sabato 14 agosto 2010

Si amava meglio quando si amava peggio?





L'Amor, che move il sole e l'altre stelle/ più brillarelle che c'hai/ Roma, nun fa la stupida/ e prendi questa mano/ Zingara

Così incominciava una famosa canzone postmoderna. Essa toccava temi universali, e, fra questi, anche quello di cui discorreremo noi. No, non la Città Eterna o i rom: bensì l'Amore.
L'Amore è un tema universale (ma anche metrogoldwinmayerale, columbiale, pixarale, ecc.) perché riguarda tutti, nessuno escluso, a parte coloro che non si sono mai innamorati, e quindi non sanno cosa sia, l'Amore, però riguarda anche loro, perché è difficile credere che non abbiano avuto mai una cottarella, ed ecco che, come dicevo, riguarda proprio tutti.

Si dice che oggigiorno nessuno creda più nell'Amore vero, puro, eterno; non quello che è bello finché dura, ma che è bello sempre, perché dura sempre. Dura lex sed lex: chi l'ha dura la vince, da cui Duracell, la batteria che dura più delle altre, e l'Amore è una energia meravigliosa che rende l'animo invincibile. Eh, sì: nulla accade per caso.
Ma sarà davvero così?
Davvero oggigiorno nessuno crede più all'Amore? I fatti (anche i miei) sembrerebbero provarlo. Quanto è bello vedere quelle coppiette sposate da cinquant'anni giurarsi ancora Amore sempiterno, sino alla morte: forse lo fanno perché gli manca poco, dicono i maligni, ma più probabilmente sono sinceri.
Eppure, eppure...se in un mondo privo di valori è chi è privo di valori a costituire la maggioranza, e la maggioranza se è maggioranza un motivo ci sarà, forse non è vero che chi è privo di valori ne è davvero privo, forse la scala di valori si è semplicemente ribaltata.
Useremo in maniera quasi dogmatica il metodo empirico che i nostri avi ci hanno tramandato, e procederemo, quindi, con un semplice confronto fra un Grande del passato e un Grande dei nostri tempi, entrambi impegnati in appassionate dichiarazioni d'amore alle corrispettive donne. Subito una cosa appare lampante: entrambi sembrano provare una qualche forma d'Amore, indipendentemente dalla collocazione spazio-temporale. E' proprio vero che l'Amore supera i confini, appunto, spazio-temporali.

Mi sono innamorato di te
perché
non avevo niente da fare
il giorno
volevo qualcuno da incontrare
la notte
volevo qualcosa da sognare
Mi sono innamorato di te
perché
non potevo più stare solo
il giorno
volevo parlare dei miei sogni
la notte
parlare d'amore
Ed ora
che avrei mille cose da fare
io sento i miei sogni svanire
ma non so più pensare
a nient'altro che a te
Mi sono innamorato di te
e adesso
non so neppure io cosa fare
il giorno
mi pento d'averti incontrato
la notte
ti vengo a cercare.

Una canzone che pare una poesia. Prerogativa delle poesie è essere drammatiche (non siamo ipocriti: chi reputa Campanile un poeta? Io) e qui ne abbiamo abbondanti tracce. Luigi Tenco è confuso, e noi sappiamo a cosa lo porterà, purtroppo, tale confusione. Ma è confuso perché è innamorato, su questo non v'é dubbio alcuno. Tenco lo ripete e una e due e addirittura tre volte. Del resto, uno che la notte vuole parlare d'amore, che non sa più pensare a nient'altro che alla donna amata, ha certamente conficcata nel ventricolo la freccia d'Eros.


I'm bringing sexy back
Them other boys don't know how to act
I think your special what's behind your back
So turn around and I'll pick up the slack.

Take em' to the bridge

Dirty babe
You see these shackles, baby I'm your slave
I'll let you whip me if I misbehave
It's just that no one makes me feel this way

Take em' to the chorus

Come here girl,
go ahead, be gone with it
Come to the back,
go ahead, be gone with it
VIP
Go ahead, be gone with it
Drinks on me
Go ahead, be gone with it
Let me see what you're working with
Go ahead, be gone with it
Look at those hips
Go ahead, be gone with it
You make me smile
Go ahead, be gone with it
Go ahead child
Go ahead, be gone with it
And get your sexy on
Go ahead, be gone with it

Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on

I'm bringing sexy back
Them other fuckers don't know how to act
Come let me make up for the things you lack
'Cause your burning up I gotta get it fast

Take em' to the bridge

Dirty babe
You see these shackles, baby I'm your slave
I'll let you whip me if I misbehave
It's just that no one makes me feel this way

Come here girl,
Go ahead, be gone with it
Come to the back,
go ahead, be gone with it
VIP
Go ahead, be gone with it
Drinks on me
Go ahead, be gone with it
Let me see what you're working with
Go ahead, be gone with it
Look at those hips
Go ahead, be gone with it
You make me smile
Go ahead, be gone with it
Go ahead child
Go ahead, be gone with it
And get your sexy on
Go ahead, be gone with it

Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on

You're ready?
you're ready?
you're ready?
mmm... yes!

I'm bringing sexy back
Them other fuckers wait till I attack
If that's your girl you better watch your back
'Cause she'll burn it up for me and that's a fact

Take em' to the chorus

Come here girl
Go ahead, be gone with it
Come to the back
Go ahead, be gone with it
VIP
Go ahead, be gone with it
Drinks on me
Go ahead, be gone with it
Let me see what you're working with
Go ahead, be gone with it
Look at those hips
Go ahead, be gone with it
You make me smile
Go ahead, be gone with it
Go ahead child
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it

Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on
Go ahead, be gone with it
Get your sexy on.

You're ready?... Yes!
You're ready?... Yes!
Yes


Trad.:

Sto puntando un sedere sexy
gli altri ragazzi non sanno proprio come comportarsi
penso che sia speciale, cosa c'è dietro al tuo sedere?
perciò girati ed io prenderò il mano la situazione

Voltalo verso il ponte

ragazzaccia,
vedi queste catene, baby sono tuo schiavo
ti permetterò di sculacciarmi se mi comporterò male
è che nessuno mi fa sentire in questo modo

Voltalo verso il coro

vieni qui ragazza,
và avanti, esci dal gioco
torna indietro,
và avanti, esci dal gioco
vip,
và avanti, esci dal gioco
bevi su di me,
và avanti, esci dal gioco
vedi con cosa stai lavorando
và avanti, esci dal gioco
mi fai sorridere,
và avanti, esci dal gioco
vieni qui bambina,
và avanti, esci dal gioco

metti su quella tua cosa sexy
và avanti, esci dal gioco
metti su quella tua cosa sexy
và avanti, esci dal gioco
metti su quella tua cosa sexy
và avanti, esci dal gioco...
metti su quella tua cosa sexy.

sto puntando un sedere sexy
quei figli di puttana non sanno come comportarsi
vieni, fammi compensare le cose che ti mancano
perchè ti stai accendendo ed io devo velocizzarmi

Voltalo verso il coro

ragazzaccia,
vedi queste catene, baby sono tuo schiavo
ti permetterò di sculacciarmi se mi comporterò male
è che nessuno mi fa sentire in questo modo

vieni qui ragazza,
và avanti, esci dal gioco
torna indietro,
và avanti, esci dal gioco
vip,
và avanti, esci dal gioco
bevi su di me,
và avanti, esci dal gioco
vedi con cosa stai lavorando
và avanti, esci dal gioco
mi fai sorridere,
và avanti, esci dal gioco
vieni qui bambina,
và avanti, esci dal gioco

metti su quella tua cosa sexy
và avanti, esci dal gioco
metti su quella tua cosa sexy
và avanti, esci dal gioco
metti su quella tua cosa sexy
và avanti, esci dal gioco...
metti su quella tua cosa sexy.

