lunedì 29 novembre 2010

Angelo Branduardi nel XXI° secolo: una sfida alla disuguaglianza sociale. (Un intervento di Giulio Tremonti)



Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò
E venne il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò
Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto,
che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne l'acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il toro, che bevve l'acqua, che spense il fuoco,
che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il macellaio, che uccise il toro, che bevve l'acqua,
che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E l'angelo della morte, sul macellaio, che uccise il toro, che bevve l'acqua,
che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E infine il Signore, sull'angelo della morte, sul macellaio,
che uccise il toro, che bevve l'acqua, che spense il fuoco,
che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto,
che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò



Una sorpresa per tutti i lettori di questo blog: il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti ci spiega il capolavoro di Angelo Branduardi "La fiera dell'est".

(testo non rivisto dall'autore)


Cari amici, cari colleghi, l'economia è un bene che riguarda tutti, e anche se non è un bene fisico, è come se lo fosse, altrimenti non mi torna la frase, e quindi siamo tutti colleghi. Qui parliamo di musica, ma siamo tutti colleghi, credo. Io credo che in tempi di insicurezza, non solo monetaria, come questi, insicurezza che accomuna tutte le categorie sociali, siamo tutti colleghi, infatti, credo che non sia opportuno cercare lo scontro quando non ve ne è bisogno, e si spera che non ve ne sia mai bisogno. Dicevamo: il sostrato economico della musica, la musica come economia. Diceva Pitagora La musica regola l'armonia dell'universo, io dico E' vero, ma anche che noi che ci occupiamo di flussi di scambio e debiti pubblici e privati, cerchiamo, e spesso, e non credo di commettere eresie nel dirlo, spesso ci riusciamo, cerchiamo nel nostro piccolo di portare equilibrio, cioé armonia, sul nostro pianeta, nelle dovute proporzioni, nell'universo. Cercherò di spiegarmi con parole semplici, che quando parlo e mi riascolto, poi non capisco molto quello che dico, e le mie parole sono dettate dall'esperienza di chi ha provato e riprovato, e quindi di chi sa e può dire di sapere. La conoscenza deriva dall'esperienza, non è un male ripeterlo.
Prima di passare allo specifico, al tema di Branduardi, una concessione che ci riporta all'infanzia, e al tempo stesso, ci riporta all'infanzia, e al futuro, in termini di previsione degli eventi che accadranno, o che potrebbero accadere ma forse non accadranno mai. Siamo noi economisti, per usare una brutta parola di facile comprensione, come gli extraterrestri di "Incontri ravvicinati dal terzo tipo", film di Spielberg del'77, che per comunicare con l'uomo, con gli americani di Carter, democratici, usavano la musica come linguaggio universale. Qui non ci interessa il messaggio politico, sugli eventi dell'Iran che di lì a poco sarebbero sfociati in una paralisi di cui ancora oggi avvertiamo gli effetti. Ci interessa questo discorso sulla musica come matrice universale, in grado di accomunare creature così diverse come l'uomo e gli alieni. Allo stesso modo, chi prova ad interpetrare le regole monetarie ed economiche, spesso molto diverse da Paese a Paese, non fa altro che cercare una matrice comune che permetta ai lavoratori dipendenti, agli autonomi, agli operai, di coesistere e cooperare per il bene comune, da cui ognuno trarrà i propri frutti. Poi magari questo non accade, è vero, ma tentare è sempre meglio che rimanere inerti e che le cose scivolino da sé. L'importante non è vincere, ma partecipare.
La fiera dell'est. Ringrazio chi mi ha dato l'opportunità di parlare di questa canzone, canzone molto bella e soprattutto molto orecchiabile, con questa sua ripetitività dal sapore quasi martellante. Si tratta di, gli inglesi dicono martellance, noi possiamo dire martellanza, di una martellanza dal sapore che non si può non definire armoniosa. Si può non definirla armoniosa, certo, ma bisognerebbe dimostrarlo, e a me preme sottolineare il contrario. E' una canzone armoniosa perché c'ha dentro di sé forti connotati mistici o religiosi, vedi l'angelo o il Signore, è vero, ma è una canzone molto semplice, che è facile da memorizzare. La riprova è che il curatore del blog ove questo intervento sarà pubblicato, se la ricorda tutta. Ed è una persona di solito molto sbadata.
Il tema della canzone. Tema molto semplice, ma che vedremo nascondere significati molto complessi, su cui da tempo gli esperti di tutto il mondo stanno lavorando. Anche il Governo della Repubblica vi ha investito tempo e denaro, se nessuno lo sapeva è perché all'epoca non ritenevamo utile pubblicizzarlo ai cittadini, visti anche i risultati ancora incerti. Tema molto semplice, lo ripetiamo perché ci sarà utile in seguito: c'é un topo che viene mangiato dal gatto, che viene morso dal cane, che viene picchiato dal pastore, che viene bruciato, il fuoco viene spento dall'acqua che viene bevuta dal toro, il toro viene macellato e il macellaio ucciso dall'angelo della morte. L'angelo della morte viene punito dal Signore, non viene detto quale, ma è facilmente intuibile. Cos'hanno in comune tutte queste, tutti questi fatti esecrabili, poco piacevoli? Perché ognuno di questi episodi si conclude con la peggiore delle punizioni, la morte? Tutto parte con un padre, il padre di Branduardi, il padre di tutti i cittadini, il padre che va al mercato a comprare un topo, e lo compra per due soldi. Un gesto probabilmente azzardato, visto che poi muoiono tutti; come è stato possibile tutto questo? Al mondo accadono quotidianamente tante cose strane, bizzarre, del resto se le cose fossero sempre normali non avremmo avuto due guerre mondiali, forse ci annoieremmo anche un pochino. Il nodo della questione è: il topo costava troppo poco. La svalutazione economica porta, oltre ad influire pesantemente sui mercati internazionali, porta alla svalutazione sociale. Un topo costa solo due soldi, ma chi lo decide? Lo decide il mercato? Sì, il mercato come luogo fisico, la fiera dove va il padre di Branduardi. Io dico: tu costi due soldi, tu ti offendi, Perché due soldi e non tre, chi lo decide? Allo stesso modo, il topo può sentirsi svalutato della sua condizione.
Il topo è un essere vivente, come me, come voi, come chiunque respiri ossigeno e rilasci anidride carbonica. L'essere vivente, se si sente svalutato, si deprime. Chi si deprime, lo descrive molto bene Duilio Lamprota nel suo libro "Il depresso come avarìa del motore del progresso sociale", che mi permetto di consigliare a tutti, di leggerlo, dice molto bene questa cosa, cioé che chi si sente svalutato, depresso, è compensato da qualcuno che svaluta, che fa deprimere. Chi si occupa di queste faccende è concorde nel dire una cosa, che l'animalità, se presa in piccole dosi, fa muovere il mercato dell'economia, ma troppa ferinità non va bene. Ci vantiamo dei progressi fatti nei secoli in tema di autocontrollo, continuiamo a vantarcene.
Secondo punto, l'influenza sui mercati internazionali. Quindi tutti muoiono perché il topo si sente svalutato come essere vivente, verrebbe da dire 'umano', muoiono perché si sentono svalutati e sono più sensibili alla ferinità altrui, e al Signore non piace la ferinità, altro aspetto da sottolineare. E poi c'é l'altra svalutazione, quella monetaria, che influenza i mercati europei, e non solo europei. Anche Stati Uniti e Cina sono interessati a questo ragionamento, ma non solo Stati Uniti e Cina, anche la Russia e l'India non sono indifferenti. E questo spiega perché la Fiera di Branduardi è dell'est. Ma torniamo al punto. E' un'importante passo avanti che stiamo portando, con il Governo, con la Confindustria, con i sindacati, un progetto in comune con i colleghi turcomanni, questo progetto che abbiamo chiamato Dottrina del Topo, come omaggio alla canzone di Branduardi oggi in esame. Non mi dilungherò nello specifico, altrimenti quando mi riascolto non mi capisco, dirò soltanto che ruota intorno a tre parole chiave: topo, finanza autogestita, solidarietà sociale.
Topo. Il bene di prima necessità non deve sentirsi svalutato, altrimenti cade in depressione e l'economia si irrigidisce su sé stessa, provocando disparità.
Finanza autogestita. Per effetto di ciò, chi acquista il bene di prima necessità dà maggior valore monetario al bene di prima necessità che acquista, sia esso un topo, un tozzo di pane o un decoder DTVI, in pratica dà un surplus, sulla cui percentuale stiamo ancora discutendo con i sindacati; essi stanno pensando di tenere un referendum interno fra gli iscritti per decidere fra il 15 e il 20 % del prezzo, percentuale che peraltro non intaccherà l'Iva per i venditori, quindi nessuna disparità sociale.
Terzo punto, terza parola chiave, solidarietà sociale: i consumatori, onde evitare di pagare più di quel che sono in grado di pagare, saranno portati ad una maggiore solidarietà fra l'uno e l'altro consumatore. Di questo modo i consumi dimunuiranno di numero - e questo ci farà utilizzare meno risorse, con meno sprechi - ma il denaro continuerà a circolare come prima, grazie a quella percentuale che la Dottrina del Topo prevede.
Per concludere, è probabilmente questo il messaggio a cui Branduardi teneva di più quando ha scritto la canzone, e cioé non comprare le cose per consumare e basta, comprale per un motivo, perché sennò le sminuisci, queste si deprimono e poi muoiono tutti. In parole povere, Branduardi ci descrive l'armonia che sta alla base della solidarietà sociale, perlomeno per le categorie sociali più disagiate. Chi è sordo a questi problemi, si limita ad ascoltare la musica. Grazie
(applausi)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nice post. Grazie