venerdì 29 agosto 2008

Sherlock Holmes e il caso "Chinese Doping" - 2° (e, vivaddio, ultimo) episodio

Il proiettile fendeva l'aria con la forza di mille cicloni. Il piattello si guardava affannosamente e gridava "No, non mi colpisca!". E il proiettile rispondeva, beffardo come solo i proiettili sanno essere, "Muori, cane! AH! AH!". E il piattello morì.

Il signor Holmes amava molto quello sport. In occasione della finale di Tiro a Volo, così veniva chiamato, egli mi aveva raccontato di quando, in gioventù, soleva bighellonare nelle brughiere nebbiose d'iScozia armato di fucile.

-E i piatti, signor Holmes? Portavate anch'elli o lasciavate che gl'iscoti ve ne fornissero una razione?- domandai, ingenuo.

-I piattelli, e non "i piatti", signor Watson, non erano ciò che mi premeva colpire. All'epoca ero giovane e sbarbatello, e amavo grandemente uccidere i piccioni. Amore che perdura tuttora,devo dire.-

Anche questa volta, la risposta del signor Holmes aveva chiuso la questione con delicatezza e savoir faire. Sì, il signor Holmes aveva questa incredibile dote, e cioè sapeva sempre come capitalizzare quanto riceveva, sia che si trattasse di questioni materiali, sia che il problema riguardasse la più alta sfera dello Spirito, dell'Astratto. Poi aveva anche altre doti, ma di queste sono a conoscenza solo il sottoscritto e, forse, qualche peripatetica conosciuta durante il caso di Jack DeRipper e nelle nostre successive scorribande notturne.

Il caso "Chinese Doping", come l'aveva ribattezzato la stampa locale, languiva. A nessun altro atleta era stato ritrovato alcunchè, e il popolo di Cina si era prodigato molto affinchè alcuna sostanza proibita circolasse nella regione.
Le gare, nel frattempo, si erano svolte regolarmente, e senza problemi. I cinesi, sorprendentemente, si erano mostrati superiori a chiunque li avesse sfidati. E in tutti li sport! Forse non crederete a questo povero dottore, quando vi racconta che i cinesi,notoriamente inferiori ai sudditi di Sua Maestà, avevano surclassato chiunque, ma vi assicuroche i miei occhi ne sono la prova vivente! Il signor Holmes, dal canto suo, non era affatto stupito:nel corso della sua carriera si era imbattuto in tante e tali meraviglie che ora nulla più era in grado di suscitare la propria ammirazione. Con un'unica eccezione, debbo dire.

C'era, infatti, quel giovane abitante delle colonie, tal Felps, o Phelfs, che aveva conquistato l'intero corpus medallifero a disposizione nell'ambito del nuoto. Durante una di quelle gare acquose, avevo sorpreso il signor Holmes a bocca aperta, anzichè con le labbra chiuse sulla canna della sua pipa.

-Che fate, signor Holmes? Non fumate? Che v'è di così incredibile da trarre così prepotentemente il vostro sguardo?- chiesi come se fossi uno di quegli impiccioni che si trovano sempre al mercato di Portobello.

-Cosa sto osservando, mi chiedete, signor Watson?- rispose. -Sto osservando lo splendore di Fidia. Eracle in persona è qui, signor Watson.-

Aizzai lo sguardo, ma nulla di particolare vidi, se non i nuotatori usciti dalle acque.-Nulla calamita il mio sguardo, signor Holmes.-

-Guardi il signor Felps, Watson. Non vede che muscoli? E che silhouette? E che sublime costumino?-

In quel momento si fece vivo il rappresentante delle Forze dell'Ordine cinesi, il signorMahn-Gahn-Hell. Fu la mia fortuna, in quanto, quando il signor Holmes guarda altri uomini chenon il sottoscritto, un'invidia feroce mi pervade tutto quanto. Ma con l'arrivo del nostroospite dovetti riportare la mia mente alla calma.

-Buongiolno, signoli.-

-Buongiorno a voi, signor Hell.- salutammo in coro io e Holmes.

Dopo un momento di dubbiosa esitazione (dovuta senz'altro alla bellezza del nostro piccolo numero), il signor Hell si informò sul proseguio delle indagini. Il signor Holmes si mostrò inflessibile e spiegò con dovizia di particolari quanto avevamo appreso negli ultimi giorni.

Fin dal 2° giorno, il signor Holmes aveva già individuato il colpevole del misfatto. Ebbene,egli non era altri che la Stupidità. Stupidità di due uomini, italiani (che della stupidità son maestri!), i quali avevano creduto di poter prevalere sull'altri solo seguendo la viadel Male. Essi, però, non avevano fatto i conti coll'astuzia del signor Holmes e con la sagacia del sottoscritto, ma soprattutto coll'astuzia del signor Holmes. Rivelò tutto, il mio amico Holmes, e invano attese il compenso promesso.Ma le sorprese non erano affatto terminate: il signor Mahn-Gahn-Hell, parlando a nome di tutto lo Stato Cinese, si mostrò indignato:

-Ma come? Voi dile che colpevole è stupidità? Ma voi scemi? Noi pagale voi per tlovale climinale che attenta a spolt e voi lispondele che colpevole è stupidità? Andate subito via di qui! Il popolo cinese non vi tollela più! Esigiamo il vostlo immediato litolno aLondla! Ma pensa questi...la stupidità..tsk!- e si allontanò, e la sua voce man mano spariva dietro l'orizzonte.

-E allora W il Tibet! PRRR!!- gridò Holmes, a mo' di burla. Perchè di una burla di trattava, il signor Holmes sapeva bene che se i cinesi erano inferiori agli abitanti d'Albione, itibetani lo erano ancor di più, con quei loro stracci e quel loro dio pagano, Budda, che veneravano come fosse il nostro Dio. Ma al signor Holmes piaceva scherzare, e, personalmente,trovai che in quella circostanza la celia fosse più che adeguata.

E così la nostra scampagnata in terra di Catai era finita. Nelle ore seguenti prendemmo il primo battello disponibile (nel senso che lo sottrammo a dei pescatori e lo rendemmo di nostra proprietà), facemmo una breve sosta per acquistare del Loto e altre erbe per le nostre canne (fumarie) e tornammo a Londra in pochi giorni. L'avventura ci aveva segnato, però: rincasati a Baker Street 221b, il signor Holmes volle appendere sulle pareti di casa delle enormi fotografie di quel Felps che laggiù aveva conosciuto, fotografie sulle quali circolettò le parti da lui definite "più interessanti".
Quanto a me, quando venni a sapere, dai giornali, che le gare del DeCoubertain si erano chiuse senza altri incidenti, in cuor mio sapevo che ciò era stato possibile solo grazie al pronto intervento mio e del signor Holmes.

Chè sulla "coppietta di Baker Street", come ci chiamano le malelingue, girano tante voci, ma credo che nessuno di voi avrà da obiettarese dico che come li risolviamo noi, i casi, non li risolve nessuno. Vero?
TERMINAZIONE

martedì 26 agosto 2008

Quiz! (per tenere allenata la mente)




















Quale fra le seguenti opere del mitico Beppe Ungaretti, secondo voi, è meglio rappresentata da questa inedita e allegorica immagine che vi ho poc'anzi proposto?

a-"Allegria di naufragi"

b-"Il Porto Sepolto"

c-"Gridasti:Soffoco..."

d-"Les Cinq livres, texte francais etabli par l'auteur et Jean Lescure. Quelques reflexions de l'auteur"


Che aspettate? Chiamate parenti e amici e giocate tutti insieme con Quiz!

E ragionate con calma, il quiz si scioglie molto rapidamente (volevo dire:è di facile soluzione)!

sabato 23 agosto 2008

Appendice al post che avete letto (forse) poc'anzi

Ho finito "Angeli e demoni". Ieri concludevo così la mia carrellata sui libri della mia estate 2008:

Verso pagina 400, ho notato, sta diventando un po' una boiata...ne saprete di più sul mio pensiero domani.

Dunque, un paio di correzioni le debbo fare. Innanzitutto non avevo letto 300 pagine e poco più ma 400 e poco meno. Sono ripartito da pag.471 e sono arrivato sino alla conclusione, pag.560 (questo è accaduto stamane, perciò la mia memoria potrebbe già cominciare a scarseggiare).

L'altra correzione riguarda la "boiataggine" del libro. Perchè bisogna decidere da che parte stare. O da parte di quelli che "Dan Brown non sa scrivere e il finale è un'americanata pazzesca", oppure ci si può buttare nella fazione dei "ma sì, il libro è una fiction, w l'immaginazione" (ovviamente non entro nemmeno della ridicola questione "eresia o no", lapalissiana la risposta).

Lo snodo della vicenda, che mi ha portato a pormi questo angoscioso problema, è la sequenza del volume in cui, Attenzione:SPOILER!, Robert Langdon si lancia da un elicottero a 4000 metri di altezza circa, senza paracadute, viene investito (solo in parte, dai) dall'esplosione dovuta al contatto fra materia e antimateria, e riesce, appeso a due anelli di un telone bucherellato, a virare sul Tevere e a schiantarvicisi sopra senza riportare alcuna frattura o altri sintomi (giusto una vomitatina per far capire che anche lui è un essere umano).

