giovedì 29 luglio 2010

La Bustina di Malerba. 1 : Come distinguere un collezionista di fumetti; Come acquistare "Topolino"

Nel 2007 inaugurai, su altri lidi, una rubrica settimanale che, come avrete intuito, si ispirava alla ben più nota Bustina di Echiana memoria. L'esperimento durò molto poco, in parte perché il lido prescelto poco si confaceva ai temi trattati, in parte perché all'epoca ero ancora piuttosto lunatico e dopo qualche settimana mi stancai.
Siccome sono tuttora piuttosto lunatico, mi è preso lo schiribizzo di riprenderla e riproporla ai miei venticinque lettori (di cui ventiquattro momentaneamente assenti), a partire da quei (pochi) pezzi già pubblicati altrove e qui ripresentati senza revisione alcuna.

Risalgono tutti a tre anni fa - un periodo di grande fermento creativo per il sottoscritto - : per chi volesse, può essere interessante notare le differenze fra la società odierna e il mondo appartenente a quel remoto passato.

Due precisazioni:
La "Bustina di Malerba" che dà il titolo alla rubrica, come senz'altro sapete, indica la quantità di erba che sono solito fumare prima di scrivere un servizio.
Vista l'eccezionalità dell'evento ("la prima volta non si scorda mai", diceva Stradivari all'acquirente dubbioso) incomincio (ri)pubblicando due servizi, dalla prossima puntata si passerà ad uno, a cadenza settimanale.

Buona lettura, dunque.




COME DISTINGUERE UN COLLEZIONISTA DI FUMETTI

Fin dalla tenera età, sono stato posseduto da un demone, senza dubbio buono, ma in certo qual modo efferato, forse il più lascivio fra i vari Demoni che si disputano l'animo umano: il demone del Collezionismo di Fumetti.
Il Collezionismo di Fumetti, come ogni individuo che ne ha sperimentato su di sè gli effetti, è infinitamente più crudele ed empio del suo 'collega' Bibliomane.
Il Collezionista di Libri, in effetti, tende solamente ad accumulare i volumi che, fra un mercatino dell'usato e un Mondadori Multistore, riesce ad accaparrarsi, senza badare a qualsivoglia altra futilità;
il Collezionista di Fumetti, invece, ben conscio della propria responsabilità di fronte agli occhi del mondo o meglio, della propria Moglie/Fidanzata o, ancor peggio, della propria Madre, sa bene che non basta acquistare cataste di albi e stiparli nella propria casa, facendo talora uso della cantina o del solaio, a seconda del luogo in cui dimora, ma è, anzichenò, costretto a conservarli nella maniera più congeniale.
Più congeniale, sia chiaro, non equivale a conservare i fumetti così che essi possano perdurare il più a lungo possibile, di modo che la loro quotazione sul mercato dell'usato aumenti e il Collezionista diventi ricco.
No, più congeniale sta a significare, secondo il famoso Assioma di Brodosky-Ekòs, il metodo di catalogazione del fumetto nello scaffale, affinchè tale fumetto sia sempre e costantemente sotto l'occhio vigile del Collezionista, il quale deve aver in ogni minutoprimo la libertà fisica ed emotiva di poterlo sfogliare per qualsivoglia occasione, senza tralasciare, però, la conservazione fisica del fumetto stesso.
La Teoria della Conservazione del Fumetto, tanto cara ai Collezionisti di 1° specie, si incontra, quindi, con la Legge del Reperimento Repentino dell'Albo, a cui fa seguito una vasta schiera di Fumettofili.
Devo dire che la maggior parte dei Collezionisti che ho avuto piacere di incontrare sono Collezionisti di 1° specie e, questo, inevitabilmente, ha portato spesso a contrasti ideologici. Una volta ero a casa di un mio amico, A.P., la cui famiglia era Collezionista di 1° Specie da generazioni, il quale mi aveva invitato nella sua magione per mostrarmi i suoi ultimi ritrovamenti, un vecchio "Martin Mystère" dell'87 e un "Tex Tre Stelle" datato maggio '81. Ora, destino volle che, all'interno del succitato albo di Mystère, vi fosse editata la 2° parte di una storia della quale, ahimè, avevo letto solo la prima sequenza (il 'detective dell'impossibile' aveva la fastidiosa abitudine di raccontare le proprie peripezie suddividendole in un numero vario di albi). Ovviamente, io, essendo Brodoskyano convinto, non credevo, e non credo tutt'ora, nell'Immortalità dell'Albo, cosicchè osai chiedere all'amico di farmi leggere la conclusione di quell'avventura che, da mesi e mesi, mi impediva di prendere il sonno dei giusti come il resto dell'umanità.
L'amico (benchè costante frequentatore di Solarium e diavolerie affini) impallidì di colpo e divenne un tronco, dopodichè, ripresosi un poco, il ceppo mi invitò a rincasare con una banale scusa. Io bofonchiai qualche sommesso perdono ma, da allora, ho sempre evitato di dialogare di Fumetti in sua presenza.
(2007)


-------------------------------------------------------------------------------------------------




COME ACQUISTARE "TOPOLINO"

Posso ben dire di aver imparato a leggere sfogliando "Topolino". Del resto, la maggior parte del popolo italiano ha appreso l'ABC della lingua nazionale scorrendo sotto i propri occhi i balloon che brava gente (con un signor bagaglio culturale) come Cimino, Scarpa o Pezzin scriveva per dilettarci, dilettarsi e, ovviamente, portare a casa la pagnotta.
Ora, circostanze più o meno fortuite hanno voluto che le mie finanze, da un lustro a questa parte, fossero elargite perlopiù al signor Bonelli in luogo della premiata ditta Disney Italia.
Al tempo stesso, però, da bravo Peter Pan, continuo imperterrito a tenermi costantemente aggiornato su tutte le novità del settimanale più famoso d'Italia.
Cosicchè, talora capita che, vuoi per la presenza di una storia di Faraci o Artibani o Ziche, vuoi per un evento di imprescindibile importanza, debba recarmi ad acquistare una copia del Topo di turno. E dove farlo, se non al luogo eletto per acquisti del genere?
Il post-adolescente che vuole portarsi a casa il nuovo giornaletto di casa Disney deve, innanzitutto, possedere una buona dose di coraggio innato, deve avere un'indole donchisciottesca per affrontare gli insormontabili ostacoli che si frappongono durante il cammino verso l'agognata copia.
Uscito di casa, lo sventurato giovine (a cui, novello Faust, piacerebbe stringere un patto con Mefistofele per regredire del tutto allo stato infantile, non che mentalmente non lo sia già) incappa in una serie di nemici che, chi più spietato, chi più subdolo, tentano con tutti i mezzi di non fargli comprare "Topolino". In particolare, il ragazzo fronteggia, nell'ordine:
il vicino di casa che lo conosce da quando era nella culla e che sa benissimo che va a comprare "Topolino", ma che non può fare a meno di chiederglielo per poterlo sbeffeggiare; il collega di lavoro del padre che, pur ricordandosi a malapena di lui, lo subissa di domande e poi andrà a spifferare tutto al genitore; la vecchia pettegola che lo scruta con occhio sospetto e poi andrà a spifferare tutto al quartiere; il barista che fa tutto tranne che stare al bar e commenta in dialetto lombardo - il dialetto lombardo non deve mai mancare in un perfetto pettegolo - all'amico in cassa integrazione; gli operai del cantiere (c'è sempre un cantiere, altrimenti le strade pedonali sarebbero troppo facilmente percorribili) che, con i modi rudi tipici degli operai del cantiere, sottolineano la sua nerdaggine ("Va la', chel' lì l'è un nerd", "Ah! Ah! Sfighiz!"); il perbenista che non può non chiedersi "ma questo non va mai a scuola?" (apro una dovuta parentesi: il nerd, solitamente, nella accezione più stretta del termine, sembra un ragazzino di 14-15 anni che pensa solo ai videogiochi e ai fumetti; ora, nel mio caso, questo è tristemente vero); La Ragazza, una qualunque, ma che basta a far vergognare al nerd del prossimo acquisto di "Topolino" e che ripropone l'annoso problema delle ragazze.
Infatti, per qualche oscura ragione, il nerd, o comunque qualsiasi soggetto che a 20 anni compra "Topolino", non ha quasi mai la ragazza. Il "quasi" è dovuto a fattori extra-ordinari, quali abilità dialettica, odore ascellare gradevole e assenza di occhiali.
La ragazza, per il giovane fumettaio, è poco più di un sogno, è l'Elemento 0, quello che agogna dal giorno di nascita (ecco spiegato lo 0). Ovviamente, secondo solo all'ultimo "Martin Mystère".
Superate tutte queste traversie, il ragazzo entra nell'edicola e qui (proprio come in un videogame) deve affrontare l'ultimo livello. Il "Cattivo", in questo caso, è rappresentato dall'Edicolante, mysteriosa figura che: 1-non saluta; 2-guarda in che reparto vai; 3-guarda cosa guardi; 4-guarda se sfogli l'albo o no; 5-quando volgi il tuo sguardo a lui, immediatamente finge di sfogliare la prima cosa che gli capita a tiro (ecco perchè tutti gli edicolanti, ad un certo punto, esclamano "Maronn', Marì, te l'avevo di pota' la sequoja!"; gli edicolanti sono sempre di Napoli).
In quel momento il giovane si accorge che l'Edicolante lo ha guardato per tutto il tempo, cade in una momentanea depressione e arrossisce; nel 94% dei casi, a questo punto, decide di lasciar perdere la nuova storia di Faraci ("Speriamo che non sia piaciuta a nessuno sul forum") e, secondo quella regola per la quale una volta entrati in una edicola non si può uscirne a mani vuote ma bisogna comprare anche la più immonda e insignificante schifezza per non sembrare scortese, il giovane, afflitto, torna a casa mesto e deluso, conscio di dover inventare al più presto una scusa da pubblicare sul forum.
Ma intanto arricchisce la collezione di "Stantuffami".
(2007)

5 commenti:

Colei che... ha detto...

Apprezzato molto. Mi chiedo se poi hai parlato anche del collezionista di seconda specie... :P

MaxBrody ha detto...

Donna colta e intellettuale, ti ringrazio. No, i prossimi parlano di altro (i temi spaziano in tutto ciò che mi aggrada al momento in cui scrivo i pezzi); quando arriverà il momento degli inediti, sicuramente riprenderò l'argomento ;) (anche perché io stesso sono un Collezionista di 2°specie :P)

Colei che... ha detto...

:D

S ha detto...

In ritardo, ma complimenti per il pezzo, anzi i pezzi, apprezzati entrambi davvero molto. :)

MaxBrody ha detto...

Grazie :)