei genitori e i miei zii. Altrimenti, perchè avrebbero dovuto chiedermi "Cosa vuoi per Natale?", incartare i regali insieme a me e farli mettere sotto l'albero a me? Non avrebbe avuto senso. E' vero che molte cose non hanno senso a questo mondo, Babbo Natale, però se uno fa due + due pian piano alle cose ci arriva, no? Sarà che quel tale a cui hai rubato il lavoro, quello di Betlemme, mi ha fatto (in realtà io credo che quel tale non abbia fatto proprio niente, però l'altroieri il Papa è caduto e allora ho pensato:"qualcuno lassù mi ascolta") molto arguto, motivo per cui, quando ogni anno vedevo in tivù la pubblicità di te con gli orsi polari, che portavate la Coca-Cola in giro coi camion rossi, la cosa mi puzzava sempre un po'.
Oggi che ho 22 anni, però, sono qui a scriverti, Babbo Natale, perchè le cose così come vanno non è che vadano proprio da paura, come diciamo noi giovani in gergo. Tu obietterai: ma non va mica così male! Certo, lo so che non va proprio da far schifo ("così male" è retrò, Babbo), ma se può andare meglio perchè non andarci? Imperciocchè ti scrivo, per chiederti 22 anni di regali arretrati, nella speranza che li esaudirai, anche se non sei un genio (mi sa che hai studiato al Cepu).
1- prima di tutto mi devi portare la pace nel mondo. Te la chiedo per primo, sennò poi me la scordo. In realtà so bene che te la chiedono in tanti, soprattutto quelle che partecipano ai concorsi di bellezza, vabbè, tu fai conto che io sia un bel ragazzo (ecco, magari mi dici:"Scusa, Max, non c'ho la pace nel mondo, ma sei vuoi ti trasformo in un ragazzo figo", e io chiudo un occhio).
2- poi devi far sì che io diventi, non dico figo (se puoi, però, va benissimo), ma almeno una persona normale. Quindi mi devi togliere l'allergia alla luce del sole, che non posso mica sempre andare in giro con gli occhi chiusi, che poi tutti pensano che sono arrabbiato e non mi parlano; mi devi togliere quel piccolo tic che tu sai e mi devi far crescere dei bei muscoli, non pompati, che poi sembro di plastica, ma quanto basta a far sì che le ragazze chiedano il mio aiuto.
3- sempre in quest'ambito, ti chiedo un'impresa che solo tu puoi compiere. Devi farmi parlare tanto, non dico che devi farmi dire tutto quello che penso, alla gente non piace sentirsi dire la verità nuda e cruda, ma devi farmi dire tante cose interessanti, il più vere possibili e inerenti qualsiasi argomento, anche i motori e le taglie di reggiseno (che son quelli che van per la maggiore). Dulcis in fundo, devi farmi dire tante battute simpatiche, ma non troppo colte, che non le capisce nessuno e poi devo spiegarle e faccio la figura di quello che spiega le battute (mamma mia che tristezza, neh, Babbo?), ma neanche troppo pecoreccie, sennò poi pensano che sono zotico e maleducato (o peggio, pensano che sia un saputello che non si comporta spontaneamente e fa il maleducato apposta). Devo saper quando essere serio (ma tranquillo e consolatorio) e quando 'fare lo scemo'. Se mi fai questa, giuro che faccio una campagna contro la Pepsi (già la faccio, quando posso).
4- per finire, devi fare in modo che nessuno mi fraintenda e tutti capiscano quando scherzo e quando no. E io devo capirlo negli altri, subito e al volo.
5- Ochèi, per non fare la lettera troppo smielosa (al pubblico del mio blog non piace lo smiele), passo ad altro. Non ti chiedo di uccidere nessuno, ufficialmente, ma ti chiedo di far sì che tutti quelli che sono ora al governo (tutti, eh!) spariscano magicamente dalla faccia della Terra. Che ne so, esiliali su Plutone. A proposito, mi devi chiarire se Plutone è ancora un pianeta o l'hanno declassato, che mica l'ho capito. No, non c'entra niente, ma son tre anni che nessuno mi da una risposta certa, già che son qui te la chiedo.
6- Tornando alla politica, gli studenti non devono aver più motivi per manifestare ogni due mesi. Quindi, fai le seguenti cose:a-elimini la riforma 3+2 e riporti gli anni universitari a 5, sennò poi si finisce come me che faccio 3 anni male perchè il tempo è quello che è e poi non ho niente in mano, e devo farne altri 2 sennò perdo la faccia in famiglia. b-elimini il precariato e incentivi la ricerca. c-mandi in galera la Gelmini. (scherzo, quest'ultimo è uno sfogo)
7- fai sì che abbia un lavoro retribuito il giusto e con orari giusti. (mica ho detto che erano regali facili, se li volevo facili continuavo a farmi regalare i Lego)
8- fammi passare gli esami di Gennaio, ti scongiuro!
9- domani mattina, quando mi sveglio, voglio aver letto tutta quella pila di libri arretrati che ho da leggere (ce n'è uno che è lì da 6 anni....no, dico:6 anni)
10- fammi dormire come le persone normali, e non che dormo 5 ore a notte e poi dopo pranzo cado in coma e mi risveglio quand'è buio. Almeno fossi come il vampiro di Moon-coso, quello per cui le ragazzine fanno gli strip.

Il tempo è tiranno, caro Babbo Natale, e anche per quest'anno, come dice Pozzetto, sei arrivato arrivato, e mo' te ne vai vai, fuori dai piedi per un anno. Spero che avrai voglia di esaudire le mie innocue richieste e che il ritardo non inficii la validità della mia missiva.
Ti auguro tante care cose, con affetto
tuo MaxBrody

giovedì 24 dicembre 2009

Lo strano caso dell'anno Jekyll e dell'anno Hyde.

Manca poco al termine di questo IX°anno del XXI°secolo del III°millennio del etc etc che mio padre comprò. Un anno all'insegna di Selene, come ben sa chi ha seguito le vicissitudini di questo blog e del suo stralunato autore, mai così lunatico da quando gli hanno chiuso la prima serie di PKNA e non sapeva più se Uno era morto o no.
Non so voi, personalmente questo 2009 è stato un'annata che ricorderò parecchio (almeno fino a quando la memoria reggerà, direi che per 2 o 3 mesi non c'è problema): un 2009 fioriero di buone e cattive notizie. Ma non come gli altri anni: anche lì m'erano accadute cose più belle e meno belle, ma la linea di demarcazione non era stata così netta com'è stato quest'anno. Quest'anno ho provato emozioni di felicità pura, come non ne provavo da, appunto, anni; e sentimenti di scoramento - come si sente nei telegiornali - e depressioni che non mi capitavano da, indovinate? Bravi, da anni.

Al chè oggi, che è la vigilia di Natale e, com'è quasi d'uopo per un anticonformista come me, l'ho passata non facendo assolutamente nulla, ma nulla-nulla, non nulla che uno alla fine si muove comunque, io non ho fatto proprio un nulla di niente, a parte leggere, e quindi, in realtà, qualcosa l'ho fatta, e allora vedete che parlo a vanvera? Perchè parlo a vanvera? Perchè è Dicembre, e questo Dicembre mi va quasi tutto storto (tanto più che per me scrivere su un blog è come parlare...cioè, italiano zero, qua, proprio).
Vabbuò, fatto sta che il 2009 è stato un anno assolutamente pazzerello. E dico 'pazzerello' per non dire altro, tipo 'del ca..'...appunto, che poi Maroni mi censura, quindi meglio 'pazzerello' e bella lì (oh, ma oggi l'italiano? Ma dov'è? Cioè, ma va' che è una roba..).
E pensare che volevo fare un post triste, invece sto sproloquiando vaccate come l'ultimo degli asinari (lo si capisce dal fatto che non so cosa c'entrino gli asinari, che è brava gente che fa un mestiere dignitosissimo).
E' anche vero che "Uomo allegro il ciel l'aiuta", ma anche che "Una buona risata si trasforma tutta in buon sangue". Insomma, si ride per non piangere, ma anche per ridere e basta. Essere allegri di spirito aiuta, ma anche no.

E se è vero che, così facendo, sembro Veltroni quando ancora esisteva, è altrettanto certo che il 2009, per qualche imperscrutabile ragione, è stato per metà un sogno e per metà un incubo.
Parto a Gennaio, deciso che questo è l'anno del cambiamento: do 5 esami in 5 settimane, sopportando neve, ghiaccio, matrimoni altrui e mille altre sofferenze inenarrabili. Sono anche prolifico, con ben 10 post pubblicati sul blog. In primavera c'è una lieve flessione, ma è compensata da commenti positivi al mio operato; e, soprattutto, la flessione è dovuta al riprendere di una vita sociale che può dirsi degna di tale epiteto. Frequento lezioni come un forsennato, prendo addirittura appunti e riesco a frequentare le stesse persone per più di due giorni di fila. A metà Marzo, poi, conosco colei che darà un vago senso alla mia esistenza per buona parte dell'annata.
Ma è tutto il clima ad essere diverso: Obama entra in carica, chiude Guantanamo e tutti, nel mondo, sembrano essere contenti. Nemmeno il nostro becero governo ne spara tante. Anzi, presto il Nemico per eccellenza viene messo alla berlina per via di scandali vari, e c'è anche il gusto di vederlo deriso e umiliato di fronte all'opinione pubblica.
In estate qualcosa comincia a cambiare. Nel mondo fumettistico, diciamo, "minore", è il patatrac. Da parte mia, però, faccio ancora in tempo a incontrare per la prima volta dal vivo alcuni miei miti: non ci parlo per la vergogna, ma almeno posso morire dicendo di averli visti. In quel momento c'è anche lei, alla quale riesco perfino a dichiarare tutto quello che provo e penso (e anche qua per me è un primato), e non ricevo nemmeno una porta in faccia come risposta.
Nel mondo le cose non vanno malaccio, in Italia purtroppo sì, e in Agosto cominciano ad arrivare i primi segnali di quello che saranno i mesi freddi.
Che poi non sono nemmeno così freddi, tanto che fino a una settimana fa avevo caldo, mentre, nei tre giorni scorsi, giusto quelli in cui dovevo prendere l'aereo e fare cose indispensabili per la laurea, ha nevicato come Dio e Trenitalia comandano. Ma già da Settembre le cose erano andate in peggiorando: due esami e le mie prime bocciature, non tanto brucianti perchè attese. Si sa com'è, la depressione. Ti colpisce ed è come prendere a pugni una punching-bag (dove voi siete la punching-bag). Quando perdi l'unica cosa in grado di dare un vago senso alla tua esistenza..........beh, non lo so, immagino che la tua esistenza perda senso. Nel mio caso l'immaginazione ha vinto sulla realtà (ma non è una novità). Anche questo lo si ritrova sul blog. Così si è continuato per tutto l'autunno, a parte rare spruzzate di real-life dovute alla lettura di alcuni libri di Eco. Eco mi apre sempre gli occhi, è un po' il mio reggi-palpebra, quando ho sonno gli dico:"cala la palpebra!" in messicano e lui si fa da parte. Io e Eco abbiamo molto in comune. Infatti lui si è rasato la barba e io me la sono fatta crescere. Siamo sempre in sintonia.
Ora è la vigilia di Natale e al posto della neve c'è la solita poltiglia marrone che tu ci cammini sopra e scivoli peggio che all'acquapark; l'Italia è stretta nella morsa del gelo, le ferrovie sono strette nella morsa della morsa, Bertolaso dopo l'album di foto che s'è fatto in Abruzzo si spertica per farsene un altro. Tutti sbraitano come bestie e addirittura per poco non ammazzavano il premier, mannaggia o putipù, s'è salvato anche stavolta. Forse il Nobel per la Pace a Guantanamo non lo chiude più adesso, ma più avanti.

Se Robert Louis Stevenson fosse ancora fra noi, direbbe:"Essere ciò che siamo, diventare ciò che siamo capaci di diventare, questo è il solo fine della vita." (O forse no, perchè l'ha già detto). Sicuramente anche lui si accorgerebbe che in questo 2009 che volge verso l'agognata conclusione c'è qualcosa che non va: è come se ci fossero stati due 2009, uno Jekyll e uno Hyde.
Un 2009 come Giano Bifronte, dunque.

No, è meglio Stevenson. Ormai l'anno è quasi finito, dovrebbe ricominciare la parte positiva adesso, no? Io credo di sì. E' dura, ma voglio crederci. E se per avere quei momenti di felicità che Jekyll mi ha dato, anche se non è durato moltissimo, sono pronto a sopportare Hyde anche nel 2010.

martedì 8 dicembre 2009

Fissazioni: destra e sinistra nella serialità popolare



Se non avete ancora visto l'ultima puntata della 3°stagione di Heroes, non proseguite nella lettura: vi spoilerete il finale. Se, però, avete visto la puntata 20 della 1°stagione (non è detto, ad esempio io ho visto tutta la 1°e tutta la 3°stagione, ma la 2°non tutta: non ci sono solo persone normali al mondo) potete andare avanti, ma temo che vi sarete fermati alla riga precedente...vabbè, affari vostri, non posso star qua fino a domani. Fatto sta che, in un caso o nell'altro, Nathan Petrelli viene ucciso da Sylar, il quale ne prende il posto e, tomo tomo cacchio cacchio, assumendone le sembianze concorre per la Casa Bianca. Ora, qui si potrebbero fare tanti discorsi su come questo aspetto della serie sia un palese rinvio alla situazione italiana (anche da noi si vota in base all'apparenza: chi è più figo e simpatico vince), a meno che non si dubiti di Tim Kring, ma non vedo perchè dubitarne...diamogli un po' di fiducia, orsù! Fidiamocisivicisivici delle persone, non chiudiamoci in noi stessi! Che poi diventiamo tutti rancorosi, ricurvi e rugosi, mentre oggi conta essere fighi e simpatici, sennò chi ti da fiducia? Nessuno te la dà, te lo dico io. Nessuno.

Comunque, dicevo, Nathan Petrelli è un politico. E i politici americani, come tutti sanno, che siano di destra o di sinistra, sono di destra. La madre, Angela Petrelli, pure è di destra, in quanto lo sostiene. Peter Petrelli è un po' dark e un po' il figo della questione, ma con sentimenti di sinistra: però è il fratello e gli vuole bene, quindi diciamo che è di destra.
E' chiaramente di destra Matt Parkman, che è uno che, in fondo in fondo, pensa solo ai cavoli suoi, e che nel futuro diventa pure il braccio destro (ancora!) del cattivo, mentre è un 'moderato conservatore' il buon Noah Bennet, costretto ad avere a che fare coi potenti e ad assumerne le pose per non essere divorato (non mi è venuta bene la metafora, uhm). Sua figlia Claire è una ragazzina, dovrebbe essere di sinistra (un giovane che non è di sinistra che giovane è?), ma è già abbastanza stronzetta a scuola, poi è pure immortale e l'immortalità, è noto, monta un po' la testa a chiunque: di destra pure lei, quindi.
Lo scienziato, Mohinder Suresh, è di destra come tutti gli scienziati, ed è ovviamente di destra Jessica Sanders, l'alter-ego cattivo di Niki Sanders, che è di sinistra ma troppo debole per imporsi. Il di lei figlioletto, Micah, è troppo scassamaroni per essere di sinistra.
Hiro Nakamura è l'eroe, e in quanto tale è di sinistra, ma è un eroe che deve scendere a compromessi per riuscire nella sua impresa, perciò è uno che da noi dovrebbe votare per il Pd, e si vede allora quanto sia di sinistra la cosa. Il suo amico Ando, che va di qua e di là, ma sul tema della giustizia concorda con Hiro, è al massimo uno da Italia dei Valori.
Poi c'è Sylar, l'assassino che uccide tutti perchè convinto di essere speciale e perchè da ragazzino è stato trattato male: due temi chiaramente di sinistra, se non fosse che il buon Sylar, ahilui, ha scelto l'estremismo per giungere ai suoi scopi, cosa che tanto pacifista non è.
Alla fin fine, allora, l'unico personaggio di sinistra in questo telefilm, stai a vedere che è Isaac Mendez, il pittore che si strafà di roba per dipingere il futuro, e che infatti è l'unico poveraccio che, tra i "buoni", fa una brutta fine.


Tim Kring (che conosce la situazione italiana, siamo certi) ci dice: bada di fare l'artista, altrimenti gli ingranaggi del potere ti faranno fare la fine di Charlot. Disilluso, Tim Kring usa i supereroi come allegoria sul doppio volto del mondo: o mangi sta minestra, o ti butti dalla finestra (o ti sviti il cranio e ti regoli il cervello, che è la terza via che ci suggerisce di seguire, ma io il cranio non me lo svito, che so' scemo? se lo sviti lui, se è tanto normale).

lunedì 7 dicembre 2009

Fumetti di destra e di sinistra. (F e I)

Nella mondo reale, si sa, i fumetti non se li fila nessuno perchè a nessuno, là fuori, viene in mente di parlare di Zagor o Asterix - se non per dire "è carino" o "lo leggi? sì, lo leggo" - mentre è più remunerativo disquisire di Cassano o di Simona Ventura; pertanto, gli appassionati di fumetti sono costretti a ritrovarsi su internet (è anche curioso constatare come gli appassionati di letteratura o di cinema possono invece discutere anche senza nascondersi, badando ovviamente a parlare a bassa voce) e, se siete di quelli che reputano dementi quelli che parlano di fumetti (1) e su internet (2), sappiatene le motivazioni e imparate a non discriminarli.

Tutta questa premessa per dire che, a furia di parlare su internet e sempre con gli stessi interlocutori, gli argomenti, per gli appassionati di fumetti, cominciano a scarseggiare. Ma per fortuna qualcosa di inedito si trova sempre. Mentre stendevo la mia Intervista al lettore per uno di questi forum di matti (fra di noi possiamo discriminarci quanto vogliamo), mi sono trovato a dover - tristemente - constatare come i fumetti, che tutti noi riteniamo portatori di valori ineccepibili e da imitare, siano per la maggior parte di destra.
Nell'intervista si citano Iron Man e la Pimpa, dichiaratamente fascista il primo, talmente stupida da credere a Berlusconi la seconda (e se seguite le sue avventure sul blog di Davide La Rosa, saprete come l'Armando sia peggio di Mussolini), e si nota come i pochi fumetti di sinistra rimasti siano alcuni Bonelli d'elite. Ma esaminiamoli uno per uno, questi destrorsi:
Tex. Un fuorilegge (quindi cattivo) che diventa ranger e amico degli indiani (i leghisti adorano minoranze di questo tipo), che risolve tutto a pugni e pistolettate non può che avere connotati missini e violenti, anche se spesso è dovuto scendere a compromessi coi democristiani per non uscire dalla maggioranza.
Zagor. Uno che si chiama lo Spirito con la Scure, che picchia chiunque disturbi la sua tranquilla Darkwood e la vita dei suoi amici, è senz'altro un leghista convinto. Cico, dal canto suo, è un provincialotto e vota quello che vota il suo amico.
Dylan Dog. Parte come comunista "di sinistra", attento ai problemi sociali, ecologici, ecc. ed è fra i primi a divulgarli al grande pubblico. Dopo Tangentopoli, come i suoi compagni, assume connotati populistici (vedasi l'amicizia con Bertinotti) e moralistici, che lo portano, giocoforza, a diventare l'emblema dell'opposizione dei nostri tempi, assolutamente speculare e complementare a ciò cui si vuole opporre.
Nick Raider: E' un ispettore di polizia a New York, ma non è cupo e disperato. In America vota i democratici, in Italia i socialisti e quindi Forza Italia.
Nathan Never. All'inizio è poliziotto, beve e cerca il pericolo, quindi è di destra, di quelli che fanno gli esaltati ma poi votano la Dc. Quindi, dopo la morte della moglie, passa a sinistra: odia il mondo e vuole raddrizzare i torti: tante sono le storie che lo vedono criticare i potenti. Quando ritrova la figlia e questa lo lascia solo, Nathan è ormai fidanzato e sereno, ma odia ancora i potenti: insomma, va un po' di qua e un po' di là, dipende chi gli da maggior sicurezza, sulla scia del Pd d'alemiano.
Legs Weaver. Un'agente di sicurezza che si spoglia in continuazione e adora distruggere palazzi, forte e sicura di sè: l'antesignana delle starlette che oggi infestano i programmi tv.
Julia. Ha a che fare col crimine e lo divulga ad altri; come tutti i criminologi che divulgano, sembra di sinistra ma non lo è. La sua strategia prevede riflessioni pacate e costruttive. Un'ex-democristiana confluita - forse con scarsa convinzione - nel PdL.
Magico Vento. Deciso e determinato, crede nella giustizia, ma non disdegna maniere forti. Un conservatore che si oppone al malcostume: IdV per lui.
Dampyr. Tesla è di sinistra, una sinistra riformista e moderna (Vendola e Obama i suoi miti); Kurjak è chiaramente di AN, anche se è pronto a seguire Fini nella sua battaglia per la civiltà. Harlan vota scheda bianca perchè è convinto che i politici facciano tutti schifo.
Gregory Hunter. Il don dell'oratorio gli ha insegnato che bisogna volere bene al prossimo, ma - ebbene sì - vota UdC.
Brad Barron. Tipico repubblicano americano alla Schwarzenegger, quindi non cattivo o xenofobo, ma convinto di agire per il bene suo e del suo Paese. Pertanto entra nel PdL laico e riformista e ne diventa l'unico membro.
Demian. Non sa chi è nè da dove viene, ma vota UdC per via della croce che ha incisa addosso.
Volto Nascosto. Leader estremista, si classifica come di sinistra ma i leader estremisti sono sempre conservatori (del loro potere).
Jan Dix. Il Jeremy Irons di casa Bonelli, con le sue trame gialle condite da elementi di arte pop, invita alla moderazione,nella più comune tradizione del Popolo delle Libertà schifaniano e bondiano(ama la cultura).
Greystorm. E' un sognatore, ma diventa presto un nerd: in quanto tale, comincia sin da giovane a ritenere tutti inferiori a sè e fa di tutto per ottenere ciò che vuole.

Passiamo ai fumetti di sinistra:
Ken Parker. In una storia legge pure "Il Manifesto" (e, come tutti gli altri, non lo capisce), che ve lo dico a fare.
Mister No. E' di sinistra in quanto apartitico, e pensa che con Obama le cose possano cambiare (ma poi si trinca del whisky, quindi il suo parere è quello che è).
Martin Mystère. Sempre bastian contrario, parte di destra (cambia donne in continuazione, fa il figo con la Ferrari), poi invecchia e diventa saggio. Liberal all'americana, vota i democratici, ed è sempre attento ai problemi ecologisti, ambientalisti, animalisti; rispettoso delle minoranze ma anche delle maggioranze, in Italia vota Pd, rimandone un po' deluso per il suo atteggiamento (troppo) attendista. Da giovane partecipò alle marce contro il Vietnam, ma solo perchè lo facevano gli altri.
Napoleone. Un fumetto di nicchia adorato alla follia dai cultori dei cinema d'essai e dei mattoni letterari di fine ottocento, roba che solo uno del Fronte Nàtionale può essere talmente folle da leggere e vedere cose del genere.
Caravan. Buoni sentimenti, storie d'amore, critiche alla guerra e al Governo, è oggi come oggi il fumetto di sinistra per antonomasia.

Si vede, quindi, come, anche nel fumetto italiano più rappresentativo, la sinistra manchi di raggiungere il pubblico dei suoi elettori. Perchè? Quali sono le cause della disfatta del progressismo in Italia?
E che ne so, se lo sapevo stavo in Parlamento, mica qua.

venerdì 4 dicembre 2009

Guarda, piuttosto che continuare così, è meglio il divorzio

Chi scrive è, come forse saprete se avete letto alcuni sventurati post pubblicati negli ultimi mesi, uno di quelli che esitano a definirsi "single".
Avrete notato subito la novità: non c'è il "non".
Sì, perchè, che lo si accetti o no, "single" è un'espressione che si sono inventati quelli che non vogliono ammettere di essere soli (volontariamente o involontariamente: dai primi è meglio guardarsi). Personalmente, quando mi chiedono lumi sulla mia situazione sentimentale, faccio lo gnorri oppure dico qualcosa imbarazzato (visto che chi mi pone domande afferenti argomenti simili è sempre un parente. Donna). Siccome, come detto, odio tutto ciò che è anche solo vagamente ipocrita (infatti mi sopporto molto poco, prima o poi mi mollerò), evito sempre di accostare la parola "single" alla mia persona.
Da oggi, però, ho un'ancora di salvezza, che mi permetterà di uscire una volta per tutte, e in maniera maschia, dagli imbarazzi succitati: quando qualcuno mi chiederà se ho la ragazza o se sono ancora single (argh), risponderò, pacatamente, serenamente, di essere divorziato.
Eh, già: secondo l'Associazione dei Matrimonialisti Italiani, come ho letto oggi su Metro (ed è un giornale che distribuiscono gratis, e quindi è buono, e in tutto il mondo, e quindi riporta il vero), i 100mila divorziati che ogni anno nascono nel nostro Paese (il quale, quindi, tanto "bel" non è) sono costretti, a causa di cavilli vari, a dare soldi e sangue (e magari qualche organo) alle ex-mogli, anche perchè, com'è noto, sono solo gli uomini a lasciare. Di questi 100mila tapini, sempre secondo la ricerca, almeno 8 su 10 diventano poveri. Molti ritornano da mammà.
Ora, io con mammà ci convivo da 22 anni, povero sono povero: per la proprietà commutativa (o transitiva) posso tranquillamente affermare di essere divorziato.
Questo, peraltro, faciliterà le cose anche nei miei (spero tanti, oppure uno solo) approcci con le legioni di ragazze che, là fuori, mi attendono con impazienza. Se tu che stai leggendo sei donna, sai bene che sentirsi dire da un tizio, che già porta gli occhiali e legge i fumetti, che è pure single, te lo fa etichettare immantinente come un inetto (per eufemismare un po'); mentr'invece, se ti spiega di essere divorziato, sei portata a pensare che il rospo qualche pregio dovrà pure avercelo, se almeno una tizia se lo è filato per qualche tempo, sposandoselo addirittura.
Naturalmente non mancherò di fare alcune opportune precisazioni: a)il divorzio è condiviso con una donna (è bene chiarirlo subito); b)sono stato io a lasciare lei (la nostra interlocutrice l'aveva già pensato, ma se lo dite mostrerete di avere le idee chiare e le farete più tenerezza/pena).
Altra importante considerazione è questa: agendo così sarò portato a pensare che se sono povero non è perchè non lavoro ma sarà solo colpa del divorzio che, lo dicono le statistiche, mi avranno inopinatamente impoverito.

Lo so, lo so, sono talmente geniale che mi sposerei.
Però esco ora da un divorzio, e non sono pronto per una storia, mi dispiace.
Urgh.

giovedì 3 dicembre 2009

Essere un vincente di nome e di fatto. Beato Leonardo.

No, non c'entra la puntata di Voyager di qualche giorno fa, in cui il vicedirettore di RaiDue, come al solito, copiava Martin Mystère (almeno sa cosa copiare) e disquisiva delle micidiali armi fotoniche inventate dal genio toscano. E' solo una coincidenza. (ma: esistono le coincidenze? Noi di Voyager crediamo di no (cit.)).
Questo è un altro post triste e sconsolato, come tanti altri di questo 2009 decisamente lunatico. Quindi, se siete pronti per rovinarvi la giornata, procedete nella lettura. Altrimenti, compratevi un quotidiano...ma l'effetto sarebbe lo stesso, tanto vale che state qua, almeno è gratis (e poi mi han detto di istallare friend connect, e se volete diventare miei friends farete contenti me e gùgol analitix).
Tutto cominciò quando, mentre ero impegnato a fare qualcosa (nulla di remunerativo, com'è d'uopo) mi venne in mente di paragonarmi a Leonardo. Non chiedetemi perchè, lui è una tartaruga ninja, io di tartarughe non ne ho, ma solo mozzarelle (motivo per cui le ragazze latitano da più tempo di Provenzano), però son fatto così: quando devo fare qualcosa di serio, escogito sempre un modo per distrarmi, se nessuno provvede a fornirmene uno.
Non mi trovo in un bel periodo della mia esistenza, nemmeno in uno brutto, a dire il vero, anzi è il solito grigiore che da qualche anno mi accompagna, però tendo a deprimermi in continuazione, quest'autunno. Poi mi accorgo che Leonardo è nato a Vinci, ed è stato un vincente per tutta la sua vita: ha inventato l'aliante, l'elicottero, il sommergibile, il coso che crea i terremoti (secondo Giacobbo), ha dipinto "la Gioconda", ha creato il codice per Dan Brown, ha fatto mille cose e gli sono riuscite tutte. Ha avuto un sacco di amici, viaggiava sempre in belle città. Probabilmente ha avuto anche una ragazza. E tutto questo fregandosene dei pregiudizi della gente.
Eh, beato lui. Io sono di Lecco, e qui già si capiscono molte cose. Non invento nulla (neanche un titolo decente per il blog), viaggio sempre, sì, ma come pendolare (dopo un po' il panorama stanca), sui giudizi altrui ci campo e, soprattutto, quando mi capita una cosa bella come non mi capitava da tanto, riesco a perderla nel giro di tre mesi.
Eh, no, Leonardo. Io non ci sto più. Dimmi dove hai messo il coso che crea i terremoti, subito.

sabato 21 novembre 2009

"Citate, citate...qualcosa resterà". Già, ma chi l'ha detto?