Ebbene, tralasciando papi con figli pazzoidi, cosa pensare di ciò? A posteri l'ardua sentenza.

Postilla:ho iniziato "I misteri della jungla nera" di Emilio Salgàri (si legge così). La "spettacolare" e "lunghissima" Cerimonia di Chiusura dei Giochi e un'improvvisa botta di sonno mi ha impedito di proseguire oltre pag.40.

Recensini IV (che non è "i-vi", ma mi dicono che è "quattro")

Da quant'è che non recensinisco? Boh!

Francamente fatico pure a ricordare cosa ho letto in questa estate caldissima. Sicuramente ho letto l'ultimo Martin Mystère (n.298, L'uomo senza memoria), scritto da un Morales più Morales del solito (e quindi Martin è peggio caratterizzato del solito e la storia è molto banale, ma leggibile) e disegnato dal solito Alessandrini "del XXI°secolo" (sbavature qua e là, ma sempre grande); ho letto anche il 2°Color Fest di Dylan Dog, bella lettura, ma per quella c'è il post sotto.
Mi pare di aver letto anche il Nathan Never di Luglio (n.206) e di ricordare che fosse una "parte 1 di 2":beh, non ho ancora la seconda, perciò sospendo il commento;
poi non mi pare di aver letto altro, escluso il n.9 di SandMan (la ristampa mensile), numero buffo con 3 storie che sembrano c'entrare nulla l'una coll'altra, ma che invece... (vabbè, sì, la terza c'entra nulla con le altre, ma siamo elastici, su).
Ah, no, c'è anche un Zona X vecchio comprato in stazione e letto in treno, ma non mi ha colpito particolarmente..giusto un po' l'episodio di "Magic Patrol" contenutovi.
Pochi fumetti, però. Bah, un po' di disintossicazione ci voleva.

Libri. Libri ne ho letti, sì. Non so se siano tanti (in confronto alla media nazionale penso di sì), comunque saranno stati una quindicina (contando quelli di Luglio e Giugno!), tutti giacenti in casa mia anche da anni e mai letti per vari motivi. Con la risistemazione degli scaffali di là a venire ho provveduto a colmare finalmente le lacune librarie.
Prima ho cominciato con un po' di saggi su argomenti mysteriosi, a cominciare da Berlitz e da tre suoi piccoli classici del settore:"Atlantide", "Bermuda" e "Fatti incredibili ma veri" (a cui Martin Mystère credo abbia saccheggiato un po'); è seguito Cesare Ambesi e il suo libretto sulle "Società esoteriche", utile compendio di tutte le conoscenze sul settore, benchè un po' di parte nel definire praticamente dei ciarlatani gli attuali massoni & co. (e io sono concorde!).
Ho terminato quindi col poderoso "Talismano" della famigerata coppia Graham Hancock & Robert Bauval, famosi archeologi dell'avventura dei tempi nostri. Ebbene, il loro libro è moolto prolisso e sostanzialmente non conclude nulla, ma la maniacalità che mettono nell'allestire alla bibliografia è ammirevole. Direi che ho gradito (più del solito).

Siccome s'era fatto quasi Ferragosto, mi son buttato sulla narrativa: e mi sono anche fatto un po' male, dannati libri rilegati e costosi. Ma la voglia di mysteri non s'è persa e mi son sparato "Il codice del quattro" di Ian Caldwell e Dustin Thomason, che mi è piaciuto molto in quanto non è solo una storia "dove si risolvono i misteri vecchi di secoli" (qui l'Hypnerotomachia Poliphili), ma è anche e soprattutto una storia di formazione, con 4 ragazzi e le loro vite che si intrecciano all'interno di un college universitario americano di cui sono riportate usanze e tradizioni curiose. Un romanzo sul "crescere", anche quando, in teoria, si dovrebbe già esserlo.
Questi quelli che mi ricordo, mi pare ce ne siano degli altri, ma non mi sovvengono.

Di sicuro ora sono alle prese con Dan Brown (argh!) e il suo "Angeli e demoni". Non l'ho finito, mi manca un centinaio di pagine (oggi ne ho lette 300 e poco più), ma posso già recensire. All'inizio è lento e prolisso, poi si riprende e diventa un discreto thriller (inferiore al "Codice da Vinci", che come thriller era buono). Verso pagina 400, ho notato, sta diventando un po' una boiata...ne saprete di più sul mio pensiero domani.

