sabato 14 novembre 2009

Next: Panorama vs L'Espresso - don't miss the match!














Un paio di settimane fa, per soddisfare taluni bisogni fumettiferi, ho dovuto fare violenza su me stesso e acquistare Panorama, rivista che non amo molto. Per cercare in qualche modo di compensare il deficit democratico che questo gesto mi ha comportato, ho provveduto ad acquistare anche la rivista sua nemica, L'Espresso, per la quale non mi strappo i capelli, ma di cui, perlomeno, condivido le linee programmatiche.
Sicchè, se non altro per giustificare l'ingente spesa, ho dato un'occhiata alle due riviste e le ho messe a confronto: ne ho dedotto che entrambe sono esattamente lo specchio della società in cui viviamo, e che il loro pluridecennale successo è più che meritato. Infatti, proprio come il maggior partito al Governo e il maggior partito d'opposizione, esse si equivalgono, pur trovandosi su posizioni diametralmente opposte. Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto è curioso notare come entrambe siano costate 3 euro. Un prezzo assolutamente equo, per rapporto quantità/prezzo, forse un po' eccessivo per la qualità, ma la società moderna è la società del "tutto e subito", del "più ce ne è, meglio è", del "come va, va". Chi scrive condivide la teoria dell'accumulo, e non può fare a meno di dare a Cesare quel che è di Cesare, conferendo a Panorama un vantaggio di almeno due punti, se non tre, sotto quest'aspetto. Perchè, vediamo, acquistando Panorama per 3 euro mi sono portato a casa, in ordine di apparizione(su quest'ultimo torneremo più avanti):
-un foglio che riproduce la copertina della rivista, sul cui retro pubblicizza la propria collana di road-movie, con titoli quali Easy Rider, Thelma&Louise, Duel;
-la rivista;
-un volantino che offre ai lettori la possibilità di un abbonamento congiunto fra Panorama e la rivista scientifica Focus, a prezzo ribassato;
-un altro volantino che reclamizza una collezione di oggetti da tavola ottenibili tramite punti-spesa all'Esselunga;
-il numero di Novembre del mensile First, con copertina a doppia pagina mostrante Dita Von Teese ignuda in un 'vedo-non vedo' di indubbio effetto.

Sborsando 3 euri, nel frattempo, con l'Espresso si poteva ottenere:
-un foglio che riproduce la copertina del numero, sul cui retro si invita i lettori ad abbonarsi alla rivista;
-un catalogo tascabile di cose per la casa;
-la rivista.

Insomma, un 5 a 3 per Panorama; ma aggiungiamo un punto perchè uno degli allegati è addirittura un'altra rivista completa, ed ecco che il lettore indeciso e voglioso di carta avrà probabilmente convenuto che L'Espresso non fa per lui. E questo lettore, si badi bene, non è solo, ma è uno fra i tanti. Il che è ovvio: L'Espresso mi allega un noioso catalogo di lampade e sgabelli, di una marca semi-sconosciuta, su sfondo bianco, tutte cose che chiunque può trovare all'Ikea la Domenica pomeriggio. Panorama, invece, mi da tanti volantinetti colorati, sottili sottili, non ingombranti, mi da la cultura come le donne nude, Focus come Dita Von Teese. Panorama si mostra sin da subito per quel che è, lo trovi immediatamente sotto il foglio; L'Espresso no, sotto il foglio c'è il catalogo, non la rivista, sicchè uno che vota Radicali o DiPietro e si crede un intellettuale di sinistra, pensa di trovarsi fra amici e si trova costretto ad assistere alla mercificazione dei propri ideali:L'Espresso che supplica abbonamenti (mentre in quello stesso spazio Panorama offre film di culto), l'Espresso che pubblicizza sedie quando un tempo solo gli abbienti si siedevano. Panorama regala al lettore l'illusione di calarsi nel mondo, L'Espresso cala il mondo su di lui; Panorama ti mostra come sono belli i quadri di Caravaggio, L'Espresso ti chiede perchè Dalì dipingeva gli orologi deformi, e pretende una risposta, quando non lo sapeva neanche Dalì stesso.

