venerdì 4 dicembre 2009

Guarda, piuttosto che continuare così, è meglio il divorzio

Chi scrive è, come forse saprete se avete letto alcuni sventurati post pubblicati negli ultimi mesi, uno di quelli che esitano a definirsi "single".
Avrete notato subito la novità: non c'è il "non".
Sì, perchè, che lo si accetti o no, "single" è un'espressione che si sono inventati quelli che non vogliono ammettere di essere soli (volontariamente o involontariamente: dai primi è meglio guardarsi). Personalmente, quando mi chiedono lumi sulla mia situazione sentimentale, faccio lo gnorri oppure dico qualcosa imbarazzato (visto che chi mi pone domande afferenti argomenti simili è sempre un parente. Donna). Siccome, come detto, odio tutto ciò che è anche solo vagamente ipocrita (infatti mi sopporto molto poco, prima o poi mi mollerò), evito sempre di accostare la parola "single" alla mia persona.
Da oggi, però, ho un'ancora di salvezza, che mi permetterà di uscire una volta per tutte, e in maniera maschia, dagli imbarazzi succitati: quando qualcuno mi chiederà se ho la ragazza o se sono ancora single (argh), risponderò, pacatamente, serenamente, di essere divorziato.
Eh, già: secondo l'Associazione dei Matrimonialisti Italiani, come ho letto oggi su Metro (ed è un giornale che distribuiscono gratis, e quindi è buono, e in tutto il mondo, e quindi riporta il vero), i 100mila divorziati che ogni anno nascono nel nostro Paese (il quale, quindi, tanto "bel" non è) sono costretti, a causa di cavilli vari, a dare soldi e sangue (e magari qualche organo) alle ex-mogli, anche perchè, com'è noto, sono solo gli uomini a lasciare. Di questi 100mila tapini, sempre secondo la ricerca, almeno 8 su 10 diventano poveri. Molti ritornano da mammà.
Ora, io con mammà ci convivo da 22 anni, povero sono povero: per la proprietà commutativa (o transitiva) posso tranquillamente affermare di essere divorziato.
Questo, peraltro, faciliterà le cose anche nei miei (spero tanti, oppure uno solo) approcci con le legioni di ragazze che, là fuori, mi attendono con impazienza. Se tu che stai leggendo sei donna, sai bene che sentirsi dire da un tizio, che già porta gli occhiali e legge i fumetti, che è pure single, te lo fa etichettare immantinente come un inetto (per eufemismare un po'); mentr'invece, se ti spiega di essere divorziato, sei portata a pensare che il rospo qualche pregio dovrà pure avercelo, se almeno una tizia se lo è filato per qualche tempo, sposandoselo addirittura.
Naturalmente non mancherò di fare alcune opportune precisazioni: a)il divorzio è condiviso con una donna (è bene chiarirlo subito); b)sono stato io a lasciare lei (la nostra interlocutrice l'aveva già pensato, ma se lo dite mostrerete di avere le idee chiare e le farete più tenerezza/pena).
Altra importante considerazione è questa: agendo così sarò portato a pensare che se sono povero non è perchè non lavoro ma sarà solo colpa del divorzio che, lo dicono le statistiche, mi avranno inopinatamente impoverito.

Lo so, lo so, sono talmente geniale che mi sposerei.
Però esco ora da un divorzio, e non sono pronto per una storia, mi dispiace.
Urgh.

Nessun commento: