lunedì 31 agosto 2009

Se oggi fossi triste - sottolineo il condizionale(*) - lo sarei, probabilmente, per questi motivi:

1) Non so parlare il latino. E Cicerone me l'hanno ammazzato.

2) Nolan mi ha plagiato l'idea di "Memento", ma certe persone credono che io abbia plagiato lui.

3) La Disney ha acquistato la Marvel. La cosa, di per sè, non mi rende affatto triste; è la figura di Stan Lee che mi preoccupa..dov'è finito, quel vecchio sòla?

4) Domani inizia Settembre, il mese della verità. E io sono un gran bugiardo.

5) Gli automobilisti di tutto il mondo si sono alleati e non vogliono che il sottoscritto prenda la patente.

6) Il sottoscritto pure non la vuole prendere, in quanto sa già che non se ne farà nulla, ma è costretto a farlo dalla società corrotta e benpensante di oggi, per la quale, se non hai la patente sei un fuori-posto.

7) Mi vengono facilmente gli esaurimenti nervosi.

8) Non seguo la politica in maniera attiva da almeno due mesi e mi sento uno di quelli che non si informano.

9) Il mio secondo blog ha chiuso. (In realtà non era mio, ma mi piaceva crederlo.)

10) Sto ascoltando la canzone "Pop porno" e mi piace.



(*)Il condizionale è "sarei", ovviamente, non "fossi". Almeno credo.

venerdì 28 agosto 2009

.enoiznetta etaf ,itsaeniC

.onnarecaip im non ,otnemeM id arutturts al onnariuges non mlif ivoun irtsov i eS

.itasivva oh iv oI






(avete appena assistito a: Le Grandi Perle di MaxBrody)

martedì 25 agosto 2009

Dunque, sfigato lo sono già..ora mi manca solo un camion giallo, e anch'io sarò felice














Keith è un ragazzo particolare. Non socializza molto, trascorre tutte le sue giornate insieme al suo unico amico, un camion giallo sgangherato. Già da questo si capisce che Keith è una persona strana, un po' come quelli che trascorrono le loro giornate a parlare di fumetti su internet. Però Keith non è un decerebrato, è un ragazzo intelligente, sveglio, maturo, ma che ama divertirsi. Divertirsi davvero.
Non come fa Natalie. Lei è una ragazza con la testa sulle spalle (altrimenti sarebbe stata morta, credo, o un fantasma): fa i compiti, studia e prende sempre bei voti, spettegola con le amiche, le piacciono i cantanti giovani con i capelli sulla fronte, va d'accordo con mamma e papà, e la sera va alle feste (negli USA c'è una festa ogni sera) col suo rampante ed esotico ragazzo. Insomma, Natalie fa la vita che tutti vorrebbero fare (anche quelli che dopo i 20 anni leggono ancora i fumetti, of course).

Keith e Natalie si ritrovano a collaborare per un progetto di chimica (negli USA quando fanno queste cose tutti si divertono sempre, da me era tanto se non ci avvelenevamo l'uno con l'altro), cosicchè lei deve sopportarsi tutte le stramberie del ragazzo. Stramberie che, però, la divertono. Persino più della festa serale. Se ne accorge piano piano, così come pian piano scopre le qualità del giovane (anche perchè è Jesse McCartney, le qualità non le tiene certo nascoste).
Il film non fa dell'originalità dell'idea la sua forza: ed ecco, quindi, che i due si innamorano l'uno dell'altra, ma non se lo dicono.

E' giusto così. Perchè dichiararsi, quando si può stare zitti e soffrire entrambi? Lo diceva anche il Poeta, "Amor, ch'al cor gentil rempaira sempre amore": basta questo. Le parole sono superflue.

Perchè Keith è un film che non ha bisogno di parole. No, nemmeno di queste. E nemmeno delle tue, se è per questo. L'emozione che viene trasmessa allo spettatore è talmente forte che, mentr'egli assiste alla distruzione, da parte di Natalie, della propria vita, i contorni dei suoi occhi non possono che farsi indefiniti, come nei cartoni giapponesi.
La forza dell'Amore. Keith e Natalie sono le due metà della medesima mela. E così, quando queste metà arrivano a congiungersi carnalmente, le pupille dello spettatore non possono non farsi luccicanti, alla vista di quell'amore finalmente portato alla luce. Senza parole, com'è giusto, solo con il calore del corpo. (Probabilmente il luccichìo degli occhi è dovuto anche a un moto di invidia verso i due copulanti, oltre che all'empatia nei confronti dei due giovani: ma ciò è valido solo se gli occhi appartengono a uno di quei ventenni di cui dicevamo sopra).

Può funzionare davvero, una storia simile? Nella realtà ciò non accadrebbe mai. Nel film, neppure. Si dice che il cinema è finzione. Ma Keith non è cinema, è la realtà trasposta su pellicola, è il mondo davanti alla cinepresa. Siete voi, sono io, siamo tutti noi (io volevo fare quello che va alle feste, ma il ruolo era già occupato).
Non vi anticipo il colpo di scena, ma sappiate che Keith è malato e morirà di lì a breve. Non è forse questo il destino che attende tutti noi? Sì, ma non così presto. La vera morte, qui, è la morte della morte. La morte della morte della morte, esatto. Ecco il vero insegnamento che ci viene qui offerto: l'Amore trionfa su tutto, sempre.

Però Jesse McCartney muore, e io godo. Tiè.*


*
Spiegazione: Nella mia vita di accanito cinefilo, ho pianto solo con un film, ET. Ed è accaduto solo perchè avevo 4 o 5 anni, e a quell'età non potevo accettare che il bambino e l'alieno si fossero detti addio (a dire il vero, non lo accetto tutt'ora, ma è un altro discorso). Però io sono uno di quelli che con i film sentimentali si commuovono sempre. Motivo per cui cerco di evitarli il più possibile, giacchè ho una maschera da imperturbabile macho da difendere. C'è, però, una persona a cui tengo molto (solito eufemismo) che, per qualche imperscrutabile ragione, è una fan di Jesse McCartney e di questo film, sicchè sono stato spinto a guardare ambedue: il primo (Jesse) per studiarne le mosse e capire come mai attragga quella persona più del sottoscritto (credo che sia per via del camion giallo), il secondo - il film - perchè ero solo in casa e potevo permettermi, nell'eventualità, di commuovermi a mio piacimento (come poi è accaduto). E se mi commuovo, significa che il film mi è piaciuto. Lo so, Morandini mi fa un baffo, mi fa.

giovedì 20 agosto 2009

Morgan non è eccentrico. E' che è stato all'Ikea.

C'è un autore, in Italia, che più di tutti sa esprimere con la musica il senso più profondo della realtà. Eh, sì: Morgan, noto semplicemente come "Morgan, quello di Ics-Factor", fa parte di quella ristrettissima cerchia di individui capace di cogliere e descrivere nel più minuto dettaglio l'incredibile mistero della vita. Prova ne è questa canzone, incentrata su quello che forse è il mistero più mistero che la vita ci ha proposto: l'Ikea.



Però, (cosa vuol dire però)
Mi sveglio col piede sinistro
Quello giusto

Forse Già lo sai
che a volte la follia
Sembra l'unica via
Per la felicità

C'era una volta un ragazzo
chiamato pazzo
e diceva sto meglio in un pozzo
che su un piedistallo

Oggi indosso
la giacca dell'anno scorso
che così mi riconosco
ed esco

Dopo i fiori piantati
quelli raccolti
quelli regalati
quelli appassiti

Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo
lascio che le cose
mi portino altrove
non importa dove
non importa dove

Io, un tempo era semplice
ma ho sprecato tutta l'energia
per il ritorno

Lascio le parole non dette
e prendo tutta la cosmogonia
e la butto via
e mi ci butto anch'io

Sotto le coperte
che ci sono le bombe
è come un brutto sogno
che diventa realtà

Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo

Applico alla vita
i puntini di sospensione
Che nell'incosciente
non c'è negazione
un ultimo sguardo commosso all'arredamento
e chi si è visto, s'è visto

Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni

Lascio che le cose
mi portino altrove
altrove
altrove

Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni

Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni


La domanda è una di quelle che fanno raggelare il sangue nelle vene del più indomito esploratore: Caro, andiamo all'Ikea?. Seguono urla e gridi disumani, suicidi, ecatombe di mariti (o di mogli, in caso di ruoli invertiti). Ma Morgan è un Artista. Gli Artisti sono uccelli leggiadri che le loro penne intingono nell'inchiostro del Cielo e così facendo scrivono il Mondo, dice un famoso detto. Che Morgan non smentisce. Già nei primissimi versi si coglie la vacuità del luogo in cui ci siamo recati: Però, obietta il consorte al partner che ha già adocchiato un comodino a cassetto unico color rosa pallido. Ma questi ammonisce:cosa vuol dire però?. Non c'è un però, all'Ikea. Quell'avverbio non ha senso, qui. Nulla ha senso all'Ikea.
Morgan lo mette in chiaro fin da subito: all'Ikea il piede giusto è quello sinistro, il mondo va a rovescio. Qui, la follia è l'unica via per la felicità. Come giustificare altrimenti quell'appendiabiti giallo a forma di banana? O quello scaffale a ripiani diagonali? Non è possibile farlo col raziocinio puro e semplice. Spesso si osa accusare Morgan di eccentricità. Ebbene, senza eccentricità oggi non avremmo questo sofferto resoconto, non sapremmo nulla di quello che accade nell'escheriano universo ikeaniano. Morgan è come quel ragazzo pazzo che al piedistallo preferisce il pozzo (e gli spettatori di X-Factor possono confermare).
Morgan indossa sempre la stessa giacca, sì, quella dell'anno scorso. E' vero. Ma non lo fa per scarsa igiene, bensì per potersi riconoscere: entrare in un centro Ikea significa smarrire la propria identità.
Lo sa bene il fiorista, che, stanco di fiori piantati, regalati, appassiti (e nemmeno uno venduto), decide di perdersi nel negozio di mobilia e lasciare che le cose lo portino altrove. Dove, esattamente? Da quel lucernario in cristalli liquidi, forse? No, spreca troppa energia. Da quel planetario in ceramica, allora? No, non ne parliamo proprio (sono queste le parole non dette), meglio buttare tale finta cosmogonia. Allora su quel letto con tripla fodera imbottita colori azzurro per la primavera, arancio pallido per l'estate e beige per l'inverno? Mamma mia, è come un brutto sogno! esclama il marito/moglie inorridito.
Di fronte a tale raccapricciante campionario di nefandezze, neppure un animo sensibile come quello di Morgan può rimanere impassibile. Morgan è buono e ad un commento cattivo preferisce un diplomatico silenzio (i puntini di sospensione):lui è sì incosciente, ma non pirla. Sa che in Svezia si offendono facilmente.
No, per Morgan arriva il tempo di dare un ultimo sguardo all'arredamento (sguardo disgustato, ovviamente) e lasciare che le porte a scorrimento lo portino altrove, in un mondo più giusto e in cui il mobilio sia decente e dal montaggio facile. Un mondo ove svicolarsi dalle pose plastiche dell'industria mobiliare e dalle posizioni assurde a cui obbligano certe sedie verdoline a tre gambe. Queste le semplici, e per questo geniali, convinzioni di Morgan, un Artista controcorrente, ancora tutto da scoprire.

lunedì 17 agosto 2009

Venite, bambini / è tornato "Recensini"!!

E anche stavolta lo fa con una puntata-minestrone in cui, faticando abbestia, cercherò primaditutto di ricordarmi cosa ho letto-visto-sentito-toccato-gustato-olfattato negli ultimi mesi e secondoditutto di dirlo, scrivendo, a voi (perchè penso che ne sentiate il bisogno).

