venerdì 11 novembre 2011

PAURA E DELIRIO ALL'EDICOLA (2)

Addì 11-11-11



Paura.

Non ci volevo andare, all'edicola. No, no e no. Ma dopo tempo immemore era tornato il Sole. E come dice il clone di Pieraccioni chi trova Sole non lo lascia più. Pertanto, tremolante e assonnato, guardingo e perso in mille paranoie, dopo aver preso, lagrimando, il cinquantone dalla cassaforte segreta, mi sono avviato. Ovviamente a piedi, per impiegarci di più. Con passo felpato, ho attraversato laghi e colli, esitando e tentennando ad ogni più infima scusa. Ho guardato se c'erano pesci nel lago, mi sono fermato a decidere quale strada mi conveniva percorrere, ho atteso, sulle strisce pedonali, che tutte - ma proprio tutte - le auto transitassero. Ho contato le cacche in cui mi sono imbattuto. Otto. Ho camminato lentamente, senza prescia alcuna, eppure fiato corto e dolori callipedi mi hanno reso il viaggio un inferno più di quanto già non fosse.
Il demone dagli occhi gialli era sempre più vicino.
Come una vacca a transumanza finita, mi sono lasciato ciondolare e ho seguito, sguardo appannato, una signorina Rottenmeier nell'ultimo attraversamento stradale prima del Trip.

Delirio.

Ho percorso il periplo dell'edificino. Rilucenti e seducenti immagini patinate urlavano a gran voce. Ma il rombo dell'autobus copriva quelle invereconde grida silenziose. Gli occhi, però, complice l'astro del mattino, erano inermi. Archeo, Giochi per il mio computer, Il mucchio selvaggio (col fumetto in copertina!), una nuova rivista di Storia pronta a svelare tutti i segreti noti e innoti della famiglia Borgia... e ancora: Tattoo, la donna con i grossi seni in bikini, Men's health, i segreti del punto croce, un altro Tattoo, Tatuaggio, Realizza il tuo Tatuaggio... Ma non volevo tatuarmi! Al più sapere se fra i Borgia fosse inclusa anche Luana. Dovetti fuggire. Zigzagai sino all'edicolante. Lo salutai, simulando indifferenza. Presi un forte respiro e cominciai dal piatto forte. "L'Audace Bonelli è finito?", domandai, ponendo già le mani avanti. Non era finito. Non le avevo viste, ma ben quattro copie erano adagiate dinanzi a me, sdraiate in posa sensuale. Non le avevo viste veramente o forse VOLLI non vederle? Non lo seppi mai. Ne presi una copia e la lasciai lì. Altri clienti si erano avvicinati, nel contempo. Li lasciai fare. Il demone dagli occhi gialli mi stava seducendo: non volevo distaccare gli occhi dal reparto fumetti. Il non dover comprare LaRepubblica aveva allentato le mie difese. La gioia effimera che tanto cara mi sarebbe costata pareva non voler terminare mai. Non trovavo nulla di quel di cui abbisognavo. Poi, una ad una, le mie speranze crollavano impietosamente: Nathan Never 245 fu il primo, seguito a ruota da Ratman 87. Shanghai Devil 2 l'avevo notato subito (era stato appena consegnato e le copie erano ancora fumanti), ma altrettanto subito avevo distolto lo sguardo da quelle costine rosse e lussuriose. Stavolta dovetti cedere. Una sola, fioca, speranza mi era rimasta: di Nirvana 1 non ve n'era traccia. Giubilo e tronfio, corsi a pagare. Sganciai senza fare storie, segno di una mente, la mia, ormai ottenebrata dal delirio di onnipotenza. Una sola copia di Nirvana 1 era stata inviata a quell'edicola, ed era stata ormai venduta. Mi bastava: il demone aveva subìto il suo smacco. Me ne andai, fischiettando come un disoccupato che viene guardato male dalle vecchie che aspettano l'autobus.
Successivamente mi accorsi che le mie tasche pesavano 17,80 € in meno, e solo allora mi resi conto che lo smacco l'avevo subìto io.

Paura.

A quel punto affrettai il passo. Sacchetto appeso alle dita, rimuginavo sul da farsi. All'esterno sfoderavo un sorriso alla Berlusconi, se guardato; se non guardato, il mio volto s'increspava in mille rughe precoci e gli occhi assumevano un'espressione cinese. (Di nuovo il Sole, dannato Pieraccioni). All'interno i pensieri più disparati si affastellavano uno sopra l'altro senza soluzione di continuità. D'un tratto m'imbattei in un'altra edicola, più piccola di quella che avevo visitato. Non so spiegarne il motivo, ma mi avvicinai e chiesi se Nirvana 1 fosse disponibile per una transazione. Un lato di me esitava, nascondendo la busta dell'altro edicolante; l'altro lato, meno politically correct, era indemoniato. Pareva che lo volesse davvero, quel fottuto albo. E quando l'edicolante, peraltro diverso dal consueto edicolante, rispose che l'albo, il fottuto albo, non era disponibile, quella metà di me diventò triste. L'altra metà, fortunatamente, sorrise in meneghino e s'accomiatò, allontanandomi da quel luogo perverso.
Tornai a casa senza altri turbamenti che non fossero quelli a voi già noti. Fra le mura amiche mi sentivo al sicuro, certo che lì nessuno avrebbe voluto sottrarmi la mia preziosa cartamoneta. Ebbi il tempo di rimuginare. Il materiale cartaceo acquistato, ad una prima sfogliata, non mi pareva più così nefando. Ripensai anche al Nirvana 1 da cui ero scampato per ben due volte. Un fioco sorriso cominciò a raggrinzirmi le gote.

Delirio.

Ma durò poco. Nuovi fatti sono accaduti nel frattempo, e hanno minato la mia già precaria certezza novembrina.
Agenzia Alfa 24, che avevo pensato di poter accantonare sino a Natale (qual ingenuità!), parrebbe essere importante per fini continuativi. Andrebbe inoltre appaiato ad Universo Alfa 9, che domani uscirà dal limbo infernale da cui proviene. Ben due Zagor minacciano la salute del mio portafogli, giacché anche quello di Ottobre, da cui mi credevo ormai salvo, è disponibile. (Ho tentato di rimuovere con una tisana al luppolo e malto il ricordo della terribile scoperta, ma non vi sono riuscito). E ancora, Nathan Never 246 e Almanacco del Mistero 2012 hanno da tempo annunciato la loro prossima diffusione nell'universo mondo. E sapete bene come Nirvana 1 sia ancora in circolazione, bramoso della sua preda.
Ch'io lo desideri o meno, potrei dover essere costretto a sacrificare altri 22,90 €.
Possa chi leggerà queste righe perdonare la mia prosa temporalmente confusa: le mie mani tremano. Sappia che mi impegnerò a fondo nella battaglia contro il demone dagli occhi gialli e il suo esercito cartacico.
Non so dire quanto ancora potrò resistere. Un giorno, due settimane, non di più. Per allora, spero di essere ancora in me. E di avere qualcosa da leggere.


MaxBrody

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