sei pronta?
sei pronta?
sei pronta?
mmm... sì!

sto puntando un sedere sexy
quei figli di puttana mi guardano mentre attacco
se quella è la tua ragazza, sarebbe meglio che ti guardassi alle spalle
perchè lei si sta accendendo per me, e questo è un dato di fatto

Voltalo verso il coro

vieni qui ragazza,
và avanti, esci dal gioco
torna indietro,
và avanti, esci dal gioco
vip,
và avanti, esci dal gioco
bevi su di me,
và avanti, esci dal gioco
vedi con cosa stai lavorando
và avanti, esci dal gioco
mi fai sorridere,
và avanti, esci dal gioco
vieni qui bambina,
và avanti, esci dal gioco

metti su quella tua cosa sexy
và avanti, esci dal gioco
metti su quella tua cosa sexy
và avanti, esci dal gioco
metti su quella tua cosa sexy
và avanti, esci dal gioco...
metti su quella tua cosa sexy.

Sei pronta?...sì!
Sei pronta?...sì!


Una canzone che non pare proprio una poesia e che, pertanto, forse lo è. Justin Timberlake, confuso non lo è affatto. Sono gli altri, a non sapere come comportarsi. Egli, al contrario, appena vede un sedere, sa subito cosa fare. Ma non prendetelo per maniaco: alla vista di quell'espelletore naturale, di cotal femminea maraviglia, di sì sinuose curve, il Timberlake non si mette a sbavare come un Alvaro Vitali qualsiasi. Tutt'altro: lui vede nell'ammaliante popò non un oggetto sessuale, ma qualcosa di speciale. Anziché uccidere la propria mano e lasciarla cadere, simulando sbadataggine, sulla perturbante chiappa, il Timberlake, di prim'acchito, si accorge che c'é dell'altro. È il gioco della sineddoche, della parte per il tutto, che porta il cantante di Memphis, alla vista del cul (per dirla alla dantesca), ad innamorarsi della donna tutta, della donna in quanto persona.
Ecco perché non appare del tutto fuori posto la metafora del ponte, che congiunge le due estremità opposte come Justin vuole congiungersi con la propria, spera lui, futura consorte.
Abbiamo così due autori innamorati perdutamente delle proprie partners. A differenziare Luigi e Justin sono gli stili adoperati: più aulico, ma al tempo stesso sommesso, quello del primo, in cui si respira aria democristiana ad ogni verso, in un "vorrei ma non posso" di indubbio effetto; schietto, ruvido, spigoloso, zeppo di stacchi ed enjambements si presenta il lavoro dell'americano. Dolce e soave è Tenco; martellante ed ansiogeno è Timberlake. Ad accomunarli, solo l'Amore.