Madonna del carmelo, come diceva l'intramontabile Cettina ne Un medico in famiglia, che la Rai ha passato nei pomeriggi di tutta l'estate e che io ho di tanto in tanto guardato, perlopiù per aggiornarmi sulla situazione (ero fermo alla fine della stagione 2) in vista della 6° stagione in programmazione per Settembre (non temete, non la guarderò)! La situazione è complessa: Nonno Libero s'è sposato la consuocera, Alice - la cognata-moglie-mamma - è scomparsa in Africa, Maria è cresciuta e sta ripercorrendo le orme della zia-mamma, sposandosi ma andando con tutti lo stesso, Ciccio detto "lenticchia" è una comparsa (ma a Settembre si sposa pure lui! I soldi non mancano in casa Martini), Annuccia è diventata grande e mi fa sentire vecchio e Lele, evviva!, continua a sorprendere tutti tornando in ogni stagione. E indovinate un po'? Torna anche a Settembre!! Che sorpresona, ci fa il nostro Lele!!
Un altro capolavoro imperdibile - ma stavolta davvero - che non mi sto perdendo è La signora in giallo, anche perchè nonostante sia un suo spettatore da quando avevo 3 anni, ancora oggi mi diverto a sfidare Jessica a chi scopre prima il colpevole! (indovinate chi vince sempre?). Scherzi a parte, una cosa che non ricordavo erano i tanti camei di attori famosi dell'epoca e di attori famosi di oggi che all'epoca non lo erano..un diversivo, dopo 18 anni di visioni di repliche.
Qualche mese fa è finito Sliders - I viaggiatori, con le stagioni 4 e 5 inedite in Italia: si nota lo scarso budget che avevano a disposizione gli autori, però in fondo mi mancherà.
Rimanendo in tema di telefilm, segnalo che sono già alla seconda visione della 5°stagione di Lost. Inizio folgorante, parte centrale un pochino sottotono, e ultima puntata fenomenale. Che brividi, quegli ultimi dieci minuti. E l'anno prossimo finirà pure questo, sigh.

Ai telefilm togliamo la tele, e rimangono i film. Quali, precisamente? Precisamente, non lo so. A caso, invece, qualcosa posso dire. Ad esempio, so che ieri sera ho rivisto Lo smoking, con Jackie Chan come sempre ottimo nelle coreografie. La sera prima avevo visto Defiance - i giorni del coraggio, col bravo Daniel Craig che interpreta il ruolo di un ebreo a cui sterminano la famiglia e che, preso dallo schiribizzo di uccidere i tedeschi, raduna seco degli ebrei e si stanzia in un bosco ove uccide i tedeschi che passano di là. Dopo due ore la situazione era ancora questa, sicchè l'ho abbandonato e ora non posso dirvi come finisce. Però posso dirvi come finisce X-Men origins:Wolverine, che ho visto nella versione bug piratata da qualcuno su internet e finita nelle mani del mio diabolico vicino di casa. Un'esperienza fantastica, con gli effetti speciali ancora da aggiungere e gli attori che a volte si muovevano nel nulla della graphic-art. Consiglio a tutti di provare. Nonostante ciò, comunque, Wolverine alla fine entra negli X-Men.
Altro film memorabile è Non è mai troppo tardi, con Jack Nicholson e Morgan Freeman. Un film troppo triste per poterne parlare, finirei per piangere, e io sono autorizzato a piangere solo con ET.

Ce ne sono anche altri, di film, ma siccome non li ricordo passo ai libri, chè dobbiamo pur mantenere la fama di "blog della cultura" che ci siamo conquistati nella rete. Libri, libri, uhm..cosa sono? Ah,sì, quei cosi fatti di carta con le scritte sopra e che costano sempre troppo per quello che effettivamente propongono! Bene, ne ho letti molti. Quasi tutti universitari, purtroppo; purtroppo perchè, essendo appunto universitari, una volta finito l'esame li rimuovo totalmente dalla mia ram personale. Tuttavia, di libri non-universitari ne ho letti lo stesso. American Psycho è uno di quei romanzi che quando lo leggi ti rimane dentro; lo spazio c'è, dato che prima ti fa vomitare tutti i tuoi organi, con alcune scene al limite del disgusto. E non mi riferisco alle sequenze pornografiche, ma a quelle splatter (tipo quando Patrick Bateman, il protagonista, mangia il cervello di una sua vittima), che la mia mentalità cresciuta con Gregorio Magno come ispiratore non tollera. Scherzi a parte, il romanzo è una cruda disamina di quello che gli anni '80 sono stati e di quello che la società - un certo tipo di società, almeno - è ancora oggi.
Prima di questo avevo letto Mattatoio n.5 di Kurt Vonnegut, su cui c'è poco da dire. Fondamentale. Prima ancora mi ero scandalizzato col Libro che la tua Chiesa non ti farebbe mai leggere, nel quale le troppe religioni del mondo vengono passate allo scandaglio e smontate pezzo per pezzo, pur nel rispetto dei credenti. Chissà perchè, Gregorio Magno non si fa più vedere. Termino questo salto quantico con quello che avevo compiuto tempo prima assieme all'innominato protagonista de Il secondo viaggio, di Stephen Baxter, seguito del romanzo capostipite del genere di H.G.Wells; romanzo che avevo gradito molto.

