domenica 2 maggio 2010

Perdita di fiato


















Questo famoso racconto di Edgar Allan Brod detto Max, uno dei miei preferiti, ha come protagonista il signor Maxbreathe (giogo di parole per "Massimo respiro"), il quale, in seguito ad alterne vicissitudini sentimentali, si è chiuso sempre più in sé stesso, fino a non rivolgere la parola a chicchessia, se non per dire cose ordinarie o poco interessanti (il sig. Maxbreathe, difatti, è convinto che prima possedesse un eloquio irresistibilmente denso di contenuti. Noi sappiamo che non era così). Passato, però, un certo numero di mesi, il sig.Maxbreathe si accorge di non essere più in grado di sostenere cotale situazione. Pur non avendo mai del tutto perso la sua verve ironica (spesso inacidita in un più congruo sarcasmo), l'unica sua distrazione, tra un mugugno e un altro, era stata quella di leggere romanzi ed assistere a spettacoli in forma privata, per poi commentare, insieme ad uno o due circoli non troppo estesi di appassionati veraci (come lo era lui), in 'fori' predisposti a tale uso, le incongruenze e/o le geniali trovate che quegli svaghi gli concedevano (in particolar modo, le dispense settimanali avevano su di lui un fascino morboso). Tuttavia, era perfettamente consapevole che la maggioranza degli individui che popolano la Terra non era avvezza a passatempi di quel genere, e ora si rendeva conto che era giunto il momento - pur senza rinunciare a letture, visioni e riflessioni, che il suo animo bisognava di novità, di ricominciare - per dirla in maniera brutale - a fare anche altro.
Sicché il Nostro riprende ad aggiornare il suo diario, si sforza di non bollare l'intero genere umano come negativo, ma la sua missione di updating (come la chiameremmo oggi) allarga le sue maglie anche al suo corpo fisico: pertanto, il sig. Maxbreathe opta per svolgere dell'attività sportiva.


Il si.Maxbreathe, ovviamente, non ha MAI svolto attività fisica secondo modalità precise e continuative, ma altresì rammenta di non essere MAI stato, nei tempi dell'innocenza, una nullità, anzi. Pur senza l'allenamento di cui altri elementi erano dotati, riusciva a non sfigurare del tutto.
Purtroppo (è chiaro l'intento ironico del Brod) il sig.Maxbreathe era stato costretto a cessare l'attività del suo corpo in favore di quella del suo intelletto, cresciuto a dismisura (sempre secondo sua convinzione) man mano che il primo si sviliva. Ma il sig.Maxbreathe è deciso: subdolamente fa sì che un suo vicino di casa lo inviti ad accompagnarlo nella sua minimaratona, e il giorno dopo tutto è pronto.


E' una domenica di inizio primavera, leggermente piovosa. Un 2 Maggio, se non erro. Il sig.Maxbreathe, dopo secoli di inattività, va a correre. Comincia lentamente, adagio, seguendo passo passo il suo ospite, da bravo bracchetto. Incredibilmente, le sue gambe reggono. Ma la gioia è effimera. Dopo qualche metrata, ecco la svolta: d'improvviso si accorge che non ha più il fiato. "Com'è possibile?" si domanda. "Ho percorso solo pochi metri". Eppure, nonostante i suoi arti inferiori si dimostrino migliori di quanto immaginasse, sebbene il Nostro riesca a proseguire nella sua impresa, dissimulando tranquillità col vicino, il fiato manca.

Un turbinio di allucinazioni comincia a percuotergli il cefalo: il povero sig.Maxbreathe, nella scomposta beatitudine della sua marcia trionfante, assiste alla sua morte, dovuta ad un improvviso colpo apoplettico sulla pista velocipedabile; osserva, sconsolato, un dimenticato funerale a cui non avrebbe mai voluto presenziare, ed alla sua sepoltura; infine, come un supplizio che pare non avere mai termine, sbigottisce dinanzi alla resurrezione del suo corpo mortale, condannato a correre quel selciato ab aeterno, al fianco di almeno mille maratoneti provetti (fra cui il suo accompagnatore), spartitisi il suo fiato.
Al ché il sig.Maxbreathe non rimane che la carta dello scherzo: "Potrebbe andare peggio di così?" "Beh, potrebbe piovere" si risponde. Uno scroscio improvviso lo annacqua.


Di soprassalto, il sig.Maxbreathe si scuote e parte al galoppo verso la sua magione. Non è stanco, ma non si capacita della sua perdita di fiato. Si reca, così, in alcuni luoghi, siti in cui consultare testi di sicura affidabilità. Ivi gli vengono poste alcune domande, a cui risponde convintamente. Questo test (chiamiamolo così) gli rivela il motivo della sua perdita di fiato: il sig.Maxbreathe ha un'età psicologica pari al doppio della sua età cronologica.
Colpo di scena: per il lettore (me per primo), una perdita di fiato.

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