Una caratteristica fondante delle riviste d'enigmistica, come tutti sanno, è quella di presentare, in ogni numero, una certa quantità di aforismi, citazioni e motti pronunziati da personaggi famosi della letteratura, della storia, della scienza, della cultura in genere.
Il perchè di questa operazione costituisce a sua volta un enigma, e, del resto, di riviste che campano sui rompicapi stiamo parlando, perchè smentirsi?
Queste citazioni, questi aforismi, seppur attribuiti ad individui diversissimi fra loro, appartenenti a culture di periodo storico e ambito sociale diversi, hanno due peculiarità in comune, riscontrabili in tutte:
1-sono attribuite sì a personaggi storici famosi, ma spesso e volentieri non i PIU' famosi. Voglio dire, ho una rivista sottomano: vi compaiono Shakespeare e De Crescenzo, ma anche Alphonse Allais e Erich Maria Remarque...a me dicono qualcosa (comunque poco), ma per il volgo (e sappiamo che i maggiori acquirenti delle riviste d'enigmistica sono le casalinghe annoiate, i pensionati che vanno al mare e quelli che, come me, si credono colti ma non lo sono per nulla) questi nomi dicono nulla.
2-tali citazioni, di solito, dicono cose banalissime, di un'ovvietà sconcertante; oppure dicono cose che appaiono senza senso ma portatrici comunque di un significato recondito, ma che, nella realtà, sono effettivamente senza senso. Traggo sempre dalla rivista di prima. Laurence Durrell (chi??) sentenzia:"Le migliori lettere d'amore di una donna sono quelle scritte all'uomo che lei tradisce". Lapalissiano. Thomas Paine fa di peggio:"Noi stimiamo poco le cose che otteniamo a basso prezzo:è soltanto l'avere un prezzo elevato che dà ad ogni cosa il suo valore". Paine ci dice, in soldoni, che ciò che è caro lo è perchè è caro. Ma che caro. Sentite Goethe:"Quando si sa mettere a frutto un buon consiglio è come se si sapesse far da sè". Sembra una frase di quelle storiche, tipo "I have a dream". Ma, se si ragiona, si capisce che l'alemanno dice una castroneria: se io ho avuto bisogno di un consiglio è perchè da solo quella tal cosa non sarei mai riuscito a farla. Quindi la frase perde di senso, anzi non lo ha per nulla.

Insomma, questi sono esempi, ma se sulle riviste d'enigmistica non leggete solo le vignette, vi renderete conto che gli aforismi son tutti così. Ragion per cui se ne può trarre una sola deduzione: che chiunque dica delle cose può ambire ad apparire su una di queste riviste. Ecco il motivo che mi ha spinto a dire delle cose, sì che nel 2044, sul n°15332 della Settimana Enigmistica, possano finalmente comparire le mie argute osservazioni. Ve ne presento alcune, certo che i posteri ringrazieranno l'iniziativa.

"Quando una cosa va male, è bene pensare che possa solo migliorare, tenendo presente che potrebbe anche andare peggio."

"Quando piove ci si bagna, a meno di non avere con sè un ombrello. In quel caso, sarà l'ombrello a bagnarsi."

"Quando, dopo aver passato 3 ore a scrivere al computer, ci si accorge di non aver salvato il file, restano solo due cose da fare: o si insulta Dio, o si insulta con colui che ha creato Linux. In ogni caso si insulta un Signore."

"I treni sono chiamati 'cavalli di ferro' perchè, come un tempo le diligenze trainate dai chiomati equini, si sfasciano sempre lungo il tragitto."

"Chi vota Berlusconi lo fa per un conflitto d'interessi."

"Il comunismo è morto, la destra non è mai nata, al centro c'è il nulla. Ma allora, noi per chi ci scanniamo?"

"Se tte sposi per sette fratelli, nun fai prima a sposatte direttamente loro, invece de la sorella?"

"Un bianco campo aravo, un bianco versorio tenevo, un seme afroamericano vi seminavo"

"Non è che non ci siano più le mezze stagioni, è che esse non sono altro che quelle intere divise a metà."

"Eppure sono sicuro che nel far west il digitale terrestre non si prendeva ancora."

"Il destro scrive con la destra, e quindi è fascista. Il sinistro è spaventoso, e si infortuna spesso. Chi scrive è, sempre e comunque, un artista maledetto."

"L'amore è una cosa meravigliosa, ed è anche un film di Henry King".

"Cos'è l'amore? Il frutto dell'arovo."

"La vita è fatta a caste. Ma dubito che siano molte, quelle ancora vergini."

"Se c'è la salute c'è tutto. Quindi ciao ciao."

lunedì 16 novembre 2009

Photo fobia!















Questo blog sta diventando sempre più uno studio medico. Mah, la cosa non mi dispiace: la medicina è una scienza che ho sempre ammirato, ma della quale non ho mai capito un tubo che fosse uno (ma questo è discorso che vale per tutte le scienze). E poi chi non vorrebbe essere un medico? Diventarlo significa acquisire uno status sociale notevole, e immediato e irrevocabile rispetto da parte di tutti, anche se poi, magari, fate come il mio, di medico: vi date alla politica - dalla parte del nemico - e vi presentate in studio una volta ogni tanto, a salutare le vecchiette, le quali, come si sa, stanno male per contratto e vanno dal dottore solo per leggere "Famiglia cristiana" o le riviste di moda degli ultimi anni, fondamentali orpelli di ogni studio medico che si rispetti.
Foto-fobia, come ogni democritiano vero sa (nel senso di 'discendente di Democrito'), deriva dal greco o da quelle parti lì, e significa "paura delle foto". Poi c'è anche chi, invece, lo legge come "paura del sole", ma siamo in pochi...non ci crede mai nessuno.
Eh, sì: ci credereste? ci sono persone che non amano essere ritratte su pellicola, per le ragioni più disparate, di non facile comprensione. Nella società dell'apparire, in cui l'abito non solo fa il monaco, ma pure il prete, il rabbino, l'imam e il tronista, qualcuno ancora preferisce il non visto al mostrato a tutti i costi, ama passare il tempo giocando a nascondino, non compare su facebook ed è dell'idea che, se la fortuna è bendata, la sfiga ci vede benissimo.
Quali sono le cause che provocano in questi sventurati tale sincope? Se lo sapessi non starei qui, ma starei facendo il medico con qualche prosperosa cinquantenne. Però si possono azzardare delle ipotesi.


Ipotesi n°1: Jessica (un nome scelto rigorosamente a caso) non ama farsi ritrarre perchè è convinta che chi ha scattato la foto la riutilizzerà per cose sconce. Jessica, che ha un passato cattolico che nemmeno Eymerich l'inquisitore, soffrirebbe, in questo caso, di un disturbo meramente pissicologgico, dovuto a prudenza, temperanza, fortezza, castità, e un poco di malizia, profumo d'intesa. La cura che possiamo consigliarle è di fidarsi maggiormente delle persone, e quando, al momento dello scatto, dovesse sentirsi rivolgere domande quali "Puoi sollevare un po' quella gonna?" o "Puoi mostrare di più quella scollatura?", la nostra amica non pensi male, si vuole solo donare la sua bellezza al mondo...cosa v'è di più cristiano?
Ipotesi n°2: Jessica non vuole apparire in foto perchè pensa di non essere all'altezza. Ma, cara Jessica, non sai che in foto chiunque viene male? Se ne parla anche nella narrativa popolare: Leo Ortolani ce lo racconta nel capolavoro "La fototessera". Quando si scatta una foto, è tipico cercare di assumere una posa, per non sfigurare con gli altri presenti, per cui c'è chi sorride cercando di nascondere i denti gialli e sembra una trota impagliata, chi chiude gli occhi, chi si volta, chi fa le corna, chi la 'vu' (o il 2, la cui funzione è tuttora al vaglio degli esperti), chi ha gli occhi rossi, chi pare ad un funerale, chi Hannibal Lecter, chi un robot spento. L'atteggiamento giusto da adottare è: uniformati alla massa. Se gli paiono degli zombie, tu fai Romero. Se ti sembrano dei pesci lessi, poniti come un totano. Ma la fuga è da codardi, Jessica. Che vuoi che succeda? Al massimo ne viene fuori una cosa orrorifica, che guarderete solo voi astanti; certo, magari poi qualcuno la userà per cose sconce; ma in quel caso, più sconci di così, con quelle facce, sarete, ancora una volta, uniformati alla massa.
Ipotesi n°3: Jessica odia che le venga puntato un flash contro. Beh, qui le ipotesi sono due: o non è un'amante di supereroi; oppure odia la luce. In questo secondo caso, la nostra amica, più che photo-fobica, sarebbe fotofobica. Ma allora non le crederebbe nessuno.

Sennò fate come me, che nelle foto guardo solo i paesaggi, e cerco di immaginare il momento dello scatto. Anche perchè, a me piacciono gli horror, ma lo splatter preferisco evitarlo.

sabato 14 novembre 2009

Next: Panorama vs L'Espresso - don't miss the match!