Lo spazio per i fumetti è ridotto, questa volta. Proseguono le mie avventure con Martin Mystère (benino al n.303 e allo speciale n.26, ottimo all'allegato di quest'ultimo e buono al n.304), Nathan Never (distinto ai nn.216-217, benino al n.218), prosegue Rat-Man (spettacolari i nn. 52 e 53 e bello il folle Rat-Man enigmistico, che mi ha ricordato i giochi demenziali di Ridi Topolino e Pk..), mentre SandMan è fermo al palo della trimestralità. E se una parte del fumetto italiano sembra prossima al tracollo, dopo i fatti di questa estate (di cui abbiamo già parlato), quello USA mi ha mostrato la sua potenza con Watchmen, uno dei Capolavori del settore.
Imponente. E sì, anche nel fumetto si vede il pene.

Uh-oh! M'accorgo che Gregorio Magno mi ha sentito e sta venendo qui con una bacchettona di legno massello, perciò vi do appuntamento alla prossima puntata! (se mai ci sarà)

sabato 15 agosto 2009

Per ferragosto si mangiano i piccioni arrosto

















E alla fine ci siamo. E' arrivato, puntuale come ogni anno, il mefistofelico giorno di Ferragosto. Il giorno che tutti coloro che non sono andati al mare, in montagna, in collina o in giro qua e là odiano. E' un giorno che tutti coloro che invece ci sono andati aspettano tutto l'anno. "Non vedo l'ora che arrivi Ferragosto!", "Domani è Ferragosto!", "Evviva Ferragosto!", gridano, entusiasti. Come se il 14 non si trovassero già al mare, in montagna, in collina o qua e là. E noi, poracci, dobbiamo sorbirci le loro grida (chè già sappiamo come trascorreremo l'infausta giornata).

Comunque, noi non serbiamo loro rancore. Piuttosto, preferiamo occuparci di cose concrete. Ad esempio, ci siamo chiesti (e sicuramente l'avrete fatto anche voi) qual è l'utilità del Ferragosto? Cosa si festeggia?
Secondo l'ill.es.egr.cav.dott.rev.Wikipedia, il termine Ferragosto deriva da feriae Augusti, una festività dedicata all'imperatore Ottaviano Augusto e istituita nel 18 d.C. con lo scopo di collegare le principali festività agostane (i consualia) di modo da fornire un periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti. Cioè, erano le ferie (infatti, feriae mica è messo a caso). Ferie d'Agosto, quindi: il ferro, che tutti hanno sempre messo in mezzo, non c'entra. Orbene, un enigma è risolto.

Ma un altro rimane insoluto: perchè tale giornata è così vuotamente inutile, tanto che esiste pure un proverbio che recita Per ferragosto si mangiano i piccioni arrosto, cosa che nessuno ha il coraggio di fare - vuoi per lo schifo, vuoi per l'aviaria - e che non a caso sta ad indicare la vacuità di questo nefasto giorno? Forse noi abbiamo la risposta (Giacobbo e Ruggeri hanno dato il loro avallo). Il Ferragosto è nato come festa dedicata al riposo di Augusto. Ma Augusto è morto da 1995 anni [il 19 ricorre l'evento: mi raccomando i ceri in Chiesa!], sicchè cosa diavolo festeggiamo a fare uno che è morto da così tanto tempo? Le generazioni più recenti nemmeno l'hanno conosciuto, ad Ottaviano. Eppure è così. Non è la prima volta che lo Stato Italiano - sempre lui c'è di mezzo, alla fine - costringe l'intera nazione a seguirla nelle proprie feste senza motivazione (ricordate quanto dissi sul Santo Stefano?). E' ora di finirla con questi scandali.

Anche perchè Augusto riposa dal 14 d.C. e credo riposerà in eterno. Ciò significa che il Ferragosto continuerà a tormentarci per gli anni a venire. Sudo, e non solo a pensarci.