Quanto a film e/o telefilm, sono cambiate molte cose.
"Jericho" stagione 2 è finalmente finito. Niente di particolare, ma mi premeva sapere come terminava la storia, che poi non termina neanche. Mah.
"4400" stagione 4 è stato bellamente tagliato da mamma Rai, causa Olimpiadi. Ora scopro che riprenderà Sabato prossimo venturo, meno male. Sennò m'incacchiavo parecchio.
"Lost" stagione 4 la sto rivedendo un'ennesima volta su RaiDue e mi piace ancora come la prima visione. La prossima sarà con il cofanetto che uscirà a Ottobre (!) e che spero di accaparrarmi gratis, come ho fatto con la 3°stagione.
"Stargate Sg1" stagione 8 è finito. Ed è finito pure in maniera abbastanza deludente, specialmente nell'ultimo doppio episodio, mentre il penultimo mi era piaciuto moltissimo. Ora La7 ci trasmette la stagione 9, e io sono arcifelice, chè non l'ho mai vista prima d'ora. I nuovi nemici e i nuovi comprimari mi piacciono molto, e infatti quella più simpatica è già sparita. Speriamo torni!
"Alias" stagione 2. Ed ecco la mia personale novità. Non avevo mai visto questo J.J.Abramsiano telefilm, e che mi sono perso! E' proprio fico (come diciamo noi recensori)! Potenza di Rai4 e del diggitale planetario, ogni sera, dal Lunedì al Venerdì mi godo un episodio e pergiunta nell'orario che preferisco (ora di cena)! Purtroppo, però, ho perso un paio di episodi a inizio mese, e non ho capito che fine ha fatto il manoscritto di Rambaldi...

e p-p-per og-g-gi è t-t-tu-tutto, g-gente!!

giovedì 21 agosto 2008

Giuda, permetti questo ballo? (SuperMiti 3)


Ho comprato il Color Fest n.2 di Dylan Dog.


Io non compravo Dylan Dog dal Color Fest n.1, di esattamente un anno fa.


Fu doloroso lasciare il buon DyD, ma il tempo mise una pezza. Col passare dei mesi mi sono scordato di guardare pure il titolo degli albi che nel frattempo uscivano, ma mai mi sono dimenticato dell'indagatore dell'incubo. Un amico, e un Mito.
Non c'è più il Tiz (altro Mito, e lui non lo sa, ma lo reputo pure un amico), al suo posto tanti autori diversi, tutti capaci, raramente adatti alla testata.
Ma questo Color Fest mi ha ridato la speranza. 3 storie su 4 sono davvero belle.
La storia di Bilotta è stupenda, anzi, è "solo" Dylan Dog. Quello di una volta, quello vero.
La seconda, con uno Stano da paura e una Barbato cervellotica come piace a me, è grande.
La quarta, del buon Gualdoni e del grande De Angelis è particolare, come una storia di DD deve essere.
La terza, lasciamo perdere. E' tutto l'opposto del DyD-style.
Però la voglia di Dylan è tornata. Quasi quasi....

sabato 16 agosto 2008

Finalmente anch'io dico la mia sulle Olimpiadi (e non fate quelle facce)

Il 23 Giugno 1894 d.C., il barone Pierre De Frèdy si stava spremendo i brufoli allo specchio, quando la sua attenzione cadde su un curioso particolare:la forma rotonda del suo volto, sommata ai suoi due sferici occhi, al cerchio alla testa che teneva quella mattina e alla sua bocca stupita a forma di O, andavano a completare l'immagine di 5 cerchi intersecati fra loro.
"Eureka!" esclamò il baffuto barone, affascinato dalla casualità del Destino e dalla scoperta appena compiuta. Ma non era ancora finita:quella parola latina era derivata dal greco; con un collegamento che oggi definiremmo come 'azzardato', De Frèdy rinviò la propria mente alla Grecia degli antichi fasti, quando tutto era ancora vergine. Lui pure lo era ancora, benchè non amasse farlo sapere in giro, cosicchè giunse a dire:"Rinverdiò i fasti dell'antica Ellade! I Giochi torneranno a splendere come un tempo!". Poi, siccome non c'era nessuno ad ascoltarlo nel suo bagno di casa, lo ripetè alla Sorbona di Parigi, poco dopo.
Erano nati i Giochi Olimpici Moderni, e con loro il CIO, il doping e la Coca-Cola.

Oggi sono passati un po' di anni, da quel glorioso giorno. I Giochi ecc.ecc. (noi che siamo del settore le chiamiamo semplicemente Olimpiadi) sono l'appuntamento più atteso negli anni pari multipli di 4 e a intervalli di sempre di 4.