Un paio di settimane fa, per soddisfare taluni bisogni fumettiferi, ho dovuto fare violenza su me stesso e acquistare Panorama, rivista che non amo molto. Per cercare in qualche modo di compensare il deficit democratico che questo gesto mi ha comportato, ho provveduto ad acquistare anche la rivista sua nemica, L'Espresso, per la quale non mi strappo i capelli, ma di cui, perlomeno, condivido le linee programmatiche.
Sicchè, se non altro per giustificare l'ingente spesa, ho dato un'occhiata alle due riviste e le ho messe a confronto: ne ho dedotto che entrambe sono esattamente lo specchio della società in cui viviamo, e che il loro pluridecennale successo è più che meritato. Infatti, proprio come il maggior partito al Governo e il maggior partito d'opposizione, esse si equivalgono, pur trovandosi su posizioni diametralmente opposte. Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto è curioso notare come entrambe siano costate 3 euro. Un prezzo assolutamente equo, per rapporto quantità/prezzo, forse un po' eccessivo per la qualità, ma la società moderna è la società del "tutto e subito", del "più ce ne è, meglio è", del "come va, va". Chi scrive condivide la teoria dell'accumulo, e non può fare a meno di dare a Cesare quel che è di Cesare, conferendo a Panorama un vantaggio di almeno due punti, se non tre, sotto quest'aspetto. Perchè, vediamo, acquistando Panorama per 3 euro mi sono portato a casa, in ordine di apparizione(su quest'ultimo torneremo più avanti):
-un foglio che riproduce la copertina della rivista, sul cui retro pubblicizza la propria collana di road-movie, con titoli quali Easy Rider, Thelma&Louise, Duel;
-la rivista;
-un volantino che offre ai lettori la possibilità di un abbonamento congiunto fra Panorama e la rivista scientifica Focus, a prezzo ribassato;
-un altro volantino che reclamizza una collezione di oggetti da tavola ottenibili tramite punti-spesa all'Esselunga;
-il numero di Novembre del mensile First, con copertina a doppia pagina mostrante Dita Von Teese ignuda in un 'vedo-non vedo' di indubbio effetto.

Sborsando 3 euri, nel frattempo, con l'Espresso si poteva ottenere:
-un foglio che riproduce la copertina del numero, sul cui retro si invita i lettori ad abbonarsi alla rivista;
-un catalogo tascabile di cose per la casa;
-la rivista.

Insomma, un 5 a 3 per Panorama; ma aggiungiamo un punto perchè uno degli allegati è addirittura un'altra rivista completa, ed ecco che il lettore indeciso e voglioso di carta avrà probabilmente convenuto che L'Espresso non fa per lui. E questo lettore, si badi bene, non è solo, ma è uno fra i tanti. Il che è ovvio: L'Espresso mi allega un noioso catalogo di lampade e sgabelli, di una marca semi-sconosciuta, su sfondo bianco, tutte cose che chiunque può trovare all'Ikea la Domenica pomeriggio. Panorama, invece, mi da tanti volantinetti colorati, sottili sottili, non ingombranti, mi da la cultura come le donne nude, Focus come Dita Von Teese. Panorama si mostra sin da subito per quel che è, lo trovi immediatamente sotto il foglio; L'Espresso no, sotto il foglio c'è il catalogo, non la rivista, sicchè uno che vota Radicali o DiPietro e si crede un intellettuale di sinistra, pensa di trovarsi fra amici e si trova costretto ad assistere alla mercificazione dei propri ideali:L'Espresso che supplica abbonamenti (mentre in quello stesso spazio Panorama offre film di culto), l'Espresso che pubblicizza sedie quando un tempo solo gli abbienti si siedevano. Panorama regala al lettore l'illusione di calarsi nel mondo, L'Espresso cala il mondo su di lui; Panorama ti mostra come sono belli i quadri di Caravaggio, L'Espresso ti chiede perchè Dalì dipingeva gli orologi deformi, e pretende una risposta, quando non lo sapeva neanche Dalì stesso.

Panorama strilla in copertina:"La verità sul vaccino, 60 risposte per non avere paura dell'influenza A"; L'Espresso, sommessamente, sussurra:"Saviano - Il mercato del sesso", che c'è pure la parolaccia e un papà non si porta a casa la rivista con le parolacce, che magari la figlia piccola ci mette le mani sopra e fa domande scomode. Panorama rilancia, ammiccando al cliente dell'edicola:"Guardate la malasanità-viaggio shock negli ospedali", e come si possa guardare una cosa astratta a noi non è dato sapere; ma non importa, perchè tanto L'Espresso in copertina ha il viados e poi anche il d'alemiano più accanito non ne può più di 'sto Saviano, che sta sempre in tv e se lo sfruttiamo troppo c'è il rischio che stanchi (senza contare che ora parla pure con i trans, e dopo Marrazzo sarebbe più opportuno tacere: lo sappiamo tutti, con i trans è bello andarci, ma parliamone il meno possibile). Panorama coglie l'attimo, L'Espresso cita il 'dopo-Berlusconi' e difetta di senso politico: e che una rivista non schierata non dovrebbe far politica è un'altra cosa che Panorama ci insegna.
In Panorama, dopo qualche pagina di pubblicità c'è l'editoriale, con l'attualità più stretta in primo piano (la decisione della Corte Europea di togliere il crocifisso a scuola è definita "atto di violenza":la sofferenza provata da Mulè è tangibile anche dall'ateo più impietoso) e si chiede una riconciliazione fra le parti, mentre, dall'altra parte, una battuta di Altan sugli stupri preannuncia Giorgio Bocca, secondo il quale - ma tu pensa - la mafia è un pericolo reale, un articolo sulle opinioni come forma di esistenza per depressi (nel quale mi riconosco) e uno che chiede "meno potere ai professori", auguri. In Panorama c'è un altro po' di pubblicità, ma poi c'è subito il sommario, così il lettore occasionale è in grado di orientarsi quanto prima, mentre il lettore fedele sa immediatamente come ritrovare i suoi opinionisti preferiti:Vittorio Feltri, Bruno Vespa, Giuliano Ferrara, Carlo Rossella..ci sono tutti. Sa ritrovare subito l'articolo che parla bene della Gelmini, quello su Michelle Hunziker che combatte la violenza sulle donne, quello sulla tipa secchiona cacciata dal PD. Sa che a pag.75 si parla male di Repubblica, che a pag.86 Vespa ricicla il suo ultimo libro, e che a pag.113 ai poveri liberali tocca pure "sdoganare" Cuba (Castro ormai è andato, perchè non approfittarne?).
Mentre sull'Espresso il sommario è a pag.31, e prima di arrivarci occorre sopportare un sacco di notiziole mordi-e-fuggi su Camilleri, Tullio Pericoli e un sacco di altri nomi strani, si parla male di Feltri, si legge Travaglio, sino alla pagina satirica di Michele Serra, che fa più pensare che ridere, e allora che satira è? (si chiede il lettore occasionale). Gli affamati di cultura come il sottoscritto, però, possono giovarsi dell'Espresso, peccato che venda come roba grossa gli inediti di Luigi Tenco e l'articolo - inedito, ma del 2004, quindi vecchio - di Alda Merini, che dice più volte di essere matta. E tutto questo quando su Panorama si può trovare il reportage sulle riprese del nuovo film di Twilight, che - quello sì - promette colpi di scena a non finire, oltre ad un saggio che parla male del PD e ad uno sulle crociate dei cristiani (croce e sangue, da Dan Brown in poi, sono tutto miele che cola). Per chi ama informarsi su quel che accade nel mondo, Panorama ci porta a casa di Schumacher, ci fa toccare con mano i commessi-modelli del nuovo Abercrombie milanese, e ci svela che presto sarà possibile andare da Milano a Venezia guidando sull'acqua; L'Espresso, da parte sua, è insolitamente positivo: una lode a Zapatero e una ad Al Gore ci dicono che forse il mondo non è così brutto come sembra. Entrambe le riviste parlano di coloro che muoiono nelle carceri, ma possiedono un diverso senso dell'umorismo: L'Espresso deride Lotito e ironizza su Clooney; Panorama, più grossolano, sfotte i trans, sogghigna su Platinette e promuove la risata come cura per il cancro (sic!). L'Espresso ci fa conoscere meglio Baremboim e Dalmine, e come film sceglie "Mio fratello è figlio unico", mentre Panorama ci da "Wolverine - le origini" (e chi ama i fumetti sa dove schierarsi).
Per concludere, Panorama è solito chiudere con "periscopio", in cui si spettegola di qua e di là e si mostrano un paio di poppe femminili, che fanno sempre bene alla salute (non solo dei maschi, le donne sono sempre solite andare in bagno assieme e scambiarsi pareri sui loro petti e sederi). L'Espresso ospita, nell'ultima pagina, la Bustina di Eco o, in questo numero, la rubrica di Scalfari, al quale il suo quotidiano probabilmente non basta per parlar (male) del razzismo. Anche qui, si vede come, seppur L'Espresso sia assolutamente condivisibile nei suoi intenti, è Panorama quello che meglio sa intercettare le ambizioni degli italiani.
Per cui, vince Panorama? Beh, a questo non posso certo rispondere io. Si confronti con i rispettivi schieramenti cui le riviste fanno da specchio sociale. Quello che posso dire è che le poppe femminili sono belle, ma il buon senso e la democrazia ancora di più (più o meno).



Nota: l'immagine è a puro scopo illustrativo. Il confronto è stato operato sui numeri del 6 Novembre.

martedì 10 novembre 2009

Omofobiafobia.