Panorama strilla in copertina:"La verità sul vaccino, 60 risposte per non avere paura dell'influenza A"; L'Espresso, sommessamente, sussurra:"Saviano - Il mercato del sesso", che c'è pure la parolaccia e un papà non si porta a casa la rivista con le parolacce, che magari la figlia piccola ci mette le mani sopra e fa domande scomode. Panorama rilancia, ammiccando al cliente dell'edicola:"Guardate la malasanità-viaggio shock negli ospedali", e come si possa guardare una cosa astratta a noi non è dato sapere; ma non importa, perchè tanto L'Espresso in copertina ha il viados e poi anche il d'alemiano più accanito non ne può più di 'sto Saviano, che sta sempre in tv e se lo sfruttiamo troppo c'è il rischio che stanchi (senza contare che ora parla pure con i trans, e dopo Marrazzo sarebbe più opportuno tacere: lo sappiamo tutti, con i trans è bello andarci, ma parliamone il meno possibile). Panorama coglie l'attimo, L'Espresso cita il 'dopo-Berlusconi' e difetta di senso politico: e che una rivista non schierata non dovrebbe far politica è un'altra cosa che Panorama ci insegna.
In Panorama, dopo qualche pagina di pubblicità c'è l'editoriale, con l'attualità più stretta in primo piano (la decisione della Corte Europea di togliere il crocifisso a scuola è definita "atto di violenza":la sofferenza provata da Mulè è tangibile anche dall'ateo più impietoso) e si chiede una riconciliazione fra le parti, mentre, dall'altra parte, una battuta di Altan sugli stupri preannuncia Giorgio Bocca, secondo il quale - ma tu pensa - la mafia è un pericolo reale, un articolo sulle opinioni come forma di esistenza per depressi (nel quale mi riconosco) e uno che chiede "meno potere ai professori", auguri. In Panorama c'è un altro po' di pubblicità, ma poi c'è subito il sommario, così il lettore occasionale è in grado di orientarsi quanto prima, mentre il lettore fedele sa immediatamente come ritrovare i suoi opinionisti preferiti:Vittorio Feltri, Bruno Vespa, Giuliano Ferrara, Carlo Rossella..ci sono tutti. Sa ritrovare subito l'articolo che parla bene della Gelmini, quello su Michelle Hunziker che combatte la violenza sulle donne, quello sulla tipa secchiona cacciata dal PD. Sa che a pag.75 si parla male di Repubblica, che a pag.86 Vespa ricicla il suo ultimo libro, e che a pag.113 ai poveri liberali tocca pure "sdoganare" Cuba (Castro ormai è andato, perchè non approfittarne?).
Mentre sull'Espresso il sommario è a pag.31, e prima di arrivarci occorre sopportare un sacco di notiziole mordi-e-fuggi su Camilleri, Tullio Pericoli e un sacco di altri nomi strani, si parla male di Feltri, si legge Travaglio, sino alla pagina satirica di Michele Serra, che fa più pensare che ridere, e allora che satira è? (si chiede il lettore occasionale). Gli affamati di cultura come il sottoscritto, però, possono giovarsi dell'Espresso, peccato che venda come roba grossa gli inediti di Luigi Tenco e l'articolo - inedito, ma del 2004, quindi vecchio - di Alda Merini, che dice più volte di essere matta. E tutto questo quando su Panorama si può trovare il reportage sulle riprese del nuovo film di Twilight, che - quello sì - promette colpi di scena a non finire, oltre ad un saggio che parla male del PD e ad uno sulle crociate dei cristiani (croce e sangue, da Dan Brown in poi, sono tutto miele che cola). Per chi ama informarsi su quel che accade nel mondo, Panorama ci porta a casa di Schumacher, ci fa toccare con mano i commessi-modelli del nuovo Abercrombie milanese, e ci svela che presto sarà possibile andare da Milano a Venezia guidando sull'acqua; L'Espresso, da parte sua, è insolitamente positivo: una lode a Zapatero e una ad Al Gore ci dicono che forse il mondo non è così brutto come sembra. Entrambe le riviste parlano di coloro che muoiono nelle carceri, ma possiedono un diverso senso dell'umorismo: L'Espresso deride Lotito e ironizza su Clooney; Panorama, più grossolano, sfotte i trans, sogghigna su Platinette e promuove la risata come cura per il cancro (sic!). L'Espresso ci fa conoscere meglio Baremboim e Dalmine, e come film sceglie "Mio fratello è figlio unico", mentre Panorama ci da "Wolverine - le origini" (e chi ama i fumetti sa dove schierarsi).
Per concludere, Panorama è solito chiudere con "periscopio", in cui si spettegola di qua e di là e si mostrano un paio di poppe femminili, che fanno sempre bene alla salute (non solo dei maschi, le donne sono sempre solite andare in bagno assieme e scambiarsi pareri sui loro petti e sederi). L'Espresso ospita, nell'ultima pagina, la Bustina di Eco o, in questo numero, la rubrica di Scalfari, al quale il suo quotidiano probabilmente non basta per parlar (male) del razzismo. Anche qui, si vede come, seppur L'Espresso sia assolutamente condivisibile nei suoi intenti, è Panorama quello che meglio sa intercettare le ambizioni degli italiani.
Per cui, vince Panorama? Beh, a questo non posso certo rispondere io. Si confronti con i rispettivi schieramenti cui le riviste fanno da specchio sociale. Quello che posso dire è che le poppe femminili sono belle, ma il buon senso e la democrazia ancora di più (più o meno).



Nota: l'immagine è a puro scopo illustrativo. Il confronto è stato operato sui numeri del 6 Novembre.

1 commento:

Anonimo ha detto...

cavolo hai scritto questo bel confronto e nemmeno un comment....
con un po di ritardo ci penso io.
ma non mi va di dare la mia opinione, in fin dei conti non conta un bel nulla,
quindi.....