venerdì 29 gennaio 2010

Un Grande che (ri)viene e un Grande che va.













Stanotte, ove per "stanotte" non so se si intenda la notte appena trascorsa o quella che verrà, ma da noi chi dice "la notte scorsa" intende quella fra l'altroieri e ieri, e chi dice "la notte prossima" intende sì quella che verrà, ma viene guardato in modo strano, chè i conversanti pensano "ma come parla, questo?" e se l'interlocutore se ne accorge assume atteggiamento dimesso e non osa più sperimentare locuzioni azzardate, ma si adagia su discorsi più semplici e fruibili (e, purtroppo, più frivoli), il chè lo porta ad essere considerato come un conversatore che se la tira ma in fondo qualunquista.

Ma divago. Non ricordo esattamente quando, ma stanotte il Presidente Obama ha fatto/farà il discorso sullo Stato dell'Unione, l'unione degli Stati e non l'ex-coalizione italiana di centrosinistraedituttounpo', evidentemente. L'ha fatta/la farà "stanotte" per non sovrapporsi alla première della stagione 6 di Lost: una mossa lungimirante, che lo qualifica ai miei occhi come una brava persona. (Lost non si tocca, e poi, tanto, cosa vuoi che dica nel discorso..a parte che è un monologo, hanno diffuso degli stralci e, come in tutti i discorsi, non dice cose che non sapessimo già, quindi meglio Lost). Il punto che volli toccare, comunque, è che il Presidente Obama non si è accorto che, "la notte scorsa" è morto J.D.Salinger.

Su 7 miliardi di persone quali siamo, almeno 4-5 diranno:"e chi cacchio è?". J.D.Salinger è quello che ha scritto "Il giovane Holden". Al chè risponderanno:"Ah, sì, bellissimo, il mio scrittore preferito" ecc ecc, si sa come vanno queste cose.

J.D.Salinger, aldilà del suo romanzo famoso che tutti, ora che è morto, sembrano aver letto e amato alla follia, è stato una quelle persone che mi piacerebbe tanto imitare. J.D.Salinger ha scritto un romanzo che è passato alla storia, ha scritto qualcos'altro che nessuno conosce ma che qualcuno deve aver apprezzato, se gliele hanno pubblicate, ha poi scritto tantissime altre cose che non ha mai fatto pubblicare, ma che sono sintomatiche di una grande ispirazione e di una costanza nel lavoro che vorrei tanto avere, e poi ha campato di rendita fino a 91 anni. Dico questo perchè Gei-Di non si è venduto al miglior offerente, non si è dato al merchandising, non si è "berlusconizzato", insomma. Ha preferito vivere in silenzio e fare le sue cose. Un esempio da seguire.

Siamo (stati) molto simili, io e J.D. Abbiamo condiviso molte opinioni, non tutte, sennò non ci restava niente su cui discutere (ad esempio, al contrario di lui io amo New York e tutte le metropoli), ma avevamo alcune idee condivise. La nausea per tutto ciò che è burocratico e accademico, per dirne una:"Ti succede mai di averne fin sopra i capelli? [...] Voglio dire, ti succede mai d'aver paura che tutto vada a finire in modo schifo se non fai qualcosa? Voglio dire, ti piace la scuola e tutte quelle buffonate?". A me succede quasi ogni giorno. La pensavamo pressochè allo stesso modo sui libri e sul comportamento da tenere con gli autori preferiti; ed entrambi, alla fin fine, non sapevamo cosa volessimo dalla vita. "Un sacco di gente, soprattutto questo psicanalista che c'è qui, continuano a chiedermi se quando tornerò a scuola a settembre mi metterò a studiare. È una domanda così stupida, secondo me. Voglio dire, come fate a sapere quello che farete, finché non lo fate? La risposta è che non lo sapete." Infatti, io non lo so ancora. Beato Salinger, che non ha più 'sti problemi.

J.D., in ambito religioso, aveva idee strampalate che non condividevo, ma apprezzavo la sua voglia di sperimentare, il suo 'pensiero laterale' col quale apriva nuovi orizzonti alla sua visione del mondo, mai banale, mai scontata. Egli studiò il buddhismo e l'induismo e, per questo motivo, penso che avrebbe (o abbia, chi lo sa) gradito molto il fenomeno Avatar.

Avatar non è solo un film, è un'esperienza di vita. Avatar non entra nelle case degli italiani (che non hanno il 3D), ma porta la gente (anche gli italiani) sul suo mondo. Avatar non si guarda, si tocca con mano. In Avatar tutto è grande, tutto è bello, tutto è figo: gli uccelloni giganti che si guidano col pensiero; le piante che le tocchi e si nascondono, timide; i Na'vi, altissimi e più blu dei puffi, col codino telepatico; le montagne volanti. James Cameron, che non ha nulla da invidiare al regista di Titanic, cioè a lui stesso, ha recepito la lezione di J.D.Salinger. Egli gli disse (testimone io medesimo):"Non giacere sugli allori, come Zemeckis e Ridley Scott. Applica il pensiero laterale, come hai fatto con Titanic, e fai vedere al mondo che tu, e tu solo, sai come si fa il cinema a questo schifo di mondo". E Cameron ce l'ha fatto vedere. Perfette le inquadrature, gli sfondi, le zoomate, la regia. (Le inquadrature, appunto.) Incredibili le performances degli attori: Stephen Lang è mostruoso. E' un armadio vivente..ma quanto è grosso quell'uomo? E la sua discesa verso la pazzia finale è da brividi. Dite addio a Marlon Brando: imho, il nuovo colonnello Kurtz è lui.

Avatar è film d'azione così come The Dark Night è metafora del doppio volto del bene e del male.
Quindi Avatar è metafora del doppio volto del bene e del male?-dice l'ignorante critico della rivista non specializzata.

No, Avatar è metafora delle ingiustizie del mondo, della cattiveria dell'uomo, in grado, però, di perdonare chi cerca di impedire la distruzione di Madre Terra, anche sacrificando sè stesso.

Quindi è metafora del doppio volto del bene e del male?

Sì, ma in 3D.


"Accidenti ai quattrini. Finiscono sempre col darvi una malinconia del diavolo.", disse una volta il giovane Hol..pardon, Salinger. Come molte altre volte, aveva ragione.

Per questo, sono sicuro, 11 euro e 50 per il RealD lui li avrebbe spesi: la libertà e la sperimentazione non valgono represse malinconie.

Ma, anche se aveva ragione, l'XPanD sarebbe stato comunque meglio.

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