sabato 2 agosto 2008

Sherlock Holmes e il caso "Chinese Doping" - 1° episodio

Quella mattina, era il 18**, e il signor Holmes si stava rassettando nel lavabo. Io lo spiavo con occhio sordido dallo spioncino. Ma non pensate male: come sapete sono un medico ed è dovere di ogni medico badare alla salute dei propri pazienti.
Orbene, accadde che quella mattina, mentre ciascuno era intento nelle proprie attività, la signora Hudson suonò il campanello. Un urlo lancinante si sprigionò e quand'io accorsi ad aprire la porta notai che la signora Hudson ancora non aveva ricevuto notizia del nuovo campanello fattomi installare dal signor Holmes; campanello che, si vocifera, fu scoperto dalsignor Holmes su un libretto zeppo di disegni, disegni talmente spaventosi che solo a rammentarne uno degli incredibili spasmi avviluppano le estremità del mio corpo (c'ha un'erezione, NdT).
Ebbene, la signora Hudson recava una missiva; gliela presi dalla mano e, dopo aver ascoltato le sue interminabili lamentele, la accompagnai gentilmente alla porta, provvedendo a raccomandarle di fare un viaggio in un lontano paese, che i suoi abitanti sono soliti chiamare Creansedere.
Il signor Holmes uscì in quel mentre dal bagno e, noncurante del fatto di trovarsi come sua madre l'aveva creato, volle subito leggere la lettera.

-Vi buscherete un brutto raffreddore, Holmes- raccomandai agitando l'indice come una nonna premurosa.

-Grazie, Watson, ma non è il caso di preoccuparsi. Il pelo pubico provvederà a riscaldare le mie membra quel tanto che occorre per sopravvivere a questo gelido clima, dovreste saperlo- rispose. E, come al solito, aveva ragione.

-Come volete, Holmes, ma sappiate che così sarò costretto ad osservare tutto l'armamentario che recate.-

-E quale problema c'è, dunque? Lo fate già a spesso dallo spioncino. E non nego di agire nella medesima maniera, quando ad occupare il bagno siete voi.-

Il mio coinquilino, il signor Holmes, aveva la straordinaria capacità di essere sempre al corrente di quanto stava accadendo attorno a lui; criminali e gaglioffi della peggior specie avevano avuto lo spiacere di accorgersene, ahiloro, troppo tardi; ma ignoravo che anch'io fossi finito sotto lo sguardo attento del suo occhio. Ma il 221b di Baker Street, per fortuna, ospita due uomini di mondo, aperti anche ad agire nei modi più curiosi.

-Cosa recita la lettera, Holmes? Non tenetemi sulle spine.-

-Spostatevi dalle rose, allora. E non distraetemi, sono ancora immerso nella lettura. Il nostro amico mittente è una persona estremamente loquace.-

Mi spostai dalle rose, e tolsi le spine dal didietro martoriato, badando bene a non fare rumore. Holmes detesta quando lo si distrae dalla lettura.
D'un tratto egli si rivolse a me.

-Ho finito di leggere la lettera, Watson. Portatemi il violino.-

Il violino era una strana abitudine che il signor Holmes aveva sviluppato negli ultimi anni. Diceva che la sonata del violino produceva una vibrazione non solo delle corde dello strumento, ma anche di quelle della sua mente, e che solo allora egli era in grado di cogliere i frutti del suo riflettere.Aveva anche un altro metodo, ma consiste in una pratica un po' illegale, perciò preferisco non farne menzione. Chi legge potrebbe appartenere alle Forze dell'Ordine.

Gli portai il violino, e Holmes suonò. E suonò. E suonò. Dopodichè proferì, con la sua voce incredibilmente simile a quella del signor Rathbone, un attore che avevamo pludito al Theatre of London, un teatro che non esiste:
-Signor Watson, la mia presenza è richiesta in un luogo molto lontano da qui, ove un ennesimo, feroce delitto è stato commesso. Debbo recarmici immediatamente, o altre persone morranno.-


-Preparo la valigia, dunque!-

-Grazie, Watson. Lei è l'unica persona che mi capisce. Ora ho bisogno di attuare il mio metodo di riflessione, così che quando sarò giunto a Beijing sarò subito in grado di svolgere appieno il mio lavoro.-

-Va' a farsi di coca? Bene, ma si sbrighi, o il treno partirà senza di noi.-

-Sig.Watson, adoro quando si esprime in maniera così rozza.-

E quella fu l'ultima cosa che disse per molto tempo.

Durante il viaggio in treno, da Londra a Pechino, non proferì una sola parola, eccetto che per un vocabolo qui non ripetibile, scappatogli dopo la notizia che il treno aveva accumulato ritardo nel tratto Reykjavik-Dawson a causa di un branco di capodogli in calore. Una volta scesi a Beijing, però, Holmes tornò alla sua consueta logorrea, spiegandomi il motivo di quel lungo travaglio.

-Conoscete Phileas Fogg?- chiese.

-Certo, è quel gentiluomo che qualche anno addietro ha compiuto il giro del globo in soli 80 giorni. Ma perchè mi ponete questa domanda, Holmes?- Avevo premura di aggiungere "e soprattutto, cazzo c'entra, adesso?", ma preferii aspettare che Holmes terminasse il ragionamento che aveva in mente.