Come si può notare dal video, persino la Ministra per le dispari opportunità s'è lanciata nella crociata contro la cosiddetta omofobia. Ma perchè l'omofobia sembra essere stare così tanto a cuore degli italiani, quando fino all'altroieri tutti se ne sbattevano allegramente gli ammennicoli? Cos'ha di così brutto, questa omofobia, da provocare l'indignazione dei benpensanti, degli anarchici, dei ricchi, della plebe, dei gay, degli hyppie, degli etero buoni, degli etero che odiano i gay, dei divorziati, dei cattolici e di quelli che, fino all'altroieri, non sapevano nemmeno cosa si suole indicare con questo termine ingeneroso (e che quindi se ne sbattevano allegramente gli ammennicoli)?
Tutti coloro che hanno un pizzico di dignità sanno che non bisogna discriminare gli omosessuali, che non bisogna discriminare le persone "normali" [termine che non vuol dire nulla, ma è usato per convenzione per indicare coloro che, nei rapporti - prevalentemente sessuali - interpersonali, seguono la strada indicata dalla religione cattolica, cioè l'uomo va con la donna, l'animale maschio va con l'animale femmina(a patto che sia della stessa specie: questo però non vale per la donna umana, che può anche andare con i cavalli, basta che i preti non lo vengano a sapere)]. Tutti sanno che, anzi, è preferibile non discriminare nessuno, nemmeno quelli che, dopo 10 anni, ancora guardano il Grande Fratello (i quali devono avere una pazienza infinita per sopportare da una decade le stesse cose: anch'io seguii il Grande Fratello, il 1° anno, ma dopo un mese mi ero già rotto le scatole di Taricone e Cristina, e poi il sesso: si parlava, si parlava, ma non se ne vedeva mai). Insomma, il punto è questo: che non bisogna discriminare nessuno lo sapevamo tutti. Le leggi, in parte, già c'erano; e quelle che non c'erano è giusto che ora vengano aggiunte. Ma c'era il bisogno di pompare il tutto così tanto? (Soprattutto dopo che per l'influenza suina ci ripetono fino allo stremo di non creare panico; e hanno anche ragione, per carità: che poi muoiano 1-2 persone al giorno a noi poco ce ne cale, tanto son tutti vecchi ammalati o bambini col sistema immunitario ancora debole, era inevitabile che finisse così).
Ora, qual è il problema su cui voglio soffermarmi? Il problema è nella scelta del termine. Omofobia è sbagliato. Chi è fobico di qualcosa lo è perchè ha paura di questo qualcosa. Ed ha paura di questo qualcosa non perchè si è alzato la mattina e ha deciso di averne paura: un aracnofobo, alla vista di un ragno, non gli dice:"Tu, brutto ragno, mi fai schifo. Ho paura di te!", ma semmai scappa. Un agorafobo, alla vista di una bella piazza deserta, urla o si blocca o piange o che so io (non ne ho mai incontrato uno, e mi limito ad ipotizzare), non minaccia la piazza apostrofandogli:"Piazza di cacca!". Un gruppetto di di anti-gay, invece, alla vista di due ragazzi che si baciano, sfodera le mazze chiodate e prende i poveretti a mazzulate-chiodate, magari sbeffeggiandoli con "Gay di merda" o "froci schifosi" o che so io (anche qui, non ho mai assistito di persona a scene simili, per fortuna, ma le ipotesi sono abbastanza verosimili, sfogliando i giornali ce se ne accorge), ma di sicuro questi tizi non ne hanno paura e non scappano alla loro vista. Al più ci sono i benpensanti che, visti due uomini baciarsi, si voltano dall'altra parte, ma quella è ipocrisia, è da sempre esistita e sempre esisterà. Anch'io mi volto quando vedo qualcuno vomitare: sono forse ipocrita? Sì, lo sono, perchè uno che vomita lo fa generalmente perchè sta male, e dovrei aiutarlo, anzichè voltarmi. Ma, se permettete, prima mi volto, poi, quando ha finito, lo aiuto, se vuole essere aiutato (e se non è ipocrita lo vuole). Non bisogna andare tutti d'accordo per forza, ma rispettarsi sì.
Chi è omofobo, stando alla lettera, ha paura dell'uomo. L'uomo come "essere umano", a meno che non si voglia indicare come omofobo chi ha paura del maschio, ma allora tanto vale che mi dia al femminismo: con i maschi di oggi, e mi ci metto di mezzo anch'io, che basta dargli un calcio sugli zebedei e li stendi, che paura si possa avere è per me arcano irrisolvibile. Ma torniamo a noi e poniamo che omofobo sia chi ha paura dell'essere umano. Dovrei specificare: dell'ALTRO essere umano. (Non sto nemmeno a discutere su chi ha paura di sè stesso, entreremmo nel campo della psichiatria, e a me gli psichiatri fanno paura, di solito sono più matti dei loro pazienti). Chi ha paura degli altri sarebbe omofobo. E qui la questione assume due vie. La prima è quella della malattia, sulla quale non voglio addentrarmi, per incompetenza. Come si fa per ogni tipologia di malattia, è da non prendere sottogamba. La seconda via è quella della stupidità. Postulato che una persona non è insana di mente, se la fobia non è dovuta a fattori di devianza - chiamiamola così, ma è termine moralmente errato anch'esso - dalla comunità, allora è dovuta senz'altro a stupidità. Quando salgo su un treno, e la carrozza è deserta come nei Tartari, e il secondo passeggero, pur con vagonate - letterali! - di posti a disposizione, si siede proprio accanto a me, si profilano nella mia mente le torture più sadiche che potrei sperimentare su quel malcapitato; quando vado di fretta e incappo solo in vecchiette che passeggiano beatamente nelle boulevard che conducono alla metropolitana o ai treni (chè, gira gira, sempre colpa loro è) oppure quando una persona (sempre la stessa) mi pone la stessa domanda mediamente ogni due giorni, in entrambi i casi mi chiedo perchè non abbia fatto il killer, vista l'efferatezza che potrei dimostrare in quei momenti.

Vi sarete chiesti perchè mi sia dilungato così a lungo su questo tema. E' che negli ultimi tempi questi pensieri che ho appena descritto mi tornano con costante regolarità, ragion per cui mi sono posto il problema se non stessi diventando anche io un omofobo. La risposta è no, almeno non nel senso che la Carfagna intende. Non scappo alla vista delle persone, nè mi provocano ribrezzo o altro. I miei sono pensieri stupidi, che mai e poi mai metterei in pratica, ma si sa che il brutto della teoria è che tutto, anche la cosa più immonda, è teorizzabile (da qui la stupidità). Mi sono, però, reso conto che, man mano che passa il tempo, mi sto 'asocializzando' sempre di più e provo sempre meno voglia di fare nuove conoscenze. Non ho amici veri da parecchio tempo, quelli che avevo non si sono dimostrati tali, e questo mi ha reso diffidente di fronte a sconosciuti. C'è una forte tendenza alla superficialità, almeno dalle mie parti. Per cui, si ride, si scherza insieme, si parla, e poi chi s'è visto s'è visto. Non ci si cerca, si ha sempre altro da fare. Ma questa non è amicizia, è tenersi compagnia per qualche tempo, forse per non sentirsi soli. Ma soli di che, quando al mondo siamo in 7 miliardi e ovunque cammini c'è gente che ti taglia la strada all'improvviso o che ti chiede soldi? Delle tre, l'una: o la maggior parte di questi 7 miliardi di persone è malata, e allora gli psichiatri sono tutto fuorchè matti e hanno capito come campare senza problemi; o la maggior parte è stupida, il che non è nient'affatto improbabile; o forse la vera paura che tutti, chi in fondo in fondo chi in superficie, abbiamo è un'altra: la paura di essere omofobici.

martedì 3 novembre 2009

Alla fin della fiera, è sempre la stessa storia.



Ma com'è che a Novembre tutto sembra sempre ripetersi, a questo mondo iterativo? E, come ogni anno, Putin c'ha freddo e non vuole dare il gas; e, come ogni anno, un politico della sinistra si dimette e costringe tutti alle elezioni anticipate; e, come ogni anno, la StarComics promette miniserie come se piovesse; e, come ogni anno, mi prendo l'influenza per colpa di quelli che, una volta saliti sul treno, sentono l'impellente bisogno di aprire la finestra, manco fossimo ai tropici.
La nostra società vive di punti fermi: si pensi al GF, tornato per la decima volta consecutiva (non che la cosa mi dispiaccia: per il decimo anno consecutivo ho la certezza che non guarderò Canale 5, il che non è certo un male).

Su questo stuzzicante e angoscioso tema, un'analisi è stata tentata, anni orsono, da quel grande sociologo delle masse che è Angelo Branduardi. Nella canzone "Alla fiera dell'est", il Branduardi sfruttava il meccanismo della "ripetizione ciclica" per seguire le peripezie dello sventurato topolino acquistato dal papà alla fiera, sino allo svelamento finale.
Non stiamo qui a leggere l'intero testo, che, come si è detto, gioca tutto sulla continua litania dei due soldi e del mercato orientale, oltre che sull'estenuante elenco di 'cliffhanger di strofa' (i quali, assommati, sono la gustosa applicazione "su strada" della teoria cosiddetta 'dei 6 gradi di separazione' - quella per la quale io conosco te, che conosci Silvio, che conosce Mangano, che conosce Riina, che conosce Al Capone, e così via).
Ci basti l'ultima strofa, che contiene il succo della vicenda.

Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E infine il Signore, sull'angelo della morte, sul macellaio,
che uccise il toro, che bevve l'acqua, che spense il fuoco,
che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto,
che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Oltre al danno, la beffa: i due soldi, al padre, chi glieli ridà? Non può nemmeno pregare (ammesso che sia credente, e se lo è, che lo sia di religione cattolica), giacchè è proprio Dio a dare il via a tutto. Forse che il Branduardi voglia rimandare al Gran Giogo della Vita? Con quei capelli che si ritrova, forse lo vuole pure. Ma a noi interessa ora un altro aspetto della questione: la ripetizione. Che poi anche questa faccia parte della volontà del chiomato cantante, è possibilissimo: ti mostro la realtà, ma se la realtà è iterativa - e questo l'abbiamo dimostrato sopra - allora ti mostro l'iteratività. Come a dire, Socrate è mortale, come tutti.

