domenica 25 luglio 2010

A yankee boy



Avete presente quei film americani con protagonisti ragazzi e ragazze "normali", che (perdonate la confusa spiegazione), all'interno della propria quotidianità, vivono incredibile avventure? Le gemelle Olsen, alcune cose con Steve Martin degli anni '90, i film che trasmette Italia Uno la Domenica pomeriggio...quella roba là, ecco.
Non per vantarmi (non c'é molto di cui vantarsi), ma sarei il protagonista perfetto per un film di quel tipo.

1-Sono giovane. Tipo Shia LeBoeuf, per dire.

2-Ma, a volte, ragiono come un quarantenne. Qualità indispensabile per risolvere eventuali enigmi ("prendere il tramezzino con la provola o i funghi? La provola no, mi rimane sullo stomaco") o sciorinare aneddoti di vita vissuta con le ragazze ("sai che una volta ho preso la verde fino a Cimiano?"), che fanno sembrare fighi e pieni di cose da raccontare (per qualche imperscrutabile ragione, alle ragazze piacciono i tipi così).

3-Altre volte mi mostro come, forse, realmente sono: un immaturo ventiduenne. Il che è perfetto per le sequenze sentimentali: sapete, "tu non mi capisci", "no, tu non mi capisci", "no, tu", "no, tu", "no, tu", "ok, io sono stupida, sei contento?", "no, non sei stupida, sei falsa", "mi tratti sempre male", "non è vero, io ti amo", "non ti voglio più vedere", "e allora vattene", e conseguenti tormenti vari.

4-Non sono bello, né figo, ma nemmeno un bidé multifamigliare. Non vengo guardato con repulsione (sì che possa scambiare parole con altri esseri umani), tranne che dalle casalinghe sopra i 55, che mi vedono come (e purtroppo ricordo loro) il proprio figlio nullafacente.

5-Ho un rapporto travagliato col gentil sesso (le donne, eh): o niente o troppo (soprattutto niente). L'ideale per un amore tormentato come dev'essere quello di un eroe: ci provo con tutte, mi va sempre male, e intanto mi struggo per una che non posso frequentare e/o che per qualche motivo mi odia.

6-Indosso pressoché tutto l'anno una maglietta e un paio di jeans (non sempre-sempre gli stessi, ma i modelli sono due-tre), unite a scarpe altrettanto casual. Il protagonista di una fiction popolare dev'essere sempre riconoscibile, chi è nel settore lo sa. Siccome non sono di carta, qualche piccolo cambiamento ci può stare, certo. Ma guai a non sembrare sempre uguale, eh.

7-Anche se la odio (ma non ci posso fare nulla, alla fine capirete il perché), giro praticamente sempre con una borsa a tracolla color "indiana jones", per tre quarti vuota - e trattasi di una borsa che anche vuota pesa, non si sa come, una tonnellata - e per un quarto piena di cose necessarie alla sopravvivenza (gomme da masticare, il Moment, acqua, un qualsiasi cosa da leggere, penna, matita e carta varia). Un esploratore pronto a scoprire il mondo.
All'occorrenza, con l'aiuto di un semplice k-way da scalatore (lievemente modificato) e di una diversa disposizione della borsa (stavolta in mano), mi trasformo in un giovane manager rampante, non impomatato (ché si deve fuggir l'affettazione) ma con un vag(hissim)o fascino. E' importante sapersi adattare alle persone e/o alle situazioni che ci si trova di fronte. Specialmente se l'ambientazione è urbana. Se ci fate caso, i protagonisti dei film di cui sopra hanno sempre questa caratteristica, che vestono sempre allo stesso modo, e ovunque tu li metta non sfigurano mai.

8-Nei momenti più intimi, però, sono me stesso. Non sono un supereroe, ma un fragile uomo. Pure troppo, forse, ma il maschio di oggi dev'essere rude e effemminato al tempo stesso, onde poter recepire una più vasta gamma di critiche.

9-Ho dei principi. Pochi, ma ne ho. Ad ogni modo, non essere malvagi (ovvio) non equivale ad essere sprovveduti.

10-Essendo, come si diceva al punto 8, un essere umano con tutti i crismi (all'incirca), sbaglio & ho diversi difetti: linguaggio a volte scurrile, a volte ampolloso, tendenza a rinviare all'ultimo istante, tendenza a sembrare fuori posto, tendenza a metter becco su questioni altrui, contraddizioni, mancanza di volontà, accidia, goffaggine, lamentosità, autolesionismo, depressione, puzzette. E questo è solo un piccolo campionario. Sono molti di più, ma mi rendono umano. Almeno, così mi piace credere.

