C'è un autore, in Italia, che più di tutti sa esprimere con la musica il senso più profondo della realtà. Eh, sì: Morgan, noto semplicemente come "Morgan, quello di Ics-Factor", fa parte di quella ristrettissima cerchia di individui capace di cogliere e descrivere nel più minuto dettaglio l'incredibile mistero della vita. Prova ne è questa canzone, incentrata su quello che forse è il mistero più mistero che la vita ci ha proposto: l'Ikea.
Però, (cosa vuol dire però)
Mi sveglio col piede sinistro
Quello giusto
Forse Già lo sai
che a volte la follia
Sembra l'unica via
Per la felicità
C'era una volta un ragazzo
chiamato pazzo
e diceva sto meglio in un pozzo
che su un piedistallo
Oggi indosso
la giacca dell'anno scorso
che così mi riconosco
ed esco
Dopo i fiori piantati
quelli raccolti
quelli regalati
quelli appassiti
Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo
lascio che le cose
mi portino altrove
non importa dove
non importa dove
Io, un tempo era semplice
ma ho sprecato tutta l'energia
per il ritorno
Lascio le parole non dette
e prendo tutta la cosmogonia
e la butto via
e mi ci butto anch'io
Sotto le coperte
che ci sono le bombe
è come un brutto sogno
che diventa realtà
Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo
Applico alla vita
i puntini di sospensione
Che nell'incosciente
non c'è negazione
un ultimo sguardo commosso all'arredamento
e chi si è visto, s'è visto
Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni
Lascio che le cose
mi portino altrove
altrove
altrove
Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni
Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni
La domanda è una di quelle che fanno raggelare il sangue nelle vene del più indomito esploratore: Caro, andiamo all'Ikea?. Seguono urla e gridi disumani, suicidi, ecatombe di mariti (o di mogli, in caso di ruoli invertiti). Ma Morgan è un Artista. Gli Artisti sono uccelli leggiadri che le loro penne intingono nell'inchiostro del Cielo e così facendo scrivono il Mondo, dice un famoso detto. Che Morgan non smentisce. Già nei primissimi versi si coglie la vacuità del luogo in cui ci siamo recati: Però, obietta il consorte al partner che ha già adocchiato un comodino a cassetto unico color rosa pallido. Ma questi ammonisce:cosa vuol dire però?. Non c'è un però, all'Ikea. Quell'avverbio non ha senso, qui. Nulla ha senso all'Ikea.
Morgan lo mette in chiaro fin da subito: all'Ikea il piede giusto è quello sinistro, il mondo va a rovescio. Qui, la follia è l'unica via per la felicità. Come giustificare altrimenti quell'appendiabiti giallo a forma di banana? O quello scaffale a ripiani diagonali? Non è possibile farlo col raziocinio puro e semplice. Spesso si osa accusare Morgan di eccentricità. Ebbene, senza eccentricità oggi non avremmo questo sofferto resoconto, non sapremmo nulla di quello che accade nell'escheriano universo ikeaniano. Morgan è come quel ragazzo pazzo che al piedistallo preferisce il pozzo (e gli spettatori di X-Factor possono confermare).
Morgan indossa sempre la stessa giacca, sì, quella dell'anno scorso. E' vero. Ma non lo fa per scarsa igiene, bensì per potersi riconoscere: entrare in un centro Ikea significa smarrire la propria identità.
Lo sa bene il fiorista, che, stanco di fiori piantati, regalati, appassiti (e nemmeno uno venduto), decide di perdersi nel negozio di mobilia e lasciare che le cose lo portino altrove. Dove, esattamente? Da quel lucernario in cristalli liquidi, forse? No, spreca troppa energia. Da quel planetario in ceramica, allora? No, non ne parliamo proprio (sono queste le parole non dette), meglio buttare tale finta cosmogonia. Allora su quel letto con tripla fodera imbottita colori azzurro per la primavera, arancio pallido per l'estate e beige per l'inverno? Mamma mia, è come un brutto sogno! esclama il marito/moglie inorridito.
Di fronte a tale raccapricciante campionario di nefandezze, neppure un animo sensibile come quello di Morgan può rimanere impassibile. Morgan è buono e ad un commento cattivo preferisce un diplomatico silenzio (i puntini di sospensione):lui è sì incosciente, ma non pirla. Sa che in Svezia si offendono facilmente.
No, per Morgan arriva il tempo di dare un ultimo sguardo all'arredamento (sguardo disgustato, ovviamente) e lasciare che le porte a scorrimento lo portino altrove, in un mondo più giusto e in cui il mobilio sia decente e dal montaggio facile. Un mondo ove svicolarsi dalle pose plastiche dell'industria mobiliare e dalle posizioni assurde a cui obbligano certe sedie verdoline a tre gambe. Queste le semplici, e per questo geniali, convinzioni di Morgan, un Artista controcorrente, ancora tutto da scoprire.
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7 commenti:
Lunga l'estate, eh? :P
Decisamente troppo! :D
(bentornata, che piacere!)
:) Grazie del bentornata!
Anche se in verità passo, anche se non lascio commenti... ;)
Senti, ma fai anche post su richiesta? Del tipo che uno ti dà un argomento, e tu riesci a scriverci un post? Oppure segui sempre l'estro del momento e non sai mai di cosa tratterà il post successivo? (Questo per arricchire la conoscenza universale sui blogger e le loro abitudini posterecce).
Seguo sempre l'estro del momento, peccato che il momento dopo sia già svanito..(la qualità dei post è lì a provarlo!). Piacerebbe molto anche a me sapere di cosa tratterà di volta in volta il post successivo :-P
Ma forse questo capita solo perchè nessuno mi ha mai richiesto post! Indi, se ti serve qualcosa... ;-)
Certo che l'idea dei post a richiesta non è affatto male!
Se deciderai di applicarla faccelo sapere!
Per me va bene, carI Serlon!
Molto giusto l'argomento. Molto vero. Mi ci son ritrovato a pensare dopo aver letto il tuo commento sul Bloggo, mentre facevo i piatti, prima di leggere questo post. Di assonanze ce ne sono a migliaia. Magari hai scoperto il segreto del Castoldi. Statti attento, così facendo niente Sanremo per te!
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