E allora: se, nonostante il topo venga continuamente mangiato dal gatto, il quale viene morso dal cane, che viene picchiato dal bastone (ma chi lo muove? Forse Dio? Branduardi, sogghignante, non nega), il quale a sua volta viene bruciato, il fuoco spento, l'acqua bevuta, il bue ammazzato, il macellaio colto d'ictus, sino a Dio assassino di angeli; se, nonostante tutto questo, il padre insiste, imperterrito, ad ogni strofa, a comprare un dannato topolino, pur consapevole del destino che lo attende e dei giochi politici che questo gesto metterà in movimento; se il padre (che non è stupido; è dell'est ed è ricco, ma non è stupido), se quest'uomo, conscio di essere la causa dello sputtanamento di Dio Creatore -perchè di questo si tratta - non esita un momento a dare il via al loop...se non fa lui, perchè non dobbiamo farlo anche noi?

Perchè no?
Perchè Putin ha freddo, ad esempio. Ed è meglio non farlo scaldare troppo.

venerdì 30 ottobre 2009

Non ci sono più le marche di una volta.

I più, vedendo il blog fermo da giorni, si saranno chiesti: "ma dove sarà finito il manovale che muove il blog?". Altri avranno girato la rotellina e avranno scoperto che, tecnicamente, il blog non è proprio fermo, ma volendo può anche scorrere verticalmente. Altri ancora avranno ipotizzato "Ma se il blog è Fermo, allora è marchigiano?" e si saranno fatti una grossa risata, bontà loro. Ma torniamo ai più. Sicuramente, dopo essersi posti la domanda, avranno tentato di darsi una risposta (dare una risposta ad ogni domanda è l'unica cosa che ci distingue dalle bestie, dagli insetti e dall'avvocato Mills. E anche da Previti, però non mi pareva il caso di specificare, avendo indicato la specie). Marzulliani come solo Capezzone può essere, avranno proposto diverse opzioni: è andato in transatlantico; è andato sull'Atlantico; è andato a trans; è andato, andato, andato, scurdammoce o' passato, simmo napule, paesà.
Ho fatto diverse cose, in questi giorni, in cui il blog era nell'ex-provincia picena (a fermo, ah ah ah...bontà mia). Non starò ad elencarvele tutte, anche perchè non credo esista qualcuno che brama di conoscere i dettagli delle mie colazioni o delle volte in cui ho fatto tappa al gabinetto (e vi assicuro che evacuare la Casa Bianca non è uno scherzo). Mi chiedo chi capirà questo doppio senso. Non c'è nulla di male, per carità: io non capisco mai i doppi sensi. Difatti non ho ancora la patente. E nemmeno il porto d'armi. Direte: che ci devi fare col porto d'armi? Che ne so, metti che capito su un molo e qualcuno mi minaccia, almeno posso difendermi. I marinai sanno essere spietati. Del resto, provate voi a stare per molto tempo senza una donna...io l'ho fatto per 22 anni, per questo non prendo il porto d'armi. Sarebbe come mettermi contro me stesso. Cosa che faccio tutti i giorni, peraltro. Un'altra cosa tipica dei marinai è promettere, promettere, e non mantenere la promessa. Ho già nominato la patente, potrei nominare un sacco di altre cose, ma sarebbe un elenco di nomine, e se uno vuole leggere un elenco di nomine va sul sito del Ministero o si prende un saggio di filologia umanistica e ne trova a bizzeffe (e a Fermo, lì non manca nulla). Credo, poi, d'aver capito perchè le promesse non vengono mai mantenute. Innanzitutto, le promesse, come si deduce dall'articolo determinativo, sono femminili, e nessuno vuole mantenere una donna, che poi magari si mette con te solo per i soldi, e vuole che la porti a teatro, e al cinema, e poi vuole fare l'indipendente, quindi non cucina più, non ti stira i vestiti, non lava, a questo punto meglio i trans, che almeno fanno dimettere i politici (è sempre godurioso vedere un politico dimettersi, inutile negare). L'altro motivo è che la promessa, s'intuisce facilmente, è clericale: pro-messa, a favore della messa. Dio ce ne scampi! (dicono i marinai). Io neanche faccio l'offerta volontaria, se non mi costringe qualcuno, figurarsi se sono a favore delle messe. Una volta ci andavo, chè mi piaceva dire kyrieleison,christeleison ma poi è arrivato Nietzche e mi è passata la voglia. Ogni messa, un funerale...sai che palle? Meglio una crociera sull'atlantico. Con una donna o con un trans? Mah, è uguale..tanto, mica devo mantenerli, no?


Allora, i più: dove sono stato? Da nessuna parte, ovvio. Sono rimasto qui.
Fermo.

mercoledì 21 ottobre 2009

Ungaretti bloggarolo che non sei altro.

Si
sta come
d'
autunno
sugli alberi
le
f
o
g
l
i
e

Sì. Sì che cosa? Sì, il blog latita. Perchè? Chiedigli: Io sto bene, e tu? (sottinteso:e tu, come stai?). Gliel'ho chiesto. E allora, come sta? Sta come l'autunno. Anzi, come d'autunno. Il 'ruvido' del d' contro il 'molle' del l'. La malinconia della stagione post-estate è anche questo. Anche la spugna che uso per lavarmi è ruvida. E' malinconica anche lei? Sì, perchè viene usata molto di rado. Ma non divaghiamo. Qual è il simbolo dell'autunno? Le foglie morte. Esatto. Il blog è una foglia morta? No, no. Dove si trovano queste foglie morte, quando ancora non sono morte? Sugli alberi. Proprio lì. E quando cade? Beh..cade. Cade. Esattamente. Come quelle lettere che vedi lassù. L'autunno è la stagione della decadenza. Quindi, riassumendo: hai capito perchè il blog latita? Perchè è caduto.



No, perchè è andato a lavarsi.

domenica 11 ottobre 2009

Pura fantascienza. (?)

[...]
A ogni modo, penso che ormai tutti si siano fatti la loro opinione, e che voi non riuscirete a fargliela cambiare.

-Non è necessario- dissi.
-Lo sapete perchè la gente vota come vota, Connick? Perchè non vota in base a un'opinione, ma in base a una tendenza e persino a un impulso. Francamente, preferirei votare per voi, piuttosto che per Schiltz. Lui è più facile da battere. E' ebreo.

Connick disse irritato: -A Belport certe cose non succedono, caro mio!

-Volete dire che non esiste antisemitismo? Certo che no. Solo che se un candidato è ebreo, e salta fuori che quindici anni fa ha cercato di andarsene da un parcheggio senza pagare...e salta sempre fuori qualcosa del genere, Connick, credetemi...gli voteranno contro perchè ha aumentato le tariffe dei parcheggi. E' questo che intendo per "impulso". Gli elettori...non tutti, d'accordo, ma in un numero sufficiente da capovolgere qualsiasi previsione...vanno in cabina ancora incerti. Non c'è bisogno che gli facciamo cambiare idea. Dobbiamo solo aiutarli a decidere quale parte di quell'idea è più importante.-


Lasciai che mi riempisse di nuovo il bicchiere e ne bevvi un sorso. Mi rendevo conto che cominciavo a sentire gli effetti dell'alcool.
-Prendiamo voi, Connick- dissi. - Supponiamo che siate un democratico e che andiate a votare. Mettiamo che dobbiate votare per il Presidente. Quindi voterete per il candidato del Partito Democratico, giusto?-

Senza sbilanciarsi troppo, Connick disse: -Non necessariamente. Però è probabile.

-Esatto: non necessariamente. E perchè? Perchè forse conoscete personalmente chi ha ottenuto l'investitura dai Democratici, o forse perchè qualcuno che conoscete ha un buon motivo di risentimento contro questo candidato. Che so, non è riuscito ad avere la poltrona di ministro delle Poste, oppure si è scontrato con i suoi delegati alla convenzione. Il punto è questo: voi avete qualcosa "contro" il candidato designato proprio perchè il vostro primo impulso è a "suo" favore. Perciò, come votate? Secondo l'impulso che prevarrà in voi "al momento del voto". Non in un altro momento e non per questioni di principio. No, non dobbiamo far cambiare idea a nessuno...perchè la maggior parte delle persone non ha idee da cambiare!

(da I figli della notte di Frederick Pohl, in "Il marziano in soffitta", Urania n.804, pagg.140-141)

mercoledì 7 ottobre 2009

Chi si Loda s'imbroda.








(No, non è vero. Alla fine, l'imbrodati saremo noi. Io, in quanto MaxBrody, mi sono già portato avanti.)

giovedì 1 ottobre 2009

Ehilà! Come stai?




















Non ho mai capito perchè, volendo riferirsi all'ultima mezzanotte precedente il momento in cui si articola l'enunciato che contiene il riferimento, si usa dire "la scorsa mezzanotte" e non, che so, "a mezzanotte". Del resto non si dice mai "alle scorse una" o "alle scorse tre e un quarto", a meno che non si voglia stupire l'uditorio mostrando la propria straripante cultura (ma spesso si ha il solo risultato di essere presi per scemi).
Vabbè, fatto sta che non ho mai capito perchè si dice "la scorsa mezzanotte"; ma, per il buon senso che mi contraddistingue, e che più d'una volta mi ha cavato d'impaccio da situazioni scomode, mi adeguo alla massa e utilizzerò anch'io questa - a mio parere - bizzarra espressione.

Dunque, la scorsa mezzanotte (no, perchè non faccio prologhi a caso, io) è scaduto il termine del sondaggione dell'autunno che il vostro blo(ar)g(h) vi ha proposto, nella speranza di attirare orde di nuovi lettori (o meglio, viste le preferenze di chi scrive, di nuove lettrici). E la speranza non è stata disattesa: ben 12 prodi, gagliardi e, soprattutto, ben pagati individui hanno vidimato il pulsantino "vota" indicando la preferenza preferita.
Il sondaggione, come recitava il promo, era dilemmatico. Non vi preoccupate, ora che è finito, glielo restituiremo, a Lemmatico.