Quest'anno (per i smemorati:è il 2008 dopo Caligola) esse si svolgono in Cina. Come tutti sanno, la Cina del 2008 è un Paese diverso dalla Cina della dinastia Ming, ma anche da quella di Mao di vent'anni e passa fa.
Sono Olimpiadi molto discusse, soprattutto negli Studi Rai, per svariate ragioni e mi sembrava doveroso che anche chi scrive, il quale è notoriamente un grande sportivo, dicesse la sua.

1-Beijing. Nessuno sembra sapere cosa significhi questa oscura parola che campeggia sul logo ufficiale dei Giochi del 2008. Per taluni vuol dire "Berlino", per talaltri "Mannò, a Berlino l'hanno già fatte"; secondo i genovesi, invece, essa significherebbe "Belando" (dall'"ing" che indicherebbe palesemente in gerundio inglese). Ma la verità è molto più semplice:"Beijing" è nient'altro che "Pechino". Esatto, proprio la razza di cani. I cinesi sono subdoli.

2-Cina. Una cosa salta subito all'occhio:la Cina è zeppa di cinesi. Ma il mistero non è come facciano a starci tutti quanti (basta eliminare qualche tibetano e voilà, le jeux son faits), quanto da dove sbuchino, visto che i bambini, si sa, vengono mangiati a pranzo. Checchè se ne dica, comunque, i cinesi saranno pure bizzarri, cattivi e violeranno pure i diritti umani, ma sono proprio forti. Partecipano a tutti i giochi, praticamente, e vincono quasi sempre qualcosa. Chapeau agli atleti.

3-La Cerimonia d'Apertura. 4 ore per dire "Dichiaro aperti i Giochi" e per accendere la benedetta fiaccola. Basterebbe questo per spegnere ogni voglia di guardarla in tv. Ma non a me:no, stavolta l'ho vista tutta. Ebbene, posso dire che non lo farò mai più. Ma posso anche dire che la 1° e la 4° ora sono state fantastiche.

4-I Paesi partecipanti. Ci sono praticamente tutti, mi sembra. Anche gli amici del Guam e dell'Aruba, gli unici Stati nuovi che ho scoperto; mancava solo il Sultanato del Brunei, e, in esclusiva, vi rivelo il perchè:non mi andava molto di prendere l'elicottero per andare fino in Cina, troppo faticoso.

5-Le Gare. Che belle, le gare delle Olimpiadi. Ogni 4 anni mi riappassiono a discipline che il giorno dopo la finale mi sono già scordato. Peccato che non riesco a capire quando ci sarà il tennistavolo; pazienza, meno male che LeBron e Koby mi divertono (e, incredibile!, RaiDue trasmette il basket!).

6-L'Italia. Molto medagliata, come sempre. Ormai non è più una novità veder vincere la Vezzali o la Pellegrini. E' invece molto bello assistere alla medaglia in diretta di atleti mai sentiti, come mi è accaduto con la Cainero o con Minguzzi. Con la prima mi sembrava di stare lì, sul podio. Per il resto, non mi pare ci siano state molte sorprese (anzi, forse sono più le delusioni).

7-La Slovacchia. 3 ori ovvi e 1 argento inaspettato. Da quando vinciamo nel tiro a segno (o quel che l'è)? Con canoa e/o kayak siamo imbattibili come sempre. Mi ci aggiungo anch'io, e me ne vanto.

8-Michael Phelps. E' un simpatico ragazzotto semi-sconosciuto proveniente di cui nessuno ha mai sentito parlare e, in questa Olimpiade, è appena passato alla storia per non aver vinto assolutamente niente e per essere arrivato sempre ultimo. Coraggio, Michael, un giorno anche a te arriderà la buona stella. Ma tu comincia a muovere più forte, quelle braccia, però.

9-RaiDue. C'è anche mamma Rai ai Giochi, purtroppo. Una programmazione sempre attenta a non interrompere nel momento in cui stai guardando una cosa, e costantemente aggiornata su tutto quanto accade agli Azzurri. Degli altri non ci frega niente, tanto per noi esiste solo l'Italia e poco altro. Conduttori insonni e commentatori iettatori, menagrami e inetti completano l'organico in viaggio nel tempo di 6 ore nel futuro.

10-Il calcio. E il calcio, che fine fa in tutto questo amba aradan? E' nello yogurt. E giusto lì può stare, e gli va bene che non siano finiti da qualche altra parte, especialmente dopo la brillante prova di Casiraghi & Co. contro il Belgio. Nel frattempo, l'Inter di Mourinho e la Roma di Spalletti danno spettacolo. Al circo.

