giovedì 24 novembre 2011

IlquartoGiovedìdiOttobring day

A Francesco Torto, mio unico lettore (regolare).
A me stesso, mio unico lettore (a parte Francesco Torto).
Agli autori famosi che mi leggono e non mi querelano.
Alla gente famosa che non sa nemmeno che esisto e che, per ora, non mi querela.
Al NNF, che non mi ha ancora querelato (pur leggendomi e non essendo proprio famosissimo).
Al Sollazzo, che mi ha restituito tanti stimoli.
Ad Agarthi, che un po' è anche mio.
Ad Agarthi di nuovo, che, essendo un po' mio, è rimasto tristemente sfigurato.
Allo Staff di Agarthi, che mi ha abbandonato, ma dopo avermi sopportato per anni.
Agli Sgrittori e ad Adriana, ché se anche non ci si parla praticamente più, ci voglio ancora un po' di bene.
Ad amici e conoscenti.
A mamma e papà e parenti vari.

Mi pare che non manchi nessuno....bene.

A tutti voi, grazie.

Ché se non vi ringrazio oggi, poi mi scordo e non vi ringrazio più.


Non è per cattiveria, è che proprio mi scordo. Ho una memoria così così.




Invece Morandi l'ho messo per cattiveria.

venerdì 18 novembre 2011

Il suo nome è Don Rosa
























Di: Baudo-Fineschi-Paolini-Silvestri-Brody.
Canta:
Nino Ferrer

Il suo nome è Don Rosa,
alto, snello,
confidente e delizioso
e vuole sé.

Può sembrare capriccioso
Don Rosa,
ma non c'è da farci caso,
lui vuole sé.

Sono sincero,
confesserò,
non ce la faccio
a dirgli di no.

La Disney è mobile,
e questo lo so,
e Don Rosa fa lo sdegnoso,
non è un segreto e le prove vi dò.

Mando mille topolini,
rosse vesti fino a là,
strisce cento disegnate
tutti i giorni,
lui però fa marameo
e ritorna a far quaquà.

Il suo nome è Don Rosa,
caro, bello,
veramente favoloso
e vuole sé.

Per qualcuno è un ambizioso,
Don Rosa,
ma son certo che si scusa,
se lui vuol sé.

Sono sincero,
confesserò,
non ce la faccio
a dirgli di no.

La Disney è mobile,
l'ho detto già,
ma Don Rosa è misterioso
e questo esempio lo confermerà.

Gott e Walsh gli fo' vedere
ed Ousborne ed Iwérks,
compro una pepita d'uovo
tutti i giorni,
lui però fa marameo
e ritorna a far quaquà.

Il suo nome è Don Rosa,
birban-tello,
sorridente e malizioso
e vuole sé.

Può sembrare capriccioso
Don Rosa,
ma non c'è da farci caso,
lui vuole sé.

Sono sincero,
confesserò,
non ce la faccio
a dirgli di no!



Attenzione: la canzone non è da prendere sul serio.


Se volete essere seri, invece, non dovete perdere

Don Rosa: La Retrospettiva Disneyana

Autorevole e opinabile.


Prossimamente, solo su Tana del Sollazzo.

martedì 15 novembre 2011

Per un leghismo nuovo! (lettera al leghista senziente)

El leghistùn l'é tornà (forse) al'oposizione.
Quindi ha ricomincià a bacagnare coi soliti "Roma ladrona", "Le Banche ladrone", "La massoneria".
Ossignùr. Ma un po' di quella roba, no?