NB:altrimenti, c'è sempre l'ipotesi di Lario3.

giovedì 13 agosto 2009

Esperimenti: Rubrica dei Fumetti 3 - Watchmen







Nota:l'audio continua ad essere pessimone. Mi scuso e mi prendo tutte le responsabilità, ma la colpa è del computer che è scadente.

giovedì 6 agosto 2009

Allora arrivederci! Tante care cose! Sì, ci vediamo..ciao, cià.




















Speriamo arrivi presto il 23 Settembre, così la disastrosa estate del fumetto italiano avrà fine.



Nota: nell'immagine, le testate silurate: John Doe (Eura), Trigger (StarComics), Martin Hel (Eura) e un'immagine tratta - mi auguro - da Cronache del mondo emerso (PaniniComics), sospeso per plagio del disegnatore. Aggiungeteci la chiusura di Unità Speciale (Eura) e una copertina di Toppi per il DDColorFest che non sembra neanche di Toppi. Bonelli, perchè non instauri un monopolio? Sigh.

martedì 4 agosto 2009

Il Mistero Divino.




















Io non sono un grande appassionato della Chiesa cattolica (e di tutte le Chiese in generale), però le immagini sacre hanno la capacità di stuzzicarmi sempre. Prendete questa immagine, per esempio.
Una raffigurazione portatrice di pace, di luce, di speranza, di amore, pane e fantasia. Subito, però, balza all'occhio un particolare...anzi, due.









Da dove sbucano quelle due teste? Cosa ci fanno lì? Perchè quei due putti celano le proprie grazie con siffatta pudicizia? Cosa stanno combinando di terribile, lì sotto?

Qualche ipotesi:
-hanno un fisico sgraziato, e non vogliono che i pellegrini pensino male.
-fanno quello che fanno i bambini nudi quando vedono una donna.
-girano i pollici, annoiati.
-si grattano la panza con compiaciuto fervore (cosa che eccita i maschi più del sesso).
-fanno le puzzette (le nuvole starebbero ad indicare che la fagiolata della sera prima ha avuto un effetto più notevole del previsto)
-dietro la schiena nascondono l'ultimo numero di "Preacher".
-incrociano le dita per la prossima estrazione del superenalotto.
-tengono un i-pod che suona "Papa don't preach".
-fanno il piedino alla signora seduta nel mezzo.
-esultano per la chiusura di "John Doe" (sono pii, che volete).
-leggono il Corano.
-giocano a briscola.
-c'hanno un pericellone che gli sbuca dal davanti e si vergognano a dirlo.
-non hanno un corpo. Sono la personificazione dell'aere che volteggia nel ciel.
-Sono le personificazioni di, rispettivamente, il Bene e il Male.
-Sono le personificazioni di, rispettivamente, lo Yin e lo Yang (cioè la stessa roba di prima).
-Sono un po' ignoranti.
-Sono le personificazioni di, a turno, Lopez e Solenghi (la Marchesini fa la madonna).
-Uno è John Locke, e dice all'altro:"E' il Destino che ci ha detto di stare qui". E l'altro, che è Ben Linus, risponde:"Il Destino è un fottuto bastardo". Al chè la Madonna, che non vuole si dicano le parolacce, li bacchetta entrambi.
-In realtà sono un escamotage pubblicitario. Chi vuole, appende su di loro il cartello che pubblicizza il proprio locale (ora non lo vedete, ma fino all'altro giorno lì c'era appeso "Da Gino Brambagalli una pizza della madonna prezzi modici").
-Erano lì che passeggiavano, quando hanno visto un lupo sbranare un bambino; gli han chiesto di fermarsi a testimoniare, ma i tempi si sono protratti (come sempre in Italia).

Sono tutte ipotesi, e tutte potrebbero essere vere o false. Chi siamo noi per saperlo? Solo Lui o Lei sanno. (Il Papa no, non sa una mazza.) Ma d'ora in poi, sono certo, anche voi - come me - osserverete con maggiore attenzione le immagini sacre. Perchè è vero che sono consacrate. Ma siamo sicuri che siano consacrate al Bene?


Nota: l'immagine è tratta da questo bel posto che ieri ho visitato: http://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_della_Madonna_del_Bosco