E mi fermo qui. Ce ne sarebbero tante, di cose da dire. A cominciare dall'enigma di San Marino, i cui 4 atleti non si riescono a rintracciare nelle varie gare, passando per gli svedesi che schifano il bronzo (datelo a me! A me!), per arrivare ai greci recidivi. E pensare che li hanno inventati loro, i Giochi (featuring De Frèdy, of course).

W i Giochi!

Nota:Pierre De Frèdy non è altri che Pierre De Coubertin)

venerdì 15 agosto 2008

Il nostro premier è cinese. Sconvolgenti rivelazioni legano il Presidente del Consiglio, l'immune S.B., al Paese più comunista che c'è (dopo Cuba)

Oggi ero lì che facevo un gioco mentale, cioè dire la prima parola che veniva in mente subito dopo averne immaginata un'altra (non so se s'è capita la spiegazione).
Ecco cosa ne è venuto fuori:

Cina-->Pechino-->Olimpiadi-->Giochi-->Medaglia-->Faccia-->Culo-->S.B.

C'è di che riscrivere i libri di storia; allora mi aiuterà Bondi, che pure aveva avuto la stessa idea, tempo fa.


Scherzi a parte, domani, forse, un post serio sui XXIX°Giochi Olimpici Moderni con le mie impressioni su questi straordinari temperagomiti (ops, volevo dire appuntamenti).

giovedì 14 agosto 2008

Che fortuna, io di Nazioni ne ho due!

















Bravi, bravi, vincetemi tante medaglie, che sono bramoso.


Ma poi, io mi chiedo:mica le vinco io, che gusto c'è?

Boh, ma stamattina, al tiro a volo femminile, ero lì lì per commuovermi (ho resistito strenuamente).
Accidenti ai Giochi.

mercoledì 13 agosto 2008

Che poi, io ero pure tornato...

Se provaste a sottrarre dal numero arabo indicante il giorno odierno (vi aiuto, è il 13) al numero indicante il giorno dell'ultimo post di questo...chiamiamolo blog, ovvero il 2, otterreste (sempre che la matematica sia ancora la mia opinione) il numero 11.

A questo numero 11, ora potreste, nel caso aveste la voglia di proseguire questo piccolo viaggio nel mondo dell'algebra, ora potreste, dicevo, sottrarre all'11 il numero indicante il totale dei giorni che ho giustappena trascorso in quella che il popolo italico suole definire "vacanza", e che io preferisco chiamare "tentato suicidio":tale numero è 7. 11 meno 7 dovrebbe (l'indicativo è d'obbligo, Hume insegna!) rendere 4.

Questo fulgido 4 or ora ottenuto è la somma delle giornate "vacanziere" spese non in "vacanza", ma fra le mura domestiche, sempre comunque immerso nel dolce far niente; 4 giorni, quindi, composti ciascuno da 24 ore:se Eulero mi aiuta, in totale risultano 96 ore. Tolto l'intervallo mancante (da quando posterò questo post alla mezzanotte prossima), al momento non prevedibile, è possibile comunque giungere ad una approssimativa conclusione: mi sono rotto i maroni.

Il chè non significano brutte cose, ma solo che, come l'Ombra aveva avvolto il Rat-Man il mese scorso, ora l'accidia ha preso il sopravvento quasi definitivo sulla mia persona. Voglioso di fare cose nella più pura linea teorica, mi ritrovo sempre più costantentemente svuotato in quella pratica.

E intanto Settembre è lì, a pochi giorni (per gli amanti dell'aritmetica, 18).

sabato 2 agosto 2008

Sherlock Holmes e il caso "Chinese Doping" - 1° episodio

Quella mattina, era il 18**, e il signor Holmes si stava rassettando nel lavabo. Io lo spiavo con occhio sordido dallo spioncino. Ma non pensate male: come sapete sono un medico ed è dovere di ogni medico badare alla salute dei propri pazienti.
Orbene, accadde che quella mattina, mentre ciascuno era intento nelle proprie attività, la signora Hudson suonò il campanello. Un urlo lancinante si sprigionò e quand'io accorsi ad aprire la porta notai che la signora Hudson ancora non aveva ricevuto notizia del nuovo campanello fattomi installare dal signor Holmes; campanello che, si vocifera, fu scoperto dalsignor Holmes su un libretto zeppo di disegni, disegni talmente spaventosi che solo a rammentarne uno degli incredibili spasmi avviluppano le estremità del mio corpo (c'ha un'erezione, NdT).
Ebbene, la signora Hudson recava una missiva; gliela presi dalla mano e, dopo aver ascoltato le sue interminabili lamentele, la accompagnai gentilmente alla porta, provvedendo a raccomandarle di fare un viaggio in un lontano paese, che i suoi abitanti sono soliti chiamare Creansedere.
Il signor Holmes uscì in quel mentre dal bagno e, noncurante del fatto di trovarsi come sua madre l'aveva creato, volle subito leggere la lettera.