No, a parte queste schiribiccherose battute, il quesito che vi proponevo non era dei più semplici. Vi si chiedeva, infatti, di indicare il nuovo nome di questo blog, da sostituire all'ormai vetusto "Il Bidone e l'Hard-Disk".
Dopo un mezzo mese di appassionanti testa-a-testa e rocambolesche rimonte, i risultati risultano essere i seguenti:

0 voti per Qualsiasi nome, purchè si cambi
0 voti per Non so

0 voti per Altro (specificare)

1 voto per L'Hard-Disk e il Bidone
1 voto per Non mi piace cambiare, sono conservatore

3 voti per Sesso&Violenza (ma solo se accetta l'and logica)
3 voti per Diciamo Messa in allegria

4 voti per Io sto bene, e tu?

La situazione appare chiara. I lettori di questo blog si distinguono dai classici lettori di blog. Sono svegli, attenti, preparati: sanno cos'è una 'and logica' (per i somari: è la congiunzione che usava Bacone), sono decisi e risoluti, "bisogna cambiare" è il loro motto; ma non a caso, con "qualsiasi nome" o con le solite alternanze di governo nei quali si cambia tutto ma non cambia niente (e chi ha votato "L'hard-disk e il Bidone" è probabilmente in combutta con il conservatore..ma qui non siamo in Rai, c'è spazio anche per l'altra metà della campana).
Essi, cresciuti sotto l'ala protettrice di Santa Romana Ecclesiae, predicano l'amore e la fratellanza, pur nel rinnovamento che il XXI° secolo prevede: W il sesso e W la violenza, due passatempi come altri, il male da combattere si presenta sotto altre forme. Ed ecco che per loro chiedersi "come stai" "mah, io sto bene, e tu?" non è solo un vuoto rituale con cui attaccare bottone, ma un vero e proprio esorcismo contro Satana. Essi, scafati lettori (di solito vengono dalla provincia di Napoli) sanno bene che il Nemico può nascondersi sotto qualsiasi spoglia. Ma se è spoglia è facilmente individuabile, scoperta com'è, e non bisogna perdere tempo: "Come stai?" "Io sto bene, e tu?" e, PAM!, Shaitan Dimonio anche stavolta si allontana con la coda fra le gambe.

Io, come tutti quelli che mi conoscono possono testimoniare, sono la reincarnazione di Riccardo Cuor di Leone, ma se c'è una cosa che temo, oltre agli insetti, alle malattie e a Roberto Micheletti, è proprio il Male. Perchè? Beh, perchè fa male.
E' con enorme piacere, dunque, che prendo atto del risultato del sondaggione, e che annuncio il cambio di nome.

Sono sicuro che, anche voi, quando vi collegherete su "Io sto bene, e tu?" non potrete fare a meno di rispondere alla domanda. E così, ogni giorno, saprete dirvi come starete.
Io, la scorsa mezzanotte, mi sono riguardato un film che avevo visto due sere prima perchè credevo di averne perso mezzo, e invece ne avevo perso solo 10 minuti.


"Come stai?"

"Eh, caro Satana, come vuoi che stia?"

martedì 29 settembre 2009

22 o 73 ?

E' meglio avere compiuto 22 anni ed essere (ancora) un lettore di fumetti, single, studente disoccupato, che legge tanto, guarda tanti film, teorizza molto e pratica poco o averne compiuti 73, di anni, ma essere (ancora) un ricco signore che fa tanto l'amore, che gira il mondo e dice e fa un sacco di cazzate senza che a nessuno gliene importi, anzi, con un buon esercito che ne segue le orme?

Io ho sempre pensato fosse meglio la seconda opzione. Ma, quasi quasi, mi sa che cambio idea.



(avete assistito a: Le Grandi Perle di MaxBrody)

domenica 27 settembre 2009

sabato 26 settembre 2009

Rovistiamo nel Bidone..dell'immondizia.

Dato che manca poco al cambio di nome (i più accorti hanno notato da tempo il sondaggione dell'estate autunnale, notabile anche dai sbadati nella colonna di destra), approfittiamo di uno degli ultimi giochi di parole che il Bidone ci concede.

Dovete sapere, e forse lo sapete, perchè l'ho detto 300 milleriane volte, che questo blog doveva essere, nè più nè meno, che un archivio della mia essenza. Cosa ci si fa coi bidoni? Ci si butta dentro le cose; a cosa servono gli hard-disk? ai dischi con le donne nude? no! Servono a metterci, ad "archiviare" le cose. Di lì il collegamento.
Ecco, appunto. Fra qualche giorno questo collegamento svanirà, motivo per cui dobbiamo sbrigarci e archiviare tutto quando di me ci sia di archiviabile.
Due denti, un alluce rotto, qualche ossa della cervice che avanza; sentimenti, emozioni, risate e tante depressioni; e poi? e poi ci sono quelle cose obbrobriose che definirei come "la mia roba".
Per l'occasione riciclo (ancora una metafora pattumifera!) il post che avevo previst originariamente. Tanto, immondizia per immondizia, è inutile fare i precisini. E poi, come è noto, il Governo a raccogliere la spazzatura è bravo (si riconoscono, fra parenti).


Oggi faccio una cosa di cui non vi importerà un fico secco. Del resto, la cosa valeva anche per i vecchi post, quindi è tutto regolare.
Il bidone e l'hard-disk e il suo orribile nome sono nati con l'idea di archivio nel sangue dei loro byte: l'intento era quello di catalogarmi e catalogare il mio essere (l'avere no, che sono povero). Poi questo intento non mi è parso molto intelligente e l'ho mandato a farsi benedire. "Meno male", starete pensando. Ho 1275 difetti (li ho contati..e, sì, fra questi c'è anche quello di contarmi i difetti) ma forse un pregio ce l'ho: faccio sempre quello che la gente spera che non faccia.
Ecco perchè vado ad archiviare qualcosa. Cosa? Racconti in prosa e non. Prose. Poesie. Fumetti fatti con Paint. Fumetti fatti violando tutti i copyright possibili ed immaginabili (e con Paint). UWO (Unidentified Wroten Objects, oggetti scritti non indentificati).
Tutto questo mal di dio era stato pubblicato originariamente sui 3 forum di cui sono o sono stato fruitore: Agarthi, Nathan Never Forum e il Forum di Brad Barron. Ecco perchè, se leggerete quanto linkerò di seguito, troverete in esso - ma non sempre,eh - riferimenti a molti degli utenti di quei forum; utenti (spesso è più giusta la parola 'amici') a cui va tutto il mio affetto e il ringraziamento per avermi sopportato ai tempi dell'uscita delle mie opere. Ovviamente non percepiranno nulla per la loro partecipazione, e via con un altro copyright violato.
Aldilà della considerazione che qualcuno potrà avere di questa roba (scarsa fiducia:difetto n°542), di cui mi importa poco (falsa modestia, bugia:difetti nn°44 e 166), a questi racconti sono affezionato (buon cuore, gusti pessimi:difetti nn°3 e 828) perchè sono stati scritti in momenti particolari e mi son serviti a, come si suol dire, "farmi le ossa" (depressione, carenza di calcio:difetti nn°90, 11; uso di frasi fatte:difetto n°100).
Oggi l'estro ha prodotto questo. Scusatelo. Lui, di difetti, ne ha uno solo, ma bello grande: seguire me.
(Finale ad effetto e ricerca di pietas:difetto n°371)

Racconti:
sul forum di Brad Barron:
-
..e non ne rimase più nessuno
-Pufflims (1°Contest)
-
Un patto da rispettare (2°Contest)

su Agarthi:
-
I Fantastici 4 del West
-I grandi enigmi del Prof.Mystère n.1:
Alla ricerca della Lancia perduta
-I grandi enigmi del Prof.Mystère n.2:Le macchine impossibili ovvero Racconti a casaccio
-Found


Prose varie:
su Agarthi:
-
La Bustina di Malerba
-Cosa accadrà nella doppia
-Il 2009 di Martin Mystère
-
Preview Bonelli 2009
-Il 2010 di Martin Mystère
-
L'enigma di Serlon
-
Le avventure di Travis

sul forum di Brad Barron:
-
Pseudo-fenomenologia di DjJurgen


Poesie:
su Agarthi:
-
A Casper9
-Maledetto sia 'l giorno
-
La Donna - Critica ed Elogio di una meravigliosa creatura


Fumetti fatti con Paint:
su Agarthi:
-
GGP contro la Lepisma Saccharina
-
Il destino di un Professone
-
Deki5 in: paradossi e segnacunette
-
Team-up
-
Il codice da Deki
-
La seconda trilogia di Star Wars vista da me
-
Dov'è finito Deki5?
-
Italia Ggiovanile
-
Filosofie a confronto
-
Guido, i' vorrei che tu e Lapo e io-Remix 2007
-
W la censura!
-
Un episodio di Ris-Delitti imperfetti
-
La nuova Roma
-
Il cine-cocomero del forum!
violando i copyright:
-
Una storia che è una bomba

sul forum di Brad Barron:
-
Dj cerca un perchè
-
Secondo voi, il contest..

-sul Nathan Never forum:
-
Nathan Never svela i segreti del multiverso
violando i copyright:
-
Possibile incipit di storia
-
Un'altra breve storia(warning! it's hot!)
-
Una storia molto breve

UWO:
sul forum di Brad Barron:
-
Con test one

sul Nathan Never forum:
-
Nathan Test
-
La mummia 4:la tomba di Serlon
-
Il mistero di Branko
-
Quando c'era GGP...