Dicono di essere celti, ma stan sempre qui a frignare. I celti non stavano lì in Scozia a frignare, a dire "Inghilterra ladrona" tutti i giorni, osti.
I celti migravano, andavano giù in Europa a trovare i teroni francesi e italiani (il leghistùn la storia lì di Medhelan e della fondazione di Milano la sa a memoria), andavano a rompere i maroni in tutta europa. Solo i nostri son sempre qui a rompere le balle sempre agli stessi (a noi poveri cristi disoccupati o in cassa integrazione mentre loro buttano soldi per il ministero del caiser, che è pure finto peraltro).
Ma dico, ma emigrate, no? Tanto qua il Monti alza le tasse fino alla madonna, che sarà già dura da sopportare, se ci mettiamo anche le frignate del bossi, del maroni e del calderoli tanto vale spararsi un'endovenosa. Eh no, eh. Non c'ho mica voglia, io, di starmeli a sentire. Son vent'anni che li sento. Ma basta, son stufo. Sono al'oposizione e si lamentano, sono al governo (a Roma ladrona) e si lamentano, tornano al'oposizione e si lamentano. Son proprio di sinistra, vaca pelanda.
Ma poi l'avessero fatta, 'sta secessione. No, perché loro la vogliono fare per via democratica. Ma come fai a fare la secessione per via democratica? Ma crista, devi essere proprio un suino per raccontare la stesa balla per vent'anni. E ancora più suino è il pirla che ci crede.
Che poi tanto non gli crede nessuno, giusto qualche picio qua e là (ma i pici ci sono sempre). Però ormai quelli si sono insediati, non la mollano mica la poltrona, i tre dell'ave maria. Uno è uno sfigatello quattrocchi che non ha mai fatto una sega in vita sua, urla contro la partitocrazia e due minuti dopo lo beccano con la tangente, e che prima s'allea con d'alema e poi col puttaniere. Poi vabé gli si fulmina il cervello, puèret, ma non si capisce neanche quando parla e dalla poltrona non si schioda mica (e intanto ha piazzato il figlio trota). L'altro è uno che morde i carabinieri e poi gli fanno fare il ministro dell'interno. E vabé, non c'è bisogno che dica altro. Il terzo è il tipico signorotto ciccione col naso rosso, che dice le cose e fa l'esatto contrario. Cos'abbia di federalista uno che fa la legge elettorale per rendere il parlamento più elitario di quanto fosse prima, e poi la chiama 'porcellum', e vantandosene peraltro, e poi dice di voler presentare lo stesso referendum già sconfitto nel 2006 e che fa le stesse cose che voleva fare la p2. Cos'ha di federalista uno così? Boh.
Comunque pure l'elettore leghista c'ha le sue belle colpe.
Può ancora farsi perdonare, però.

I celti migravano? Migri anche il leghista. Perché non può migrare? Cos'è, è paralitico per definizione come il suo leader? No, può prendere armi e bagagli e andarsene, lontano dai romani, dai teroni, dai politici. Dov'é che può andare, il popolo della padania? Può andare in Svizzera, che a loro piace tanto, è un po' il loro modello. Però lì c'é il problema che gli svizzeri odiano gli italiani e per loro anche i leghisti sono italiani. Non è che gli convenga tanto, il loro Paese modello.
In Germania è uguale, e poi è pieno di immigrati del sud, ma per i crucchi gli italiani son tutti uguali. In Europa del nord, forse. Lì però l'estrema destra è cattiva, lì non c'é Fini, lì gli attentati li fanno ancora. Se vuoi fare una vita tranquilla non è proprio l'ideale.
Possono andare in Africa. Lì c'é tanto spazio. Però ci sono tanti neri. Meglio vagliare bene tutte le alternative, prima.

La mia soluzione invece è un'altra. I leghisti possono comprare una piattaforma petrolifera in saldo, fare una colletta, tanto i leghisti sono tanti (arrivano fino in centro italia, per cui sono tanti; fa niente che quelli sono leghisti burini, l'importante è che aiutino con la colletta), possono fare una colletta generale e comprare una piattaforma petrolifera, la piazzano in acque internazionali, vanno tutti lì e si proclamano Stato Indipendente. Se non ci stanno tutti, ne prendeno due o tre di piattaforme petrolifere, un po' di inventiva insomma, fanno un arcipelago e si proclamano Arcipelago della Padania.
Devono solo stare attenti a quali acque internazionali scegliere, se hai vicino il Nicaragua o l'Honduras poi bisogna stare sempre attenti a che non ti invadano.
Io, fossi in loro, rimarrei vicino all'Italia. Per due motivi. Il primo è che da qualche parte bisognerà fare la spesa, e per farla in un altro Paese bisogna imparare qualche parola straniera, troppa fatica. Il secondo è che se i padani si proclamano indipendenti, sicuramente il governo italiano proverà a smantellargli le piattaforme, come ha già fatto nel '69 con l'Isola delle Rose. Al ché quei leghisti che non ci staranno potranno dichiarare guerra all'Italia, che è un po' il loro sogno recondito.
Poi, se vincono, si riprendono l'Italia, e bòn tutti contenti. (L'Europa se deve punire, punisce l'Italia non la Padania, che tanto non avrebbe mai riconosciuto).

Oppure si può sempre smettere di votare 'sto partito corrotto e cialtrone.
Una delle due.
Insomma, signori che sostenete la Lega, ci vuole un po' di inventiva.
Sempre meglio che passare altri vent'anni a ripetere la stessa cosa, no?

Un caro saluto.

venerdì 11 novembre 2011

PAURA E DELIRIO ALL'EDICOLA (2)

Addì 11-11-11



Paura.

Non ci volevo andare, all'edicola. No, no e no. Ma dopo tempo immemore era tornato il Sole. E come dice il clone di Pieraccioni chi trova Sole non lo lascia più. Pertanto, tremolante e assonnato, guardingo e perso in mille paranoie, dopo aver preso, lagrimando, il cinquantone dalla cassaforte segreta, mi sono avviato. Ovviamente a piedi, per impiegarci di più. Con passo felpato, ho attraversato laghi e colli, esitando e tentennando ad ogni più infima scusa. Ho guardato se c'erano pesci nel lago, mi sono fermato a decidere quale strada mi conveniva percorrere, ho atteso, sulle strisce pedonali, che tutte - ma proprio tutte - le auto transitassero. Ho contato le cacche in cui mi sono imbattuto. Otto. Ho camminato lentamente, senza prescia alcuna, eppure fiato corto e dolori callipedi mi hanno reso il viaggio un inferno più di quanto già non fosse.
Il demone dagli occhi gialli era sempre più vicino.
Come una vacca a transumanza finita, mi sono lasciato ciondolare e ho seguito, sguardo appannato, una signorina Rottenmeier nell'ultimo attraversamento stradale prima del Trip.

Delirio.

Ho percorso il periplo dell'edificino. Rilucenti e seducenti immagini patinate urlavano a gran voce. Ma il rombo dell'autobus copriva quelle invereconde grida silenziose. Gli occhi, però, complice l'astro del mattino, erano inermi. Archeo, Giochi per il mio computer, Il mucchio selvaggio (col fumetto in copertina!), una nuova rivista di Storia pronta a svelare tutti i segreti noti e innoti della famiglia Borgia... e ancora: Tattoo, la donna con i grossi seni in bikini, Men's health, i segreti del punto croce, un altro Tattoo, Tatuaggio, Realizza il tuo Tatuaggio... Ma non volevo tatuarmi! Al più sapere se fra i Borgia fosse inclusa anche Luana. Dovetti fuggire. Zigzagai sino all'edicolante. Lo salutai, simulando indifferenza. Presi un forte respiro e cominciai dal piatto forte. "L'Audace Bonelli è finito?", domandai, ponendo già le mani avanti. Non era finito. Non le avevo viste, ma ben quattro copie erano adagiate dinanzi a me, sdraiate in posa sensuale. Non le avevo viste veramente o forse VOLLI non vederle? Non lo seppi mai. Ne presi una copia e la lasciai lì. Altri clienti si erano avvicinati, nel contempo. Li lasciai fare. Il demone dagli occhi gialli mi stava seducendo: non volevo distaccare gli occhi dal reparto fumetti. Il non dover comprare LaRepubblica aveva allentato le mie difese. La gioia effimera che tanto cara mi sarebbe costata pareva non voler terminare mai. Non trovavo nulla di quel di cui abbisognavo. Poi, una ad una, le mie speranze crollavano impietosamente: Nathan Never 245 fu il primo, seguito a ruota da Ratman 87. Shanghai Devil 2 l'avevo notato subito (era stato appena consegnato e le copie erano ancora fumanti), ma altrettanto subito avevo distolto lo sguardo da quelle costine rosse e lussuriose. Stavolta dovetti cedere. Una sola, fioca, speranza mi era rimasta: di Nirvana 1 non ve n'era traccia. Giubilo e tronfio, corsi a pagare. Sganciai senza fare storie, segno di una mente, la mia, ormai ottenebrata dal delirio di onnipotenza. Una sola copia di Nirvana 1 era stata inviata a quell'edicola, ed era stata ormai venduta. Mi bastava: il demone aveva subìto il suo smacco. Me ne andai, fischiettando come un disoccupato che viene guardato male dalle vecchie che aspettano l'autobus.
Successivamente mi accorsi che le mie tasche pesavano 17,80 € in meno, e solo allora mi resi conto che lo smacco l'avevo subìto io.

Paura.