-Vi buscherete un brutto raffreddore, Holmes- raccomandai agitando l'indice come una nonna premurosa.

-Grazie, Watson, ma non è il caso di preoccuparsi. Il pelo pubico provvederà a riscaldare le mie membra quel tanto che occorre per sopravvivere a questo gelido clima, dovreste saperlo- rispose. E, come al solito, aveva ragione.

-Come volete, Holmes, ma sappiate che così sarò costretto ad osservare tutto l'armamentario che recate.-

-E quale problema c'è, dunque? Lo fate già a spesso dallo spioncino. E non nego di agire nella medesima maniera, quando ad occupare il bagno siete voi.-

Il mio coinquilino, il signor Holmes, aveva la straordinaria capacità di essere sempre al corrente di quanto stava accadendo attorno a lui; criminali e gaglioffi della peggior specie avevano avuto lo spiacere di accorgersene, ahiloro, troppo tardi; ma ignoravo che anch'io fossi finito sotto lo sguardo attento del suo occhio. Ma il 221b di Baker Street, per fortuna, ospita due uomini di mondo, aperti anche ad agire nei modi più curiosi.

-Cosa recita la lettera, Holmes? Non tenetemi sulle spine.-

-Spostatevi dalle rose, allora. E non distraetemi, sono ancora immerso nella lettura. Il nostro amico mittente è una persona estremamente loquace.-

Mi spostai dalle rose, e tolsi le spine dal didietro martoriato, badando bene a non fare rumore. Holmes detesta quando lo si distrae dalla lettura.
D'un tratto egli si rivolse a me.

-Ho finito di leggere la lettera, Watson. Portatemi il violino.-

Il violino era una strana abitudine che il signor Holmes aveva sviluppato negli ultimi anni. Diceva che la sonata del violino produceva una vibrazione non solo delle corde dello strumento, ma anche di quelle della sua mente, e che solo allora egli era in grado di cogliere i frutti del suo riflettere.Aveva anche un altro metodo, ma consiste in una pratica un po' illegale, perciò preferisco non farne menzione. Chi legge potrebbe appartenere alle Forze dell'Ordine.

Gli portai il violino, e Holmes suonò. E suonò. E suonò. Dopodichè proferì, con la sua voce incredibilmente simile a quella del signor Rathbone, un attore che avevamo pludito al Theatre of London, un teatro che non esiste:
-Signor Watson, la mia presenza è richiesta in un luogo molto lontano da qui, ove un ennesimo, feroce delitto è stato commesso. Debbo recarmici immediatamente, o altre persone morranno.-


-Preparo la valigia, dunque!-

-Grazie, Watson. Lei è l'unica persona che mi capisce. Ora ho bisogno di attuare il mio metodo di riflessione, così che quando sarò giunto a Beijing sarò subito in grado di svolgere appieno il mio lavoro.-

-Va' a farsi di coca? Bene, ma si sbrighi, o il treno partirà senza di noi.-

-Sig.Watson, adoro quando si esprime in maniera così rozza.-

E quella fu l'ultima cosa che disse per molto tempo.

Durante il viaggio in treno, da Londra a Pechino, non proferì una sola parola, eccetto che per un vocabolo qui non ripetibile, scappatogli dopo la notizia che il treno aveva accumulato ritardo nel tratto Reykjavik-Dawson a causa di un branco di capodogli in calore. Una volta scesi a Beijing, però, Holmes tornò alla sua consueta logorrea, spiegandomi il motivo di quel lungo travaglio.

-Conoscete Phileas Fogg?- chiese.

-Certo, è quel gentiluomo che qualche anno addietro ha compiuto il giro del globo in soli 80 giorni. Ma perchè mi ponete questa domanda, Holmes?- Avevo premura di aggiungere "e soprattutto, cazzo c'entra, adesso?", ma preferii aspettare che Holmes terminasse il ragionamento che aveva in mente.