Ma è proprio Amore quello di Tenco? Sembrerebbe di sì, come abbiamo già visto. Però, come sempre accade, c'é un però. Luigi Tenco - dobbiamo dargli atto di una profonda correttezza - precisa immantinente, quasi a voler porre una condizione, come se quanto dichiarerà in seguito fosse da intendersi come un patto tra contraenti, da stipularsi con convergenza assoluta, e pertanto fosse necessario mettere bene in chiaro ogni aspetto, precisa, dicevamo, di essersi innamorato perché non aveva niente da fare. E qui un campanellino d'allarme avrebbe dovuto risuonare nella sgombra mente della donna. Tenco, prosegue con nonchalance, desiderava solamente qualcuno da incontrare, qualcosa da sognare: evidentemente non potevano bastargli, che so, il fioraio sotto casa nel primo caso, o una Marilyn senza veli nel secondo. No, l'incontro di cui Tenco parla è un incontro d'altro tipo, simile, in prima battuta e se vogliamo, ad un ponte (ah, i topos dell'arte poetica!). Ma se per il Timberlake il ponte è teso a suggellare un'unione profonda, pur utilizzando una immagine decisamente dirty, per Tenco avviene l'inverso, ed è l'afflato poetico a tradursi, nella realtà, in qualcosa che definire banale è dir ancora poco.
Ove Tenco tende a problematizzare il semplice, Justin Timberlake è più propenso a semplificare il complesso, e lo fa mediante quello stratagemma che si suol etichettare come 'reductio ad libidum': Timberlake, per parlar chiaro, la butta sul sesso, consapevole che le generazioni a cui si rivolge sono use a quello e pochissimi altri concetti, e l'intento suo non è altro che introiettare l'Amore alla sciamannata gioventù che lo (e ci) circonda.
Sicché, mentre per lo yankee tutto procede a gonfie vele, per Tenco subentra lo spleen, uno spleen tipico di chi è in continua cerca di ciò che non conosce, e che pare non trovar mai. Pertanto, lo sfortunato cantautore sperimenta, dello spleen, il più evidente dei sintomi: la contraddizione. Sente i suoi sogni svanire, ma, al contempo, ha mille pensieri per la testa. Di quale tipo? Non è possibile che tutti e mille siano rivolti a Lei, come nei versi immediatamente successivi vuole far credere; almeno un tre-quattrocento avranno riguardato altro.
Il dramma tenchiano emerge, tuttavia, più tardi, quando, dopo aver nuovamente ribadito d'essersi innamorato (è tipico di chi sa d'aver commesso qualcosa, o di chi ha qualche tarlo che lo rode, rassicurare la compagna sulle proprie convinzioni), Egli si lascia finalmente scappare l'amara verità: non so neppure io cosa fare, pare gridare, con quel grido strozzato in gola, che rassomiglia, sinistramente, a quel "Babbo!" proferito da Pinocchio dopo aver lasciato Geppetto per il malvagio Paese dei Balocchi.
Curiosamente - ma non poi così tanto - il grido viene adoperato anche dal Timberlake, e come totem ferino (certi animali utilizzano versi o gridolini particolari per attrarre la femmina), e, aiutato da un altro simulacro retorico molto in voga da qualche anno a questa parte, la parolaccia, come minaccia volta ad allontanare lo spettro dell'abbandono, qui impersonificato da coloro che vogliono sottrargli la fanciulla dal bel sedere. È che, oramai, è la donna a comandare, e questo Timberlake ben lo sa: e se la permetterà di sculacciarlo, di renderlo schiavo, è solo perché nessuna lo fa sentire in questo modo, ossia innamorato come un ragazzino. Ebbro d'Amor, direbbe un contemporaneo di Tenco.

Ed eccoci allora giunti alla fine. Luigi Tenco s'accomiata dalla donna che l'istinto l'aveva illuso di aver amato, e lo fa nel modo peggiore, addirittura pentendosi d'averla incontrata. Questo, però, di giorno, quando deve fingere d'esser uomo dei suoi tempi, tutto casa e chiesa; di notte, periodo deputato alla promiscuità e al macabro, continua a cercarla, quasi prefigurando un reato di stalking ante litteram. Persiste, Tenco, nella contraddizione, nel "dico una cosa e ne faccio un'altra", atteggiamento inopinatamente inqualificabile per ogni onest'uomo (d'ogni luogo, tempo e partito politico) che si rispetti.
Dal canto suo, Justin Timberlake lancia a chi lo ascolta un accorato appello: amatevi, fate l'amore e non la guerra, perché solo l'Amore può compensare le cose che ti mancano. E termina, lui che può, perché sa cos'é l'Amor, sul più bello, negandoci, proprio ora che eravamo pronti, la gioia della trasmigrazione dell'Amore platonico nell'Amore-copula.

Ci lascia in braghe di tela, il Timberlake. Fa bene: l'Amore vero è privilegio di pochi. E, soprattutto, è conquista, sudore, fatica, da parte di entrambe le parti in gioco. Chi pensa che per essere innamorati basti provarci e dire qualche frasetta tratta da Lialà, beh, è bene che non dorma sugli allori. Una Speranza c'é per tutti.



Si ringrazia angolotesti.it per testi e traduzione.

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