lunedì 25 maggio 2009

Recensini: caos!

A leggere gli ultimi post di fila, sembrerebbe che questo blog si sia trasformato in uno studio psicanalitico. Per la gioia di tutti noi, quindi, torniamo a parlare di cose serie, di quelle che rendono la vita degna di essere vissuta.

L'ultima volta che ho recensinito qualcosa è stato dalle parti di Gennaio e, se i conti tornano, da allora dovrebbero essere trascorsi circa 5 mesi (giorno + giorno - giorno * giorno : ).
Come è normale che sia, non mi ricordo praticamente nulla di quello che visto/letto/sentito/annusato/mangiato nelle ultime 150 giornate o giù di lì; sto facendo le pulizie di primavera (o, viste le temperature, sarebbe meglio dire "di estate") e, spolverando i grumi di polvere accumulatisi sui miei neuroni, qualcosa sta saltando fuori...qualche libro (pochi), qualche fumetto (pochi), qualche film (pochi pure questi). Sembra quasi che io non abbia fatto niente per 5 mesi....possibile? Beh, ormai dovreste esservi ben abituati alle imprese del sottoscritto.

Comunque, veniamo a noi. Il reparto libri di inizio 2009 è miserello: avevo iniziato colmo di speranze la lettura della Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams (dopo aver impiegato solo due anni nella ricerca), ma dopo l'ottimo primo volume e la sosta nel Ristorante al termine dell'Universo (il 2°volume), ho abbandonato la caccia al terzo per dedicarmi agli studi - questa è la giustificazione della mia coscienza, ma è bene non crederle; oh, beh, la voglia di proseguire l'avventura di questa balzana "trilogia in cinque parti" è rimasta, e prima o poi mi darò da fare affichè prosegua.
Prima e dopo questi due, mi ero sciaquato le pupille con Ubik di Dick, che era stato bellissimo, e con la rilettura di alcuni racconti di Borges, che sono la dimostrazione che repetita juvant, e che juvant pure tant: imperdibili anche dopo esserseli sciroppati in tutte le salse. Un po' come Lost.

Del mio telefilm preferito sto seguendo la nuovissima 5°stagione, che è più bella della 4°, della 3° e forse pure della 2°, pur essendo molto diversa da ognuna di queste: come hanno detto più volte gli autori (i diabolici Lindelof&Cuse), ogni stagione è come un volume di un'unica storia, con una linea narrativa al tempo stesso autonoma e indispensabile nella comprensione delle altre. Insomma, la struttura che, a detta di chi scrive, dovrebbe possedere ogni prodotto seriale.

Avrete notato la scusa che ho adottato per saltare dalla sezione "libri" a quella "dei telefilm": forse vi sarete fatti l'idea che io abbia smesso di leggere libri intorno a Marzo. Beh, vi sbagliate. Perchè ho letto anche Regime, un libro vecchio ma, chissà perchè, ancora attuale, di Marco Travaglio, quel giornalista che in Germania vince i premi e che in Italia viene criticato da coloro che egli critica. Il libro, comunque, è scorrevolissimo. Dopo questa incursione nella realtà, mi sono abbandonato a dei romanzonti (il termine è un mio neologismo, ed unisce i termini "racconti" e "romanzo") necessari al superamento di un esame. Di un paio ne ho già parlato; si tratta di Agostino, dello straniante Moravia, e di Conservatorio di Santa Teresa di Bilenchi: entrambi trattano di ragazzini con problemi di tipo psico-sessuale (uh, un altro neologismo)...il detentore di questo blog tiene a ribadire che non ha assolutamente problemi psico-sessuali, ma è un tipo bizzarro e si diverte a compararsi con chi li ha, al fine di compiacersi della propria superiorità (salvo poi rimanere smentito dai fatti). Ma stiamo divagando: i due romanzi sono entrambi interessanti, soprattutto il primo; il che spiegherebbe come mai Moravia è noto ai più e Bilenchi no. Del primo non perdete pure i Racconti, che racchiudono in meno pagine la stessa forza sprigionata da Agostino (e poi, essendo più corti, li finite prima).

Fumettisticamente parlando, è stato periodo di magra per i miei scaffali (ah ah; rido perchè lo spazio sui miei..sul mio scaffale è finito da anni). Ho proseguito con le mie letture fisse e niente di più. "Martin Mystère" non ha offerto il meglio della sua produzione, ma le letture del numero 302, Meteore!, e del gigante n.13, La sindrome di Matusalemme, sono state piacevoli; soprattutto quella del secondo, per via dei testi di Alfredo Castelli, "cinico" e divertente come sempre. Peccato per il cambio di grafica, ma queste sono pare che lascio ai nerd (eccomi: la colonna di quarta di copertina non mi piace proprio per nulla, ritengo che rovini il disegno! Esigo che venga tolt..umpfff..eehi, non tappatemi la bocc..ehi, dove mi portate? Perchè indossate delle camicie bianche?).
"Nathan Never" prosegue senza troppi clamori, con storie non originali ma godibili, come i nn.213-214, il maxi n.4 e il n.215, tutti accomunati da una caratterizzazione dei personaggi "classica" ma con sbalzi d'umore un po' stranianti.
Di "Rat-Man", invece, non c'è proprio nulla da dire, se non che ogni numero è superiore al precedente (si vedano il 71, che chiude la bilogia di Ratto!, e il fenomenale 72, intriso di gag più demenziali del solito).

Film e affi(lm)ni. Come diceva la Bertè, siamo in alto mare. Ne ho visti e ne vedo troppi, tutti rigorosamente a metà, abbandonati quando il sonno prende il sopravvento (salvo poi scomparire appena appoggiata la capoccia sui guanciali). Uno, però, m'è rimasto impresso. E' il thriller/americanata The international, con Clive Owen che non si capisce se sia scarsissimo o bravissimo e Naomi Watts che non è caruccia come è stata in altre occasioni; l'idea di fondo non è male, in quanto molto "moderna", da intendere come "adeguata e verosimile", considerato che il film è ambientato ai giorni nostri, quando soldi&potere&tecnologia la fanno da padrone. A parte ciò, il film è una palla e infatti l'ho mollato a metà. Ma, comunque, l'ho fatto solo dopo aver guardato ciò che mi premeva, ossia la sequenza ambientata a Milano. Non perchè io un fan entusiasta di quella città, ma perchè quella fu la prima (e unica) volta a cui assistetti alle riprese di un film; perdipiù si trattava di un film americano, e la sola idea di essere lì mi eccitava (tenete conto che accadde due anni fa ed, all'epoca, ero in fase post-adolescenziale). Beh, dopo due anni posso finalmente dire che il risultato finale è stato abbastanza buono e, soprattutto, che mi eccito troppo facilmente.

Il post sta venendo troppo lungo e poi va a finire che non lo legge nessuno, nemmeno io; perciò per ora chiudo qui. Non fremete troppo nell'attesa (a chi mi rivolgo, se non lo legge nessuno?). Arrivederci alla prossima puntata de "Recensini!"

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