-Vedete, Fogg ha vinto quella scommessa in quanto ha viaggiato verso Occidente, guadagnandocosì un giorno di più di quanto aveva conteggiato. E noi abbiamo appena seguito la stessa tratta, Watson. Questo mi consentirà di avere un giorno in più a disposizione per risolvere il caso.-

-Holmes, ora siete in errore. Fogg viaggiò verso Oriente, e non verso Occidente. E ve lo posso assicurare in quanto ho da poco visto la parodia con Jackie Chan.-

Holmes mi osservò per qualche secondo, estrasse la sua pipa e tirò due boccate di fumo. Poi pronunciò nuovamente la stessa parola già detta in Alaska, a Dawson; anche in questa occasione preferisco non riferirvela, in quanto potreste essere bambini ancora innocenti.


Beijing era una città incredibilmente ricca e variegata, colma di maestosi palazzi alti comegrattacieli, che svettavano su grattacieli bassi come palazzi. Nelle viuzze e nei vicolifrotte di cinesi mandaranci si movevano come formiche ossesse, alla perenne ricerca di cibo. Piccoli cinesini tentavano di assaltare pacificamente la carrozza senza cavalli con la quale io e il signor Holmes ci stavamo dirigendo verso il Palazzo dell'Imperatore; il guidatore, un anziano ex-sahib di Lahore arrestò il veicolo, arretrò lentamente e ripartì, per poi rifermarsi e ripetere l'operazione più volte. Sotto di noi, dei "Squesh" e dei "spatch" stavano a significare che i piccoli cinesini erano saliti al Regno dei Cieli con facoltoso anticipo.

Il signor Holmes ed io giungemmo al Palazzo dell'Imperatore verso le dodici, ora locale. Il signor Hu Jintao venne da noi e ci rivelò che l'Imperatore era in quel momento intrattenuto da gravosi problemi di carattere politico, ma che a lui era stato assegnato il compito di guidarci nella nostra visita e, già che c'era, di prendere le redini del Paese per qualche tempo, almeno fino al ritorno del vero Sovrano.

-Quando avete intenzione di mostrarci quello che avete trovato?- domandò il signor Holmes, ormai spazientitosi.

-Subito, signole. Plego, seguile me da questa palte.-

S'impone ora una breve divagazione; trovandomi nel secolo chiamato decimo-nono, non posso esimermi dal muovere delle interessanti osservazioni inerenti il popolo cinese. Innanzitutto essi si esprimono in modo buffo, ed inseriscono la lettere "L" in quasi tutte le parole che pronunciano. La loro scrittura è composta da strani simboli indecifrabili, il chè li rende senza dubbio inferiori agli inglesi, che Dio salvi la Regina. Le loro tavole sono costantemente imbandite di sontuosi manicaretti e leccornie varie, ma, a ben guardare, essi si nutrono sostanzialmente di tre sole cose:pesce crudo, bambini ancora vivi e riso, quest'ultimo come contorno. Personalmente ho assaggiato tutte e 3 queste pietanze e posso dire con certezza che solo i bambini bolliti sono equiparabili a quanto l'Inghilterra offre ai suoi mensali.
Il sistema politico è corrotto, le Forze dell'Ordine sono insufficienti a garantire la sicurezza dei cittadini, e anche questi non sono certamente pie anime votate alla castità. Per finire, terremoti che paiono la furia di Iddio sono all'ordine del giorno. Ma si può affermare che, nonostante questo, il Catai sia un Paese molto affascinante e la madre Inghilterra potrebbe renderla sua colonia in breve tempo.

Confesso che mi sono permesso tale e tanta riflessione in quanto il caso, per qualche tempo, è rimasto in fase di ferma. Si da' il caso che, pochi giorni dopo il nostro approdo, in terra di Cina iniziassero i Giochi Olimpici voluti dal barone De Coubertain, un villoso signorotto locale che, per mostrare li muscolacci, rispolverò dall'armadio i gloriosi Giochi dell'Ellade che venivano praticati secoli orsono. I moderni Giochi Olimpici sono tutt'altra cosa, e sono utili perlopiù a sponsor e alle case produttrici di sostanze dopanti, libere finalmente di testare i propri nuovi prodotti.
E proprio su uno di questi casi era stato chiamato ad indagare il signor Holmes. Nel ritrovo italiano erano stati ritrovati già due atleti con in corpo sostanze insolite che, per via della loro rarità, erano state definite dagli inquirenti come sostanze incredibili o stupefacenti. Il signor Holmes avrebbe percepito una cospicua paga per risolvere il caso prima dell'apertura dei Giochi, e probabilmente ci sarebbe riuscito, se non fosse accaduto quel che sto per raccontare.

Terminazione della prima sequenza

Arrileggerci alla ventura sequenza!

2 commenti:

Francesco De Paolis ha detto...

E si scoprono nuovi, torbidi retroscena tra Holmes e Watson... in effetti, un pò di sadomaso c'era, con Holmes che umiliava sempre il banale metodo di ragionamento di Watson...

p.s.: è uscito il mio articolo su Rat-Man & Ortolani sul sito heroclip.blogspot.com
Gradirei molto la tua opinione da Nerd!

MaxBrody ha detto...

Bell'articolo, complimenti. Un paio di curiosità nemmeno le sapevo, fra l'altro ;)

Poi leggere qualcosa sul Ratto per eccellenza è sempre un bel leggere