-Vedete, Fogg ha vinto quella scommessa in quanto ha viaggiato verso Occidente, guadagnandocosì un giorno di più di quanto aveva conteggiato. E noi abbiamo appena seguito la stessa tratta, Watson. Questo mi consentirà di avere un giorno in più a disposizione per risolvere il caso.-

-Holmes, ora siete in errore. Fogg viaggiò verso Oriente, e non verso Occidente. E ve lo posso assicurare in quanto ho da poco visto la parodia con Jackie Chan.-

Holmes mi osservò per qualche secondo, estrasse la sua pipa e tirò due boccate di fumo. Poi pronunciò nuovamente la stessa parola già detta in Alaska, a Dawson; anche in questa occasione preferisco non riferirvela, in quanto potreste essere bambini ancora innocenti.


Beijing era una città incredibilmente ricca e variegata, colma di maestosi palazzi alti comegrattacieli, che svettavano su grattacieli bassi come palazzi. Nelle viuzze e nei vicolifrotte di cinesi mandaranci si movevano come formiche ossesse, alla perenne ricerca di cibo. Piccoli cinesini tentavano di assaltare pacificamente la carrozza senza cavalli con la quale io e il signor Holmes ci stavamo dirigendo verso il Palazzo dell'Imperatore; il guidatore, un anziano ex-sahib di Lahore arrestò il veicolo, arretrò lentamente e ripartì, per poi rifermarsi e ripetere l'operazione più volte. Sotto di noi, dei "Squesh" e dei "spatch" stavano a significare che i piccoli cinesini erano saliti al Regno dei Cieli con facoltoso anticipo.

Il signor Holmes ed io giungemmo al Palazzo dell'Imperatore verso le dodici, ora locale. Il signor Hu Jintao venne da noi e ci rivelò che l'Imperatore era in quel momento intrattenuto da gravosi problemi di carattere politico, ma che a lui era stato assegnato il compito di guidarci nella nostra visita e, già che c'era, di prendere le redini del Paese per qualche tempo, almeno fino al ritorno del vero Sovrano.

-Quando avete intenzione di mostrarci quello che avete trovato?- domandò il signor Holmes, ormai spazientitosi.

-Subito, signole. Plego, seguile me da questa palte.-

S'impone ora una breve divagazione; trovandomi nel secolo chiamato decimo-nono, non posso esimermi dal muovere delle interessanti osservazioni inerenti il popolo cinese. Innanzitutto essi si esprimono in modo buffo, ed inseriscono la lettere "L" in quasi tutte le parole che pronunciano. La loro scrittura è composta da strani simboli indecifrabili, il chè li rende senza dubbio inferiori agli inglesi, che Dio salvi la Regina. Le loro tavole sono costantemente imbandite di sontuosi manicaretti e leccornie varie, ma, a ben guardare, essi si nutrono sostanzialmente di tre sole cose:pesce crudo, bambini ancora vivi e riso, quest'ultimo come contorno. Personalmente ho assaggiato tutte e 3 queste pietanze e posso dire con certezza che solo i bambini bolliti sono equiparabili a quanto l'Inghilterra offre ai suoi mensali.
Il sistema politico è corrotto, le Forze dell'Ordine sono insufficienti a garantire la sicurezza dei cittadini, e anche questi non sono certamente pie anime votate alla castità. Per finire, terremoti che paiono la furia di Iddio sono all'ordine del giorno. Ma si può affermare che, nonostante questo, il Catai sia un Paese molto affascinante e la madre Inghilterra potrebbe renderla sua colonia in breve tempo.

Confesso che mi sono permesso tale e tanta riflessione in quanto il caso, per qualche tempo, è rimasto in fase di ferma. Si da' il caso che, pochi giorni dopo il nostro approdo, in terra di Cina iniziassero i Giochi Olimpici voluti dal barone De Coubertain, un villoso signorotto locale che, per mostrare li muscolacci, rispolverò dall'armadio i gloriosi Giochi dell'Ellade che venivano praticati secoli orsono. I moderni Giochi Olimpici sono tutt'altra cosa, e sono utili perlopiù a sponsor e alle case produttrici di sostanze dopanti, libere finalmente di testare i propri nuovi prodotti.
E proprio su uno di questi casi era stato chiamato ad indagare il signor Holmes. Nel ritrovo italiano erano stati ritrovati già due atleti con in corpo sostanze insolite che, per via della loro rarità, erano state definite dagli inquirenti come sostanze incredibili o stupefacenti. Il signor Holmes avrebbe percepito una cospicua paga per risolvere il caso prima dell'apertura dei Giochi, e probabilmente ci sarebbe riuscito, se non fosse accaduto quel che sto per raccontare.

Terminazione della prima sequenza

Arrileggerci alla ventura sequenza!