11-Sono un fine humourista, ma anche grossolano ("grosso lano", ah ah ah! ...appunto). Faccio battute spiritose (ma non in continuazione come Groucho), con una particolare predilezione per quelle più vecchie, così da non far ridere nessuno. Sono però natural-mente goffo (come dicevo poc'anzi) e allora sì che i presenti si sganasciano dalle risate. A seconda di come mi alzo la mattina (nel 90% dei casi, male), il mio humour inglese può tramutarsi in sarcasmo, ironia acida e humour nero: questo fa presa sulle donzelle, tanto che sul momento fingono di scandalizzarsi e osano persino toccarti, dandoti quella piccola pacca che ti fa sentire tanto idiota/bambino, ma fiero di aver fatto colpo.

12-Per finire il trittico: sebbene profondamente ignorante e inesperto di qualsivoglia attività, riesco ad apparire colto (e sui trivia, le cose inutili, forse lo sono). Ma non sempre: a volte faccio certe gaffes che neanche il premier. In me Bene e Male si bilanciano, insomma. In teoria ho costantemente voglia di aiutare le persone, anche e soprattutto sconosciute (qualità da eroe protagonista), ma non sempre lo faccio (caratteristica umana).

13-Da bravo eroe del quotidiano, affronto più o meno giornalmente minacce e supercattivi: masse di scolari che scendono dal treno, climi tropicali, burrasche, persone apparentemente normali che maledicono la specie umana in quanto "invadente"(sic), attese di otto ore, luci accecanti, affabulatori affamati di spiccioli, volantinisti, interisti, leghisti, automobilisti pronti a sfrecciare sulle pozzanghere spinti da follia inzaccheratrice, cantieri eterni, professoresse sadiche, falsi giornalisti, sindaci distratti, giudiziosi sconosciuti.
D'altra parte mi imbatto in fatti o persone bizzarre, divertenti, curiose: bibliotecarie pettegole, conversatori solitari, colti clochard, ferrovieri anti-ferrovie, cinesi colpiti da amnesia, misogini convinti, ultrafemministe, punkabbestia, finti anarcorivoluzionari, fascisti leali, pseudo bigotti, giovani partigiani, Presidenti della Repubblica, comici di Italia Uno, scrittori famosi ma ignorati, fumettisti, scioperanti, protestanti, insistenti testimoni di Geova, gatti randagi, maiali da compagnia, topi da cartoon, bacarozzi, più animali che sul National Geographic..!

14-Ogni eroe ha la sua esclamazione tipica, che lo rende immediatamente riconoscibile, anche se parla da fuori campo. Io, senza sovrapprezzi, ne ho diverse. Alcune d'imitazione ("Giuda ballerino!"), altre di mia creazione ("Giuda" + epiteto vietato ai bambini), alcune castigate ("Che diamine!"), altre meno (inserite la parolaccia desiderata). Comun denominatore a tutte è un borbottio di fondo, incessante, coi suoi sbuffi, soffi, rimbrotti: una lagna costante, udibile anche da lontano, a cui ormai chi mi conosce si è abituato e a cui reagisce fuggendo prima che il sottoscritto arrivi col suo passo tutt'altro che felpato. Il vero eroe è innanzitutto un anti-eroe, con le sue debolezze, i suoi tic; eh, che diamine: che, io non posso averceli?

15-I ragazzi che agiscono in questi film, infine, sono sempre problematici. Se non hanno difetti fisici, hanno difetti psicologici; se non sono psicologici, sono fisici. I miei sono sia fisici che psicologici, quindi sono a posto.
Conoscono tante persone, parlano con tutti, hanno tanti amici; ma sono solitari, non hanno voglia di parlare, solo col Migliore Amico, gli altri sono falsi. Vogliono bene a mamy e papy, ma non li reggono più. Sono parsimoniosi coi pochi soldi che hanno, non li buttano via come i loro normali coetanei, ma li scialacquano in cose inutili e spesso assurde, che li rendono gli zimbelli del paese. Hanno pensieri molto profondi, filosofeggiano sul senso della vita e della morte, guardano le nuvole, si meravigliano di fronte alle lucciole (gli insetti, dico); ma poi si piangono addosso perché non vanno alle feste a farsi una limonata (non quella coi frutti, dico). Stanno bene con loro stessi e col mondo, e poi sono sempre incazzati col mondo e con loro stessi - notare il chiasmo.
Insomma, sono un tormento unico. Inutile dire che il sottoscritto è anche peggio. L'unica differenza è che, di solito, questi casi patolog...ehm, questi eroi hanno il cane (Bob, o Buck, che poi viene rapito dal cattivo, scappa, o lo liberano, e slinguazza tutti, tutti gli dicono "bravo, evviva, ti voglio bene" e lui abbaia verso il cielo), io il cane non l'ho mai avuto, però una volta tiravo la lingua al dobermann di mia zia, che non mi faceva niente, è morto da quasi vent'anni e, che buffo, ci sono ancora affezionato...sono proprio uno yankee.

Cari registi USA, che aspettate? Io sono qui, pronto a giocare a baseball, a ritrovare il graal (nel Minnesota), a farmi leccare dal cane, ad imbarazzarmi di fronte a Samantha, del primo anno di college. Ma fate presto, che la vita è breve.

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