giovedì 12 agosto 2010

La Bustina di Malerba. 3 : Guida italiana per macchinisti


GUIDA ITALIANA PER MACCHINISTI

Nel probabile caso che qualcuno dei miei ventisei lettori sia in cerca di lavoro, suggerisco la lettura di questo decalogo durante il quale illustrerò, basandomi su svariate osservazioni condotte durante gli ultimi mesi, le procedure e le movenze che un perfetto macchinista deve realizzare per manovrare nel miglior modo possibile quell'eccezionale mezzo di locomozione che è il treno.

1)Il macchinista deve, durante la guida, alloggiare necessariamente nell'apposito vano situato nella locomotiva;
tale affermazione può apparire un'ovvietà, ma è provato che non sempre ciò avviene: capita spesso, soprattutto durante certe fermate, e special modo in caso di treni regionali, di vedere il macchinista scendere col capotreno ad aspirare del buon fumo tramite filtro; lo scopo recondito è, banalmente, aumentare le possibilità di ritardo.
2)Il macchinista deve avere come scopo primario del suo lavoro la creazione di un quantitativo soddisfacente di ritardo, quali che siano l'ora di partenza, la stazione di partenza, quella di arrivo, le condizioni climatiche;
la regola è semplice: la missione del macchinista non è portare i passeggeri a destinazione, ma giungere a destinazione (perchè l'arrivo alla meta è obbligatorio) riuscendo a collezionare quanto più ritardo possibile; la missione è spesso e volentieri richiestagli dalla società datrice di lavoro ma capita frequentemente che sia incentivata da scommesse clandestine fra macchinisti, capitreni e quant'altro. Sono piuttosto rari casi di macchinisti giustificanti il ritardo come Dono della Provvidenza.
3)Il ritardo deve essere accumulato nei modi più sfacciatamente evitabili e irritanti possibili, così da istillare odio mortale nel passeggero (spesso già snervato) e portarlo alla follia più totale;
il ventaglio di proposte a disposizione del macchinista è molto ampio: il macchinista più giovane si limiterà a partire tardi senza motivo, quello più scafato, furbescamente, si fermerà più volte in mezzo al nonnulla, quello più subdolo opterà per la sosta di venti minuti in una stazione, quello più sbarazzino percorrerà tre quarti del percorso totale a passo d'uomo.
4)Il macchinista, presa visione dei punti 1->3, non deve MAI accontentarsi di procurare ritardo, anzi, deve costantemente incentivare il fastidio verso i passeggeri;
la tecnica più usata è il Rollamento Ortocentrico: il punto ove si incontrano le altezze dei vari lati della carrozza deve costituire il fulcro di un vortice, intorno al quale tutto (finestrini, poltroncine, le pareti stesse della vettura) deve vibrare rumorosamente e muoversi con preoccupante (in realtà solo apparentemente preoccupante, almeno si spera, e sperano gli erranti viaggiatori) schizofrenia.
5)Come supplemento al punto 4, il macchinista deve far fischiare il treno senza motivo, a intervalli matematicamente irregolari;
lo scopo è dare al passeggero l'impressione di aver evitato la collisione con un altro treno per il rotto della cuffia.
6)Come complemento al punto 4, il macchinista deve produrre quanto più rumore possibile;
la soglia del dolore, corrispondente a 130 decibelSPL è già, per Legge, ampiamente superata. Il compito del macchinista, in questo caso, è semplice: i 250 dBSPL (udibili all'interno di un tornado) sono facilmente raggiungibili con qualche accorgimento(cfr.punto 4).
7)Il macchinista deve indossare sempre una tuta blu-violacea impataccata da testa a piedi di oli, grassi artificiali e zozzume a piacere.
8)Il macchinista deve evitare ogni contatto con i passeggeri e, nel caso questo non possa avvenire, deve mostrare sempre sguardo truce e mefistofelico;
lo scopo di questi ultimi 2 punti è, va da sè, incutere maggior timore ai viaggiatori.
9)Il macchinista deve sempre vedere il semaforo come di colore rosso, anche quando esso, in aperta campagna, non lo è; è tollerata, però, visto l'eccessivo ardore nel rispettare tale punto negli ultimi tempi, una certa elasticità da parte del guidatore.
10)Ultimo, ma non per importanza, il macchinista deve percepire uno stipendio adeguato alla mole di lavoro svolto; tale definizione può essere letta anche come "uno stipendio da miserabile".

Per concludere, i macchinisti costituiscono una categoria di basso livello, una sorta di Museo dei Reietti ma, come accade per tutte le categorie ime, è d'uopo ammetterne l'importanza pratica e sociologica; riguardo a certi peccatucci veniali..chi non ne ha?

(2007)

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