lunedì 20 ottobre 2008

Pappa-Harappa, pappa-Harappà! (trad.:Papparappa, papparappà!)

« Senza la scrittura le parole non hanno presenza visiva, possono solo essere "recuperate", "ricordate". »

Questo diceva l'illustre Walter Jackson Ong, un prete gesuita (mica cotiche) autore di due svariati saggi e che è passato alla storia per aver scoperto che la scrittura ha influito sulle civiltà che l'hanno adottata.

L'avrete capito:la scrittura è il tema di questo post.
Se non l'avete capito, ve lo dico io:la scrittura è il tema di questo post.
Anzi, ve lo scrivo io:la scrittura è il tema di questo post.

(uff..e altre 3 righe l'abbiamo riempite)

Già. Negli ultimi tempi la voglia di scrittura è scemata, rincretinita, stupidata. A capito (il contrario di scapito) della voglia di lettura. Oggi la voglia di lettura sta calando e quella di scrittura sta risalendo. Ma sempre a spizzichi e bocconi, a pois. Insomma, un po' tengo voglia di scrivere, un po' di leggere, quasi sempre di non fare nessuna delle due cose.

E poi la scrittura è quella che potrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere il mio lavoro futuro, sempre che Brunetta (per lui niente condizionale, l'ergastolo gli darei) ci lasci qualche briciola su cui poterci avventare come piccioni.

Ma se già ora difetto di voglia di scrittura, come potrei fare in un'eventuale attività lapidaria (da lapis, matita, quindi, per metonimia ot similia, "che a che fare con la scrittura")?
E i temi? I temi scarseggiano (maestro unico, unico tema). Che, detto brutalmente, potremmo tradurre con "non so più cosa scrivere".

Blocco dello scrittore? Può darsi. E cosa si fa in questi casi? Beh, uno scrittore serio si rilassa e semplicemente, pian piano, ricomincia a scrivere.
Quindi non mi riguarda:io me la prendo cogli indiani.
E non coi poveri, vituperati sumeri, che nulla c'entrano:non sono stati loro ad introdurre i primi cenni di scrittura ma, come dice il dott.Wiki dell'Università di Pedia, sono stati gli indiana di Harappa, nella Valle dell'Indo (per i non amanti della Storia:l'India fu scoperta nel 1492 da Peter Falk). Questi primi cenni, pubblicati su cocci di ceramica (noterete l'allitterazione della 'c'... x i filologi futuri:non significa nulla), risalgono al 2600-3500 a.C., quando io ero ancora in mente dei.

E oggi, nel 2008 d.C., siamo ancora qua a parlare di scrittura (ok, scrivere di parlata è più difficile, ma non è una giustificazione) e, soprattutto, lo facciamo con me in mezzo.
E di me voglio parlarvi, della mia scrittura. Introduco a questo proposito un personaggio noto a tutti, Jack Goody. Jack è un antropologo britannico nato nel 1919 e clamorosamente ancora vivo che ha studiato molto e lavorato poco (come tutti gli intellettuali):in particolare, riguardo alla scrittura il Goody afferma che essa ha permesso un "addomesticamento del pensiero" tale da consentire processi quali l'astrazione, la formalizzazione, la logica, l'analisi, la classificazione, la sintesi e l'ipotesi (e quindi la formazione di nuove teorie). [queste ultime righe sono prese pari pari dai saggi del dott.Wiki sorpacitati]

Ebbene, se Goody ha ragione, e non vedo perchè non dovrebbe averne, visto che è letterato, dicevo, se Jack non ha torto, la mia scrittura (che, postuliamo, è esattamente come tutte le scritture) dovrebbe rispondere ai requisiti di cui sopra. Esaminiamo caso x caso (che fa caso^2):

astrazione:la mia scrittura è sicuramente astratta, in quanto non vuol dire niente. Fuori uno.

formalizzazione:la mia scrittura tende ad uno stile classico, formale, quindi si formalizza. Fuori due.

logica:la mia scrittura è logica, perchè rispetta la sintassi. Questa è tirata per i capelli, ma fuori tre.

analisi:adoro analizzare le cose più inutili, ma sempre analizzare è. Fuori quattro.

classificazione:la rubrica Top Faiv! ne è un fulgido esempio. Fuori cinque.

sintesi:clorofilliana. Fuori sei.

ipotesi e formulazione di nuove teorie:anche queste sono una mia cifra stilistica, come si evince anche da questo post. Fuori sette.

Abbiamo visto che la mia scrittura è una scrittura con la S maiuscola e con crittura minuscolo:non debbo temere nulla, allora, chè non ho nulla da invidiare ai più grandi, Hemingway o Dante, e ai meno grandi, Coelho e Moccia.
E quindi questa voglia che oscilla su e giù nell'animo mio debbo farla sfogare.
E' una cosa dura, ma qualcuno lo deve pur fare (beh, più o meno era così).

Bene. Capito (non il contrario di scapito) che posso continuare, aspettatevi di vedere nuovi scritti in un futuro non troppo remoto.

Il che suona come una minaccia. Ma io, anche grazie a Goody (e ora capisco il suo cognome), me ne galeo e frego e posso cantare:Pappa-Harappa, pappa-Harappà!

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