A quel punto affrettai il passo. Sacchetto appeso alle dita, rimuginavo sul da farsi. All'esterno sfoderavo un sorriso alla Berlusconi, se guardato; se non guardato, il mio volto s'increspava in mille rughe precoci e gli occhi assumevano un'espressione cinese. (Di nuovo il Sole, dannato Pieraccioni). All'interno i pensieri più disparati si affastellavano uno sopra l'altro senza soluzione di continuità. D'un tratto m'imbattei in un'altra edicola, più piccola di quella che avevo visitato. Non so spiegarne il motivo, ma mi avvicinai e chiesi se Nirvana 1 fosse disponibile per una transazione. Un lato di me esitava, nascondendo la busta dell'altro edicolante; l'altro lato, meno politically correct, era indemoniato. Pareva che lo volesse davvero, quel fottuto albo. E quando l'edicolante, peraltro diverso dal consueto edicolante, rispose che l'albo, il fottuto albo, non era disponibile, quella metà di me diventò triste. L'altra metà, fortunatamente, sorrise in meneghino e s'accomiatò, allontanandomi da quel luogo perverso.
Tornai a casa senza altri turbamenti che non fossero quelli a voi già noti. Fra le mura amiche mi sentivo al sicuro, certo che lì nessuno avrebbe voluto sottrarmi la mia preziosa cartamoneta. Ebbi il tempo di rimuginare. Il materiale cartaceo acquistato, ad una prima sfogliata, non mi pareva più così nefando. Ripensai anche al Nirvana 1 da cui ero scampato per ben due volte. Un fioco sorriso cominciò a raggrinzirmi le gote.

Delirio.

Ma durò poco. Nuovi fatti sono accaduti nel frattempo, e hanno minato la mia già precaria certezza novembrina.
Agenzia Alfa 24, che avevo pensato di poter accantonare sino a Natale (qual ingenuità!), parrebbe essere importante per fini continuativi. Andrebbe inoltre appaiato ad Universo Alfa 9, che domani uscirà dal limbo infernale da cui proviene. Ben due Zagor minacciano la salute del mio portafogli, giacché anche quello di Ottobre, da cui mi credevo ormai salvo, è disponibile. (Ho tentato di rimuovere con una tisana al luppolo e malto il ricordo della terribile scoperta, ma non vi sono riuscito). E ancora, Nathan Never 246 e Almanacco del Mistero 2012 hanno da tempo annunciato la loro prossima diffusione nell'universo mondo. E sapete bene come Nirvana 1 sia ancora in circolazione, bramoso della sua preda.
Ch'io lo desideri o meno, potrei dover essere costretto a sacrificare altri 22,90 €.
Possa chi leggerà queste righe perdonare la mia prosa temporalmente confusa: le mie mani tremano. Sappia che mi impegnerò a fondo nella battaglia contro il demone dagli occhi gialli e il suo esercito cartacico.
Non so dire quanto ancora potrò resistere. Un giorno, due settimane, non di più. Per allora, spero di essere ancora in me. E di avere qualcosa da leggere.


MaxBrody

mercoledì 9 novembre 2011

Panico! (1)

E non soltanto per il sussulto di 'blogghite' che mi è venuto all'improvviso.

È da un mese che non vado all'edicola. Ho letto due Topolino con Casty e altre cose interessanti e i Grandi Classici n.300, ma per quelli c'é il supermercato.
Ho evitato come la peste le mie due-tre edicole di fiducia (la metà delle edicole del mio paese).
E così ho accumulato, accumulato e accumulato uscite su uscite e domani, quando dovrò andare all'edicola (perché DOVRO' andarci, o non posso più reputarmi un nerd) proverò più dolore che soddisfazione.
Perché?
Contiamo:

Nathan Never n.245 - € 2,70
Nirvana n.1 - € 2,90
Ratman n.87 - € 2,50
L'Audace Bonelli - € 9,90
(forse) Repubblica - € 1,00
Shanghai Devil n.2 - € 2,70


Totale: € 20,70 (+ ev. € 1,00)

E ho temporaneamente rinunciato a:
Agenzia Alfa n.24 - € 6,20
Topolino n.2920 - € 2,30
Zagor n. 555 (Zenith n.606) - € 2,70
Zagor n. 556 (Zenith n.607) - € 2,70

Totale: € 13,90

Il primo lo rinvio a Natale, sperando di trovarlo ancora, in quel remoto futuro. Il secondo lo leggo a scrocco. Il terzo ormai è perso, dovrei farlo ordinare e non ne ho voglia. Per il quarto ho ancora un mese di tempo per ripensarci, ma senza il terzo perderebbe il 50% del suo potenziale.
Se volessi comprare tutto, dovrei spendere € 34,60 (+ ev. € 1,00, pari a quasi 67.000 lire del vecchio conio.

E non ho tenuto conto dei Casty che sto cercando su E-Bay.

E sono povero e disoccupato e ho la tosse da metà ottobre.

Sigh e sob! Me misero! Me tapino! Perché la vita è così grama?